Nelle varie versioni delle Bibbie, a volte, troviamo il termine «dio» con l’iniziale minuscola; mentre altre volte con l’iniziale maiuscola.
Il termine ebraico della parola Dio può essere sia Elohim, sia El.
Quest’ultimo può esprimere sia la forma abbreviata di Elohim, sia il concetto di «divinità», come quello di autorità.
Ciò sta a significare, che questa parola non sia sempre e necessariamente riferita alla Divinità d’Israele.
«L’Eterno disse a Mosè: “Vedi io ti faccio come Dio [elohim] per il Faraone, e tuo fratello Aaronne sarà il tuo profeta”» (Esodo 7:1)
L’Eterno aveva costituito Mosè come un Elohim, cioè una autorità, per il faraone.
«Non vi sia in mezzo a te alcun dio straniero e non adorare alcun dio forestiero» (Salmo 81:9) L’Eterno ordina al popolo d’Israele di non avere altre Divinità, o autorità spirituali.
Questo comandamento è ripetuto decine e decine di volte; ma un peccato, commesso ripetutamene dal popolo di Dio, fu proprio questo.
«L’Eterno… è il mio Dio, io lo glorificherò; è il DIO di mio padre io lo esalterò» (Esodo 15:2)
I traduttori spiccano salti mortali per rendere chiaro il testo ebraico, ma mantenendo la parola Dio si trovano in grande difficoltà. In ebraico leggiamo: «Questo è il mio El [Dio] e loderò l’Elohim [la Divinità o autorità] di mio padre».
La parola «dio» nei dieci comandamenti, in Esodo 20:5.
«Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, JHWH, Elohim tuo, El geloso…»
L’Eterno sta rivendicando esclusivamente per sé la Divinità, perché egli è un Dio (El) geloso. Attribuita alle altre divinità, la parola El sta a significare una divinità che non è il vero Dio, in altre parole un dio che non esiste, un non-dio. È ciò che afferma Mosè nel suo cantico, in Deuteronomio
32:17.
«Hanno sacrificato a dèmoni che non sono Dio [Eloah], a dèi [Elohim] che non avevano conosciuto, a dèi nuovi, apparsi di recente,che i vostri padri non avevano temuto»
Alla luce di queste considerazioni, certe espressioni dei Salmi hanno un nuovo significato.
«Elohim sta nell’assemblea di El; egli giudica in mezzo agli Elohim» (Salmo 82:1)
L’Elohim d’Israele è più grande di tutte le divinità, che non sono dei;
Egli è presente in ogni luogo, nel quale vi sia qualche forma di culto.
La sovranità dell’Elohim d’Israele è ovunque. Per questo, JHWH ordina:
«Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi.» (Deuteronomio 7:25)
Nell’ebraico interlineare, al posto del termine «immagini», troviamo«sculture», come in altre versioni della Bibbia, (lo stesso nome, in ebraico, si trova in Isaia 21:9, 30:22; Geremia 51:47) un sostantivo, che rende molto meglio l’idea della proibizione: nessuno, per nessun motivo, poteva e
può fabbricare e erigere una scultura che rappresenti un uomo, una donna,un animale o chicchessia, al quale offrire un culto, o davanti al quale prostrarsi in segno di venerazione o adorazione (dulia, iperdulia). (Deuteronomio 4:15-19; Levitico 26:1; Esodo 32:8; 8:19, 30:17; Giudici 2:19).
«Non ti prostrerai a un altro Dio», ordina tassativamente JHWH.
(Esodo 34.14) L’idolatria, secondo il Catechismo della religione Cattolica, «è quando l’uomo onora e riverisce una creatura al posto di Dio.» (2113) Parole giuste, ma… non vi è contraddizione nel cattolicesimo? Che dire, allora, della venerazione delle reliquie «favorita» dalla chiesa? (1679) Fai tu
queste cose?
Terminiamo queste prime riflessioni con il Salmo 136.
1 «Celebrate l’Eterno, perché egli è buono, perché la sua benignità dura in eterno,
2 Celebrate il DIO degli dèi, perché la sua benignità dura in eterno.
3 Celebrate il Signore dei signori, perché la sua benignità dura in eterno,
4 colui che solo fa grandi meraviglie, perché la sua benignità dura in eterno,
5 colui che ha fatto i cieli con sapienza, perché la sua benignità dura in eterno,
6 colui che ha disteso la terra sulle acque, perché la sua benignità dura in eterno.
7 colui che ha fatto i grandi luminari, perché la sua benignità dura in eterno:
8 il sole per il governo del giorno, perché la sua benignità dura in eterno,
9 la luna e le stelle per il governo della notte, perché la sua benignità dura in eterno.
10 Colui che percosse gli Egiziani nei loro primogeniti, perché la sua benignità dura in eterno,
11 e fece uscire Israele di mezzo a loro, perché la sua benignità dura in eterno,
12 con mano potente e con braccio disteso, perché la sua benignità dura in eterno.
13 Colui che divise il Mar Rosso in due, perché la sua benignità dura in eterno.
14 e fece passare Israele in mezzo ad esso, perché la sua benignità dura in eterno,
15 ma travolse il Faraone e il suo esercito nel Mar Rosso, perché la sua benignità dura in eterno.
16 Colui che portò il suo popolo attraverso il deserto, perché la sua benignità dura in eterno,
17 colui che percosse grandi re, perché la sua benignità dura in eterno,
18 e uccise re potenti, perché la sua benignità dura in eterno:
19 Sihon, re degli Amorrei, perché la sua benignità dura in eterno,
20 e Og, re di Bashan, perché la sua benignità dura in eterno.
21 E diede il loro paese in eredità, perché la sua benignità dura in eterno,
22 in eredità a Israele, suo servo, perché la sua benignità dura in eterno.
23 Egli si ricordò di noi nella nostra bassa condizione, perché la sua benignità dura in eterno,
24 e ci liberò dai nostri nemici, perché la sua benignità dura in eterno.
25 Egli dà il cibo a ogni carne, perché la sua benignità dura in eterno.
26 Celebrate il DIO del cielo, perché la sua benignità dura in eterno.»
Il salmista invita a celebrare «colui che solo fa meraviglie», «il Dio del cielo», dopo aver nominato JHWH, Elohim, e Adonaj. Per il credente israelita, l’Eterno, il Dio degli dèi, il Signore, era una sola persona, era la Divinità del cielo. Eppure, non è solo perché Egli si riferisce a se stesso
come Elohim – un plurale che in italiano andrebbe reso «Dii». Ma questo fa parte della nostra ricerca.
Queste prime considerazioni hanno lo scopo di far comprendere che la Scrittura usa una pluralità di termini per indicare la stessa Divinità. Se riusciamo a cogliere il senso distintivo esistente in seno alla triade JHWH, Elohim e Adonaj, termini che sono appellativi, non sinonimi fra loro, con riguardo alla designazione personale della Divinità, noi possiamo essere enormemente arricchiti dalla Parola di Dio.
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RIEPILOGO
La Scrittura attribuisce alla Divinità d’Israele tre nomi: Adonaj, Elohim, JHWH.
JHWH, Elohim e Adonaj, non sono sinonimi indicanti la stessa personalità divina.
Solo JHWH è il vero nome proprio della Divinità d’Israele che è Gesù.
La Parola di Dio usa una pluralità di termini per indicare lo stesso ed unico Dio
--Con la concessione del Fratello Ellero --
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