Translate

YHWH è l'Elohim dell'Antico Patto (3° Parte)


3° Parte

«E ora, o Israele, che cosa richiede da te JHWH, Elohim tuo, se non di temere JHWH, Elohim tuo, di camminare in tutte le sue vie, di amarlo e di servire JHWH, Elohim tuo, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima» (Deuteronomio 10:12)

«Ma le mangerai davanti JHWH, Elohim tuo, nel luogo che JHWH, Elohim tuo, sceglierà, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo servo e la tua serva, e il Levita che abiterà entro le tue porte; e gioirai davanti JHWH, Elohim tuo, di ogni cosa a cui metti mano» (Deuteronomio 12:18)

«… JHWH, Elohim tuo, non volle ascoltare Balaam; ma JHWH,Elohim tuo, mutò per te la maledizione in benedizione, perché JHWH, Elohim tuo, ti ama» (Deuteronomio 23:5)

Proprio perché JHWH era la Divinità d’Israele, Egli doveva essere unico in tutto.

«Poiché JHWH, Elohim vostro è il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il El, il grande, forte e tremendo, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali» (Deuteronomio 10:17)

«Non sono forse io, JHWH? Non v’è altro Elohim fuori di me, un Dio giusto, un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me» (Isaia 45:21)

«Per questo sei grande, o JHWH, o DIO. Nessuno è come te e non c’è altro Elohim fuori di te, secondo tutto ciò che abbiamo udito con i nostri orecchi» (2 Samuele 7:22)

«Eppure io sono JHWH, il tuo Elohim fin dal paese d’Egitto; tu non devi riconoscere altro Elohim fuori di me e non c’è altro Salvatore fuori di me» (Osea 13:4)

«Ora vedete che io, io Egli, e non vi è Elohim accanto a me»(Deuteronomio 32:39)

L’ultimo versetto merita una precisazione, perché la traduzione di questo testo è grammaticalmente ostica e i traduttori non sempre hanno rispettato il testo ebraico. 

La Bibbia del Luzzi, la Nuova Riveduta, la Bibbia del Nardoni, la C.E.I., la Mariani, la Concordata, quella del Garofalo, traducono Deuteronomio 32:39 «Ora vedete che io solo sono Dio», oppure, con altre lievi varianti come: «Vedete, ora sono io, io lo sono.» Solo la Bibbia del Diodati, traducendo letteralmente dall’ebraico, rende Deuteronomio 32:39 «Ora vedete che io, io sono Lui




Questo parte del Papiro sta scritto in ebraico YHWH ELOHIM- Deut.10:17




Alla luce di quanto stiamo studiando, questa affermazione è veramente unica. L’espressione di Deuteronomio 32:39, appartiene ad un cantico che JHWH ha messo sulla bocca di Mosè perché lo insegnasse al popolo (Deuteronomio 31:19). 

È JHWH a parlare, affermando di essere Lui e che non vi sia altro Elohim. È dunque JHWH che, per proclamare se stesso, si rapporta con la persona di un altro soggetto. JHWH presenta se stesso come una password, Colui che è accessibile mediante il Suo Nome.

Nell’originale ebraico, troviamo questa espressione anche nel libro di Isaia; ma, anche qui i traduttori non ne hanno rispettato il senso letterale, forse, per riguardo ai canoni della lingua italiana. I testi in questione sono:
Isaia 41:4; 43:10; 43:13; 46:4; 48:12; 52:6. Il Garofalo mette il pronome«Lui», anche, in Esodo 34:29 e 35, e in Numeri 7:89 (Due volte).

JHWH è dunque l’Elohim, la Divinità dell’Antico Patto.
Non solo. Egli ha escluso la possibilità che vi fosse un altro Elohim all’infuori di se stesso.

«Così dice l’Eterno, il re d’Israele e suo Redentore, l’Eterno degli eserciti: “Io sono il primo e sono l’ultimo, e all’infuori di me non c’è Elohim”» (Isaia 44:6)

«Io sono JHWH e non c’è alcun altro; fuori di me non c’è
Elohim...» (Isaia 45:5)

«Perché dall’est all’ovest si riconosca che non c’è nessun Dio
fuori di me. Io sono JHWH e non c’è alcun altro» (Isaia 45:6)

«Eppure io sono l’Eterno, il tuo DIO, fin dal paese d’Egitto; tu non devi riconoscere altro Elohim fuori di me e non c’è altro Salvatore fuori di me» (Osea 13:4)

Non solo. Chi sacrificava ad altre divinità (Elohim) doveva essere ucciso.

«Chi sacrifica agli elohim, all’infuori di JHWH, sarà sterminato» (Esodo 22:20)

I santi dell’Antico Patto, dunque, non ponevano la propria fede in un Dio, un Elohim, vago; al contrario, essi avevano riposto la loro fiducia specificatamente in JHWH. JHWH, quindi, non era solo un nome, era una Persona: la Divinità degli ebrei.


L’espressione «JHWH l’Elohim d’Israele», si trova centinaia di volte nella Scrittura.

«Dopo questo, Mosè ed Aaronne andarono dal Faraone e gli dissero:“Così dice JHWH, Elohim di JiSrä´ël: Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto”» (Esodo 5:1)

Mosè spiega subito al faraone che, JHWH, era la Divinità del popolo d’Israele.

«Tre volte all’anno comparirà ogni vostro maschio davanti al Signore, JHWH, Elohim di JiSrä´ël:» (Esodo 34:23)

È JHWH stesso che si definisce la Divinità d’Israele.
«In una sola volta Giosuè prese tutti quei re e i loro paesi, perché JHWH, Elohim di JiSrä´ël combatteva per Israele» (Giosuè 10:42)

L’autore del libro di Giosuè mette in evidenza che JHWH, la Divinità del popolo d’Israele, fosse più grande degli altri elohim.

«Poi invocò l’Eterno e disse: “O JHWH, Elohim mio, hai forse colpito di sventura anche questa vedova, che mi ospita, facendole morire il figlio?” Si distese quindi tre volte sul fanciullo e invocò l’Eterno, dicendo: “O JHWH Elohim, ti prego, fa’ che l’anima di questo fanciullo ritorni in lui”» (1Re 17:20-21)

Elia, come tutti i profeti, non si è rivolto a Elohim come il suo JHWH; ma a JHWH come il suo Elohim.

Nella vita, come prima di morire, Davide ha invocato l’Eterno, come il suo Dio.

«Ma io, o JHWH, confido in te; ho detto: “Tu sei il mio
Elohim”» (Salmo 31:14)

Il popolo d’Israele aveva una Divinità: questo Dio era JHWH. Il Tetragramma non rappresentava un titolo dato al Dio d’Israele, non era solo un nome, ma è una Persona. C’è chi vede nel Tetragramma un nome per riferirsi alle Tre Persone della Trinità; se così fosse, tale nome dovremmo ravvisarlo nel nome generico Elohim (Dii) che ci fa pensare ad una pluralità.

Ma JHWH è il nome attribuibile ad una sola Persona della Trinità.




   Qumran fragmento 4Q120 frg20 la trascrizione del  Divino Nome in Greco


Alcuni studiosi fanno notare che in ebraico, il nome Gesù, ordinato dall’angelo a Maria per il figlio ch’ella avrebbe partorito per lo Spirito Santo, significa Jahweh.

 A prima vista, questa sembra una conclusione semplicistica; ma è proprio la mancanza di questo presupposto a mettere
gli studiosi biblici in disaccordo sulla Natura trinitaria. 

Poiché Il Dio trino non può essere compreso rettamente se non nella Sua rivelazione, è evidente che dobbiamo dare la massima importanza a come Egli si è rivelato.

Se la Divinità pluripersonale d’Israele si è rivelata nella persona di JHWH, per non perderci in concetti filosofici ed astratti intorno alle Tre Persone divine, dobbiamo centrare la nostra massima attenzione sulla Persona di JHWH, perché la Natura di Dio può essere compresa solo attraverso
l’interpretazione di JHWH stesso e delle sue azioni.

 Qualsiasi teo-logia che non tenga presente questo presupposto, è destinata ad incorrere in contraddizioni molto serie in relazione alle Tre Persone Divine. Parlerà, sì, di Dio, ma si accorgerà con terrore di parlare di tutt’altro.

Con il passare del tempo, ho compreso che molta confusione in merito alla comprensione di JHWH deriva dal fatto che non si ha una mente trinitaria.

 Purtroppo, la maggioranza dei credenti e dei teologi usano il termine Dio e la scritta JHWH come panacea per dire di tutto e di niente;
mentre una mente e un atteggiamento trinitario potrebbero rivelare tante prospettive nuove. Chi riesce a non confondere la Persona di JHWH con la trinità, pone il piede sulla pietra angolare capace di costruire ragionamenti in armonia con la Scrittura.