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L’antropomorfismo di YHWH (1°parte)

Poiché l’antropomorfismo è l’attribuire qualità umane, sia fisiche, sia intellettuali, sia morali alla divinità, nel nostro studio, usiamo questo termine in modo improprio perché, come si vedrà, JHWH possiede veramente caratteristiche fisiche, morali e organi di senso, quali udito e vista.

Per correttezza morale, non è mia abitudine portare il lettore a certe conclusioni, senza prima aver fatto un certo percorso logico. Porre dei presupposti iniziali in un ragionamento, spesso, è fonte di errore, anche per il pensiero più rigoroso. 

Considerato, però, che in questo studio dimostreremo che JHWH, il quale è Dio, ha un corpo, la prima reazione di chi legge è pensare che le seguenti riflessioni siano infondate, poiché nel Nuovo Patto è scritto che Dio è spirito. 

Su questa verità non ci sono dubbi, ma è l’interpretazione di questo assioma, che difetta. Affinché ciò che andremo ad esaminare sia comprensibile, premetto ciò che prenderemo in esame dal sesto studio in poi: cioè che JHWH, il Dio dell’Antico Patto non è, come comunemente si pensa, la prima Persona della trinità, cioè il Padre, ma Cristo. Una verità questa riconosciuta anche da Calvino, nel suo primo volume dell’opera «Istituzione della religione Cristiana» (Capitolo XIII, punto 27).

Poiché Gesù Cristo è Dio e, come tale, si è fatto carne (Gv1:14), ha assunto un corpo umano (1Timoteo 3:16), è stato visto e toccato, le seguenti riflessioni sono una preparazione ad accettare «il grande mistero della pietà: Dio manifestato in carne» (1Timoteo 3:16). Se nelle riflessioni teologiche si inizia a dire che Dio è spirito e non può avere un corpo, se questo è il primo messaggio che ricevono i musulmani, come possono in seguito questi, assieme ad altri religiosi di altre fedi, accettare che Dio si è fatto carne? Una chiarezza su questo aspetto farà tacere, una volta per sempre, i testimoni di Geova e tutti coloro che possiedono una divinità puramente intellettuale.








Abbiamo considerato che il nome proprio del Creatore è composto da quattro consonanti: JHWH. Il Tetragramma non è una parola, né solo un insieme di lettere, ma una Persona. 

Questo è il motivo, per cui l’Antico Patto non si riferisce mai a JHWH senza attribuirgli delle caratteristiche umane. 
Di per sé questo non è un fenomeno particolare. Le Divinità degli altri popoli semiti erano personificazioni di forze naturali e di realtà sociali: ad esse erano attribuite caratteristiche e comportamenti umani. 

È difficile trovare, nell’Antico Patto, un antropomorfismo che non abbia paralleli in un’altra antica letteratura semitica, anche se è significativo che certe qualità ascritte agli dèi greci (come la sessualità), non siano mai attribuite a JHWH nell’Antico Patto. Eppure, attraverso gli antropomorfismi è possibile una comprensione di Dio, altrimenti irraggiungibile mediante discorsi più astratti e raffinati. Dopo tutto, la parola umana non dispone di nessun altro mezzo, adatto a enunciare la realtà ineffabile della Divinità.

Dio, attraverso la cultura dell’uomo, si esprime con concetti intelligibili aventi un senso compiuto.

JHWH è Dio. Non è un Dio astratto, vago, ma è un essere che parla, vede, sente e ha contatti con gli uomini. È il Dio dell’incontro, della familiarità e che, come tale, è conosciuto. Esaminiamo una serie di versetti, tratti dalla Genesi, funzionali alla riflessione in ordine all’antropomorfismo, considerando se si tratti solo di espressioni atte a riferirsi ad una Divinità irreale, come quella dei romani o greci.
«Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati, nel giorno che l’Eterno DIO fece la terra e i cieli» (Genesi 2:4)
«Allora l’Eterno Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi l’Eterno DIO piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato» (Genesi 2:7-9)
«Poi l’Eterno DIO disse: Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui. E l’Eterno DIO formò dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli dei cieli e li condusse dall’uomo per vedere come li avrebbe chiamati; e in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ogni essere vivente, quello doveva essere il suo nome» (Genesi 2:18-19)
«Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una parte di esso, e rinchiuse la carne al suo posto. Poi l’Eterno DIO con la parte che aveva tolta all’uomo ne formò una donna e la condusse all’uomo» (Genesi 2:21-22)

Noi siamo abituati a leggere il racconto della creazione in senso figurato; sia perché pensiamo che questo accostamento non ci esponga a grossi problemi teologici, sia perché alcuni padri della chiesa hanno preferito questo tipo di lettura. 

Inoltre, vi è una scuola teologica, che preferisce ostinatamente ritenere i primi capitoli della Genesi come scritti per una mentalità primitiva. Ma questo è un esempio di cattiva metodologia storica, ermeneutica e teologica, perché tutta questa serie di verbi citati nei versetti risultano tipicamente adatti ad una realtà fisica concreta e non si addicono ad un Dio astratto, vago, senza alcuna corporeità. 

Leggere la creazione e la disubbidienza di Adamo ed Eva soltanto ed esclusivamente alla luce del linguaggio figurato, impedisce un approfondimento della teologia che sottende al brano biblico. L’antropomorfismo nel testo biblico non è mitigato o nascosto; è proprio grazie a questo «stile forte» dell’antropomorfismo che si può conoscere il Creatore, JHWH.
«Tu solo sei JHWH! Tu hai fatto i cieli dei cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi. Tu conservi in vita tutte queste cose, e l’esercito dei cieli ti adora» (Neemia 9:6)

Continuiamo la nostra lettura in Genesi 3:8.
«Poi udirono la voce di JHWH Elohim che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di JHWH Elohim fra gli alberi del giardino»

Il passeggiare, è attribuibile solo ad una persona avente una propria fisicità e non ad una entità indefinita. Purtroppo, sono addolorato nel leggere in testi di teologia, utilizzati nelle scuole bibliche, che si parla «in modo figurato di Dio, che cammina nel giardino dell’Eden con Adamo ed Eva» (6)

6 Aggiungi alla fede la conoscenza, Edizioni GBU 1994, 
pag 61.


Continueremo L’antropomorfismo di YHWH nel prossimo studio-
Dio vi benedica


YHWH è l'Elohim dell'Antico Patto (3° Parte)


3° Parte

«E ora, o Israele, che cosa richiede da te JHWH, Elohim tuo, se non di temere JHWH, Elohim tuo, di camminare in tutte le sue vie, di amarlo e di servire JHWH, Elohim tuo, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima» (Deuteronomio 10:12)

«Ma le mangerai davanti JHWH, Elohim tuo, nel luogo che JHWH, Elohim tuo, sceglierà, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo servo e la tua serva, e il Levita che abiterà entro le tue porte; e gioirai davanti JHWH, Elohim tuo, di ogni cosa a cui metti mano» (Deuteronomio 12:18)

«… JHWH, Elohim tuo, non volle ascoltare Balaam; ma JHWH,Elohim tuo, mutò per te la maledizione in benedizione, perché JHWH, Elohim tuo, ti ama» (Deuteronomio 23:5)

Proprio perché JHWH era la Divinità d’Israele, Egli doveva essere unico in tutto.

«Poiché JHWH, Elohim vostro è il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il El, il grande, forte e tremendo, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali» (Deuteronomio 10:17)

«Non sono forse io, JHWH? Non v’è altro Elohim fuori di me, un Dio giusto, un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me» (Isaia 45:21)

«Per questo sei grande, o JHWH, o DIO. Nessuno è come te e non c’è altro Elohim fuori di te, secondo tutto ciò che abbiamo udito con i nostri orecchi» (2 Samuele 7:22)

«Eppure io sono JHWH, il tuo Elohim fin dal paese d’Egitto; tu non devi riconoscere altro Elohim fuori di me e non c’è altro Salvatore fuori di me» (Osea 13:4)

«Ora vedete che io, io Egli, e non vi è Elohim accanto a me»(Deuteronomio 32:39)

L’ultimo versetto merita una precisazione, perché la traduzione di questo testo è grammaticalmente ostica e i traduttori non sempre hanno rispettato il testo ebraico. 

La Bibbia del Luzzi, la Nuova Riveduta, la Bibbia del Nardoni, la C.E.I., la Mariani, la Concordata, quella del Garofalo, traducono Deuteronomio 32:39 «Ora vedete che io solo sono Dio», oppure, con altre lievi varianti come: «Vedete, ora sono io, io lo sono.» Solo la Bibbia del Diodati, traducendo letteralmente dall’ebraico, rende Deuteronomio 32:39 «Ora vedete che io, io sono Lui




Questo parte del Papiro sta scritto in ebraico YHWH ELOHIM- Deut.10:17




Alla luce di quanto stiamo studiando, questa affermazione è veramente unica. L’espressione di Deuteronomio 32:39, appartiene ad un cantico che JHWH ha messo sulla bocca di Mosè perché lo insegnasse al popolo (Deuteronomio 31:19). 

È JHWH a parlare, affermando di essere Lui e che non vi sia altro Elohim. È dunque JHWH che, per proclamare se stesso, si rapporta con la persona di un altro soggetto. JHWH presenta se stesso come una password, Colui che è accessibile mediante il Suo Nome.

Nell’originale ebraico, troviamo questa espressione anche nel libro di Isaia; ma, anche qui i traduttori non ne hanno rispettato il senso letterale, forse, per riguardo ai canoni della lingua italiana. I testi in questione sono:
Isaia 41:4; 43:10; 43:13; 46:4; 48:12; 52:6. Il Garofalo mette il pronome«Lui», anche, in Esodo 34:29 e 35, e in Numeri 7:89 (Due volte).

JHWH è dunque l’Elohim, la Divinità dell’Antico Patto.
Non solo. Egli ha escluso la possibilità che vi fosse un altro Elohim all’infuori di se stesso.

«Così dice l’Eterno, il re d’Israele e suo Redentore, l’Eterno degli eserciti: “Io sono il primo e sono l’ultimo, e all’infuori di me non c’è Elohim”» (Isaia 44:6)

«Io sono JHWH e non c’è alcun altro; fuori di me non c’è
Elohim...» (Isaia 45:5)

«Perché dall’est all’ovest si riconosca che non c’è nessun Dio
fuori di me. Io sono JHWH e non c’è alcun altro» (Isaia 45:6)

«Eppure io sono l’Eterno, il tuo DIO, fin dal paese d’Egitto; tu non devi riconoscere altro Elohim fuori di me e non c’è altro Salvatore fuori di me» (Osea 13:4)

Non solo. Chi sacrificava ad altre divinità (Elohim) doveva essere ucciso.

«Chi sacrifica agli elohim, all’infuori di JHWH, sarà sterminato» (Esodo 22:20)

I santi dell’Antico Patto, dunque, non ponevano la propria fede in un Dio, un Elohim, vago; al contrario, essi avevano riposto la loro fiducia specificatamente in JHWH. JHWH, quindi, non era solo un nome, era una Persona: la Divinità degli ebrei.


L’espressione «JHWH l’Elohim d’Israele», si trova centinaia di volte nella Scrittura.

«Dopo questo, Mosè ed Aaronne andarono dal Faraone e gli dissero:“Così dice JHWH, Elohim di JiSrä´ël: Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto”» (Esodo 5:1)

Mosè spiega subito al faraone che, JHWH, era la Divinità del popolo d’Israele.

«Tre volte all’anno comparirà ogni vostro maschio davanti al Signore, JHWH, Elohim di JiSrä´ël:» (Esodo 34:23)

È JHWH stesso che si definisce la Divinità d’Israele.
«In una sola volta Giosuè prese tutti quei re e i loro paesi, perché JHWH, Elohim di JiSrä´ël combatteva per Israele» (Giosuè 10:42)

L’autore del libro di Giosuè mette in evidenza che JHWH, la Divinità del popolo d’Israele, fosse più grande degli altri elohim.

«Poi invocò l’Eterno e disse: “O JHWH, Elohim mio, hai forse colpito di sventura anche questa vedova, che mi ospita, facendole morire il figlio?” Si distese quindi tre volte sul fanciullo e invocò l’Eterno, dicendo: “O JHWH Elohim, ti prego, fa’ che l’anima di questo fanciullo ritorni in lui”» (1Re 17:20-21)

Elia, come tutti i profeti, non si è rivolto a Elohim come il suo JHWH; ma a JHWH come il suo Elohim.

Nella vita, come prima di morire, Davide ha invocato l’Eterno, come il suo Dio.

«Ma io, o JHWH, confido in te; ho detto: “Tu sei il mio
Elohim”» (Salmo 31:14)

Il popolo d’Israele aveva una Divinità: questo Dio era JHWH. Il Tetragramma non rappresentava un titolo dato al Dio d’Israele, non era solo un nome, ma è una Persona. C’è chi vede nel Tetragramma un nome per riferirsi alle Tre Persone della Trinità; se così fosse, tale nome dovremmo ravvisarlo nel nome generico Elohim (Dii) che ci fa pensare ad una pluralità.

Ma JHWH è il nome attribuibile ad una sola Persona della Trinità.




   Qumran fragmento 4Q120 frg20 la trascrizione del  Divino Nome in Greco


Alcuni studiosi fanno notare che in ebraico, il nome Gesù, ordinato dall’angelo a Maria per il figlio ch’ella avrebbe partorito per lo Spirito Santo, significa Jahweh.

 A prima vista, questa sembra una conclusione semplicistica; ma è proprio la mancanza di questo presupposto a mettere
gli studiosi biblici in disaccordo sulla Natura trinitaria. 

Poiché Il Dio trino non può essere compreso rettamente se non nella Sua rivelazione, è evidente che dobbiamo dare la massima importanza a come Egli si è rivelato.

Se la Divinità pluripersonale d’Israele si è rivelata nella persona di JHWH, per non perderci in concetti filosofici ed astratti intorno alle Tre Persone divine, dobbiamo centrare la nostra massima attenzione sulla Persona di JHWH, perché la Natura di Dio può essere compresa solo attraverso
l’interpretazione di JHWH stesso e delle sue azioni.

 Qualsiasi teo-logia che non tenga presente questo presupposto, è destinata ad incorrere in contraddizioni molto serie in relazione alle Tre Persone Divine. Parlerà, sì, di Dio, ma si accorgerà con terrore di parlare di tutt’altro.

Con il passare del tempo, ho compreso che molta confusione in merito alla comprensione di JHWH deriva dal fatto che non si ha una mente trinitaria.

 Purtroppo, la maggioranza dei credenti e dei teologi usano il termine Dio e la scritta JHWH come panacea per dire di tutto e di niente;
mentre una mente e un atteggiamento trinitario potrebbero rivelare tante prospettive nuove. Chi riesce a non confondere la Persona di JHWH con la trinità, pone il piede sulla pietra angolare capace di costruire ragionamenti in armonia con la Scrittura.




YHWH è l'Elohim dell'Antico Patto (2° Parte)

2° Parte

Le circostanze conducono Mosè ad incontrare e vedere la Persona di JHWH, chiamato Angelo dell’Eterno. JHWH si rivela come la Divinità dei suoi padri e manda Mosè a liberare il popolo d’Israele. 

Ma Mosè è incerto, perché non conosce chi lo stia mandando. Mosè è cosciente di essere davanti alla Divinità dei suoi padri; ma non ne conosce il Nome, cioè la sua specifica peculiarità. Fino a quel momento, nessuno aveva mai chiesto alla Divinità chi fosse, nessuno si era posto il problema di conoscere l’identità personale di questa Divinità. 

In effetti, Mosè non chiede a JHWH quale fosse il suo nome, ma gli chiede chi fosse. E, per la prima volta, la Divinità d’Israele rivela il suo Nome, cioè la sua personalità: IO SONO COLUI CHE SONO. Gli studiosi affermano che il nome Jahweh procede dal verbo essere e include i tre tempi di tale verbo, cioè il passato, presente e futuro. Pertanto questo nome significa «Colui che era, che è e che sarà», in altre parole, l’Eterno. Chi ha una certa dimestichezza con le Scritture, per associazione di idee, penserà subito a ciò che l’autore della lettera agli ebrei (e non poteva essere diversamente) ha scritto di Gesù Cristo.

Ecco la sua testimonianza: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno» (Ebrei 13:8 cfr. Apocalisse 1:4,8; 4:8). Di nessun essere umano è stato detto questo; e a nessun altro è stato fatto questo accostamento. 


Questa affermazione è una delle tante testimonianze che troviamo nel N.T. in riferimento alla divinità di Gesù. E non solo. Con tale espressione, l’autore della lettera agli ebrei ha testimoniato che Gesù Cristo è stato, è, e sarà la divinità degli ebrei e dei Cristiani. Il fatto poi che nessuno, prima di Mosè, conoscesse la Divinità dei padri con il Suo nome proprio e specifico, ossia JHWH, è attestato chiaramente anche da JHWH stesso.



(Questo è il tetragramma ebraico del nome divino JHWH)

«DIO parlò a Mosè e gli disse: “Io JHWH, sono apparso ad
Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe, come El Shaddaj, ma non feci loro conoscere il mio nome JHWH”» (Esodo 6:2-3)
La Divinità non raggiungibile dalla mente umana si è rivelata, ha fatto conoscere per la prima volta a Mosè il significato del Suo nome. I Padri d’Israele ebbero a che fare con JHWH, essi credettero in Lui; ma non neconoscevano le caratteristiche. 


Lo conoscevano come El Elyon, - Il Dio Altissimo (Genesi 14:18-22); El Olam – Il Dio dell’eternità (Genesi 21:33); El Shaddaj, - Il Dio onnipotente (Genesi 17:1); ma non come JHWH, Colui che è, che era e sarà. Del resto, quando i patriarchi giunsero nel paese di Canaan, trovarono che i Cananei adoravano il supremo Dio El, in vari santuari con questi titoli. Perciò, i patriarchi non videro alcuna contraddizione nel mettere insieme il culto di un Dio che si era loro rivelato in modo particolare, con un dio universale già noto in Canaan.

Questo dato storico è davvero fondamentale e, come tale, va tenuto in considerazione.
Il popolo dell’Eterno e i profeti, testimoniarono del nome dell’Eterno.


«Cantate a DIO… il suo nome è JHWH; esultate davanti a lui» (Salmo 68:4)«JHWH è un uomo di guerra, il suo nome è JHWH»(Esodo 15:3)


«Io sono JHWH, questo è il mio nome…» (Isaia 42:8)
«… sapranno che il mio nome è JHWH» (Geremia 16:21)
«Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è JHWH degli eserciti» (Isaia 54:5 - L’espressione «JHWH degli eserciti», si trova almeno 250 volte)Quando Israele era schiavo in Egitto, JHWH si è presentato come la Divinità del popolo d’Israele.«Allora l’Eterno disse a Mosè: “Va’ da Faraone e digli: Così dice JHWH, Elohim degli Ebrei [la divinità d’Israele]: lascia andare il mio popolo, perché mi possa servire”» 


(Esodo 9:1,13; 3:18;5:3; 7:6; 10:3).Solo dopo aver liberato il popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, JHWH rivendica il diritto di essere la Divinità del popolo.«Poiché io JHWH Elohim vostro che vi ho fatto salire dal paese d’Egitto, per essere il vostro Elohim. Io JHWH Elohim vostro»(Levitico 11:45; Esodo 6:7; Numeri 15:41)Proprio perché l’Eterno aveva liberato Israele dalla schiavitù, Egli inizia i dieci comandamenti così:«DIO pronunziò tutte queste parole, dicendo: “Io JHWH,
Elohim tuo, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avrai altri dei davanti a me”» (Esodo 20:1-3)


4 Grande Commentario Biblico, Queriniana, 1974, pag 1787
 
JHWH è innanzitutto la Divinità dell’Esodo, il Dio della liberazione.


Per questo Davide pregava:


«Tu hai stabilito per te il tuo popolo d’Israele per essere tuo popolo per sempre; e tu, o JHWH, sei divenuto il suo Elohim» (2Samuele 7:24)Non è un Elohim vago a diventare la Divinità d’Israele, ma è JHWH che diventa la Divinità d’Israele.A motivo di questa rivelazione e liberazione, il pio israelita poteva confessare:«Ascolta, Israele: JHWH, Elohim nostro, JHWH uno» (Deuteronomio 6:4)


SHEMÁ ISRAEL JHWH ELOHENU JHWH ECHAD


Questa dichiarazione è tuttora valida per il popolo d’Israele, che la recita ogni giorno.«Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è JHWH degli eserciti, il tuo Redentore è il Santo d’Israele, chiamato Elohim di tutta la terra» (Isaia 54:5)


«Il loro Redentore è forte; il suo nome è JHWH degli eserciti» (Geremia 50:34)Per il credente dell’Antico Patto JHWH era la sua Divinità, il suo Elohim, l’unico Elohim di tutta la terra, il Liberatore, il Guerriero, il Redentore, il Santo, lo Sposo (Isaia 54.5). 


In merito, Gesù si è definito lo sposo, Marco 2:19. Come poteva appropriarsi di questa caratteristica, appartenente solo a Dio? O era JHWH fattosi carne, o il più grande usurpatore!La beatitudine di una nazione consisteva nell’essere consacrato a JHWH ed essere, da questi, adottata. (Salmo 33:12 e 144:15)«Beata la nazione il cui Elohim è JHWH; beato il popolo che egli ha scelto per sua eredità»

Questa era la testimonianza dei profeti.
 
«Mentre tutti i popoli camminano ciascuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome di JHWH, Elohim nostro per sempre» (Michea 4:5).


Per il pio Israelita, JHWH doveva essere l’unica Divinità.
Troviamo quest’ingiunzione quasi 500 volte, in tre espressioni diverse.


L’espressione: «L’Eterno il tuo Dio», si trova più di 250 volte. Solo in Deuteronomio, più di 100 volte, perché è Mosè a parlare direttamente.L’espressione: «L’Eterno il vostro Dio», si trova quasi 140 volte.


L’espressione: «L’Eterno il nostro Dio», si trova circa 80 volte.


Queste espressioni vanno comprese così: «La tua – nostra – vostra Divinità, è JHWH.»


Ecco alcune affermazioni per dimostrare quanto siano frequenti queste confessioni di fede.

YHWH è l'Elohim dell'Antico Patto (1° Parte)

1° Parte

Abbiamo considerato che il tetragramma JHWH, rimane la scritta più enigmatica nella letteratura religiosa. Se, poi, queste quattro lettere sono il nome proprio della Divinità e si riferiscono al Creatore, all’Altissimo, all’Onnipotente, all’Eccelso, si rimane sconcertati.

«Io renderò grazie all’Eterno per la sua giustizia, e canterò le lodi al nome dell’Eterno [JHWH], l’Altissimo» (Salmo 7:17)

«Perché l’Eterno [JHWH], l’Altissimo, è tremendo, grande re su tutta la terra» (Salmo 47:2)

«[…] il cui nome è l’Eterno [JHWH], sei l’Altissimo su tutta la terra» (Salmo 83:18)

«Chi dimora nel riparo dell’Altissimo, riposa all’ombra dell’Onnipotente» (Salmo 91:1)

«Ma tu, o Eterno, rimani l’Eccelso per sempre» (Salmo 92:8)

«Perché chiamarmi Naomi, quando l’Eterno ha testimoniato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?» (Rut 1:21)

Per gli ebrei, l’Altissimo, l’Eccelso, l’Onnipotente ha un nome proprio di persona: JHWH, il Tetragramma. JHWH era ed è la Divinità d’Israele.

«Allora Asa gridò all’Eterno il suo DIO e disse: “O Eterno, non c’è nessuno all’infuori di te che possa venire in aiuto nel combattimento tra uno potente e uno che è privo di forza. Soccorrici, o Eterno, nostro DIO, perché noi ci appoggiamo su di te e andiamo contro questa moltitudine nel tuo nome. O Eterno, tu sei il nostro DIO; non permettere che l’uomo prevalga su di te!”» (2Cronache 14:11)

«Tu li esaudisti, o Eterno, nostro DIO. Tu fosti per loro un DIO che perdona, pur castigando i loro misfatti» (Salmo 99:8)

In Genesi è l’Onnipotente, JHWH, che crea l’uomo.

«L’Eterno [JHWH] Dio formò l’uomo dalla polvere della terra…

» (Genesi 2:7)

«L’Eterno [JHWH] Dio piantò un giardino in Eden, a oriente…»

(Genesi 2:8)

«L’Eterno [JHWH] Dio fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi...
» (Genesi 2:9)

L’espressione Eterno Dio, non va considerata come una duplice definizione della Divinità. JHWH è JHWH, l’Elohim è l’Elohim.

L’espressione sta a significare che nell’ambito della Divinità, espressa al plurale, l’atto creativo è attribuibile a JHWH.

«Riconoscete che JHWH Elohim è lui che ci ha fatti e non noi
da noi stessi» (Salmo 100:3)

«Poiché tutti gli dèi delle nazioni sono idoli, ma l’Eterno ha fatto
i cieli» (Salmi 96:5)

Per comprendere ciò che stiamo affermando in merito, prendiamo come esempio l’acqua. Essa è composta di due parti di idrogeno e una di ossigeno.

 Quando parliamo dell’ossigeno, ci riferiamo specificatamente ad un elemento dell’acqua, mentre con il termine acqua, intendiamo l’insieme dei due elementi: l’idrogeno, e l’ossigeno. 

Così, con l’espressione «l’Eterno Dio», lo scrittore specifica che la Divinità creatrice dell’uomo è JHWH e non un El, un dio, vago.

«O Eterno degli eserciti, DIO d’Israele, che siedi tra i cherubini,
tu sei DIO, tu solo, di tutti i regni della terra, tu hai fatto i cieli e
la terra» (Isaia 37:16 - cfr. 2Re 19:15; Isaia 54.4)

Chi ha preso l’iniziativa di attribuire il nome JHWH al Creatore? È
forse dipeso da una decisione degli scrittori biblici fare tale abbinamento?





No! JHWH è il nome che il Creatore stesso si è dato. Dio, l’Elohim, la
Divinità d’Israele, si è rivelato così. Leggiamo nel libro dell’Esodo, al capitolo tre.
1 «Or Mosè pascolava il gregge di Jethro suo suocero, sacerdote di Madian; egli portò il gregge oltre il deserto e giunse alla montagna di DIO, all’Horeb.

2 E l’Angelo dell’Eterno gli apparve [si lasciò vedere] in una
Fiamma di fuoco, di mezzo a un roveto. Mosè guardò ed ecco il
roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava.

3 Allora Mosè disse: “Ora mi sposterò per vedere questo grandioso
spettacolo: perché mai il roveto non si consuma!”

4 Or l’Eterno vide che egli si era spostato per vedere, e DIO lo
chiamò di mezzo al roveto e disse: “Mosè, Mosè!” Egli rispose:
“Eccomi.”

5 Dio disse: “Non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi, perché
il luogo sul quale stai è suolo santo”.

6 Poi aggiunse: “Io sono il DIO di tuo padre, il DIO di Abrahamo,
il DIO di Isacco e il DIO di Giacobbe.” E Mosè si nascose la
faccia, perché aveva paura di guardare DIO.

7 Poi l’Eterno disse: “Ho certamente visto l'afflizione del mio popolo
che è in Egitto e ho udito il suo grido a motivo dei suoi oppressori,
poiché conosco le sue sofferenze.

8 Così sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per
farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un
paese dove scorre latte e miele, nel luogo dove sono i Cananei,
gli Hittei gli Amorei, i Perezei, gli Hivvei e i Gebusei.

9 Ed ora, ecco il grido dei figli d’Israele è giunto fino a me, ed ho
pure visto l’oppressione con cui gli Egiziani li opprimono.

10 Or dunque vieni e io ti manderò dal Faraone perché tu faccia
uscire il mio popolo, i figli d’Israele, dall’Egitto.”
1 Ma Mosè disse a DIO: “Chi sono io per andare dal Faraone e
per far uscire i figli d’Israele dall’Egitto?”

12 DIO disse: “Io sarò con te, e questo sarà per te il segno che io ti
ho mandato: Quando avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, voi
servirete DIO su questo monte.”

13 Allora Mosè disse a DIO: “Ecco, quando andrò dai figli
d’Israele e dirò loro: ‘Il DIO dei vostri padri mi ha mandato da
voi’, se essi mi dicono ‘Qual’ è il suo nome?’, che risponderò
loro?”

14 DIO disse a Mosè: “IO SONO COLUI CHE SONO.” Poi disse:
“Dirai così ai figli d’Israele: ‘IO SONO mi ha mandato da voi.’”

15 DIO disse ancora a Mosè: “Dirai così ai figli d’Israele:
‘JHWH, Elohim dei vostri padri, Elohim di Abrahamo, Elohim d’Isacco e Elohim di Giacobbe, mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome in perpetuo. Questo sarà sempre il mio nome col quale sarò ricordato per tutte le generazioni.’”

16 Va’ e raduna gli anziani d’Israele e di’ loro: “JHWH, Elohim
dei vostri padri, Elohim di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe
mi è apparso, dicendo: Io vi ho certamente visitato e ho visto
quello che vi fanno in Egitto;

17 e ho detto: Io vi farò salire dall’oppressione d’Egitto al paese
dei Cananei, degli Hittei, degli Amorei, dei Perezei degli Hivvei
e dei Gebusei, in un paese dove scorre latte e miele”

18 Ed essi ubbidiranno alla tua voce; e tu e gli anziani d’Israele
andrete dal re d’Egitto e gli direte: “JHWH, Elohim degli Ebrei
ci è venuto incontro; ed ora lasciaci andare per il cammino di tre
giorni nel deserto, perché possiamo sacrificare a JHWH, Elohim nostro”»

continua...