La predestinazione
Il soggetto della
predestinazione è un bellissimo argomento; ma il Diavolo, spesso, lo trasforma
in un problema per turbare la vita dei figli di Dio. Vi sono vari modi per
affrontare l'argomento della predestinazione: leggere e studiare che cosa altri
hanno esposto su quest’argomento, e poi pronunciarsi su ciò di cui si è più
convinti; oppure, lasciare da parte ogni interpretazione, più o meno giusta, e
leggere e rileggere la Parola di Dio, chiedendo a Lui la luce per comprendere i
Suoi propositi. Nell'esporre quanto dirò, seguo la seconda strada; anche,
perché mi sembra la più saggia. Un giorno, un giovane andò in una capitaneria
di porto, e chiese di guidare un traghetto che faceva servizio lungo un fiume.
Il capitano del traghetto gli chiese se conosceva tutti gli scogli, e i luoghi,
dove l'acqua era bassa. Il giovane rispose: "No, ma so dove non ci sono
ostacoli, e passo di lì". Il capitano l'assunse. Molti credenti, forse,
conoscono i vari ostacoli intorno all'argomento della predestinazione, forse
conoscono varie interpretazioni; ma ne conosco pochissimi che, messisi in
preghiera davanti a Dio, avendo chiesto a Lui la sapienza, abbiano ricevuto, in seguito, una chiara rivelazione
intorno a quest’argomento.
Perché, l'argomento della predestinazione,
diventa un problema per molti credenti?
a) Il principale motivo, a mio avviso, è perché troppe
persone ne parlano in modo sbagliato. Per alcuni, la predestinazione non è
altro che la scelta di Dio di compiere ciò "che Egli prevede che l'essere
umano metterà in atto". Ma, tale opinione, presenta molte lacune.
b) La seconda ragione è che, parlando di predestinazione,
vi sono dei pregiudizi. Infatti, ad una domanda su questo argomento, ho sentito
rispondere: "Per comprendere il tema della predestinazione, bisogna essere
in cielo", oppure: "La predestinazione è un mistero". Con questo
pregiudizio, è chiaro che si precluda la possibilità di ottenere una risposta.
c) La terza
ragione, proviene dalla parola stessa "predestinazione". Essa deriva
dalla parola greca Prohorizo, cioè predestinare, decidere prima,
decidere in antecedenza. Questo verbo, quindi, implica la sovranità di Dio il
quale decide ogni cosa, indipendentemente dal volere dell'uomo. Anche
quest’aspetto è da collocare nel giusto posto.
Che Dio sia sovrano, che
regni, e faccia ciò che vuole, sia in cielo sia in terra, è una verità lampante
nella Scrittura (Salmo 115:3 e Daniele 4:34-35). E' Dio che decide per l'uomo,
se questo debba nascere alto o basso, bianco o nero; se nascere in una famiglia
ricca o povera; se nascere in campagna o in città; se nascere sano o malato,
ecc... Il credente accetta tutto questo, perché si è sottomesso alla sovranità
di Dio il giorno stesso nel quale è diventato un Suo figlio. Ma, quando questa
sovranità si applica al piano dalla salvezza dell'uomo, espressa nel concetto
"che Dio è sovrano nella creazione", l'argomento posto in questi
termini interessa ognuno di noi. E non sono pochi coloro che rimangono turbati
o perplessi.
Prima di
entrare nel merito dell'argomento valutiamo quali, e quanti, siano i passi
della Scrittura, che si riferiscono alla predestinazione. Sono esattamente sei:
due in Romani, due in Efesini, uno in Corinzi e uno in Atti. E' da tenere
presente che non tutte le Bibbie traducono dal greco la parola Prohorizo con
la parola predestinazione. Ecco per esteso i versetti.
1)
Efesini 1:5 - " ...avendoci predestinati
nel suo amore ad essere adottati per mezzo di Gesù Cristo".
2) Efesini 1: 11 - "In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie
ogni cosa secondo la decisione della sua volontà".
3) 1Corinzi 2:6-8 - " ...ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio
aveva prima dei secoli predestinata a
nostra gloria".
4) Romani 8:29 - " Perché quelli che ha preconosciuti li ha pure predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio
suo".
5) Romani 8:30 - "E quelli che ha predestinati,
li ha pure chiamati".
6) Atti 4:28 - "...per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio
avevano predestinato che avvenissero".
Prima di spiegare questi
passi, occorre fare una premessa.
Quando, nella Scrittura vi
sono asserzioni per noi difficili da comprendere, è saggio interpretarle alla
luce delle verità più evidenti, e le conclusioni alle quali giungiamo non
devono essere contraddittorie. Per esempio, leggendo: "la donna sarà
salvata partorendo figli" (1Timoteo 2:15), qualsiasi interpretazione
dessimo a questa locuzione, essa non deve demolire la dottrina della salvezza
per grazia mediante la fede. Infatti, Paolo afferma, semplicemente, che la
donna eviterà molti errori accudendo ad una famiglia. Oppure, leggendo:
"la donna deve stare in silenzio" (1Timoteo 2:11-12), qualsiasi interpretazione
attribuissimo al testo, non ci potrà in ogni modo permettere di togliere alle
donne la possibilità di pregare o profetizzare (1Corinzi 11:5). Così, prima di
interpretare i testi menzionati precedentemente, leggiamo ciò che afferma la
Scrittura riguardo alla salvezza.
a)
Giovanni 6:40 - Gesù disse: "Questa è
la volontà di colui che mi ha mandato: che chiunque viene alla conoscenza del
Figlio e crede in Lui abbia vita eterna".
b)
1Timoteo 2:1-4 - Paolo scrive "..Dio,
nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che
vengano alla conoscenza della verità".
c)
2Pietro 3:9 - Pietro scrive "Il
Signore...è paziente verso noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti
vengano a ravvedimento".
Queste tre asserzioni, fatte
da tre persone diverse, hanno in comune un concetto, che esprime tre verità
indiscutibili:
1) Si parla della volontà di
Dio.
2) Questa volontà è per
tutti gli uomini.
3) Questa volontà, per tutti
gli uomini, è che siano salvati.
Quindi, per quanto riguarda
la salvezza Dio non fa differenze, né distinzioni per nessuno. "..la luce vera, che illumina ogni
uomo che viene nel mondo (Giovanni 1:9).
Fatta questa premessa,
prendiamo in esame i testi in questione. La più elementare domanda per una
corretta interpretazione biblica, è chiedersi a chi siano rivolte queste
affermazioni. E' proprio per questa elementare regola dell'ermeneutica che i
seguaci della "Torre di guardia", e del cattolicesimo, hanno commesso
un errore fondamentale nella loro fede. Infatti, i Testimoni della Torre di
Guardia quando leggono in Isaia "voi siete i miei testimoni"
(43:10), attribuiscono questa asserzione a loro stessi, ma dimenticano che tale
promessa è rivolta agli ebrei. Così, i religiosi cattolici romani quando
leggono che Gesù disse a Pietro: "Tutto ciò che avrai legato sulla terra
sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto
nei cieli" (Matteo 16:19), interpretano che a Pietro sia stata
data una particolare autorità. Dimenticano però che Gesù rivolse le stesse
parole a tutti gli uomini (Matteo 18:18); e che questa frase sia citata nel
contesto di una relazione personale con il prossimo.
Rileggendo quindi i versetti
che si riferiscono alla predestinazione, notiamo che quattro di essi sono rivolti
ai credenti, uno si riferisce al mistero di Dio, e uno è riferito a Cristo.
Il passo
riferito a Cristo è quello degli Atti. Luca riconosce che le sofferenze di
Cristo fossero state predestinate da Dio, prima che Egli nascesse. Ciò si
accorda con le riflessioni sopraccitate: Dio predestina certe tappe della vita
di ogni uomo. Infatti, Salomone ebbe una vita più pacifica che suo padre
Davide. Il passo degli Atti non costituisce un problema per ciò che riguarda la
salvezza o la perdizione dell'uomo.
In Corinzi, la
parola predestinazione non interessa gli individui, ma il mistero che Dio ha
voluto rivelare al momento opportuno.
La seconda
volta in cui Paolo usa la parola predestinazione nella lettera ai Romani, è per
mettere in evidenza che Dio chiama coloro che sono già predestinati. Anche
questo testo, quindi, non serve per la ricerca del nostro studio. A questo
punto notiamo che i passi in questione per affrontare l’argomento della
predestinazione, SONO SOLAMENTE TRE.
Poiché i restanti tre
versetti sono rivolti a dei salvati, a dei figli di Dio, la seconda domanda che
sorge spontanea è: "A che cosa sono stati predestinati i figli di
Dio?".
In Efesini 1:5 sono stati "predestinati a essere adottati";
In Efesini 1:11 sono stati "predestinati a essere eredi";
In Romani 8:29 sono stati "predestinati a essere conformi
all'immagine di Cristo".
Nulla che abbia a che fare
con la salvezza, o la perdizione dell’anima.
Ecco, quindi, le conclusioni
che possiamo trarre.
Dopo esserci chiesti quante
volte la parola predestinazione si trovi nella Parola di Dio, e a chi fossero
rivolte le promesse, ed il loro contenuto, possiamo affermare, senza ombra di
dubbio, che:
1) Nella Parola di Dio, la
predestinazione non è mai riferita alla salvezza e tantomeno alla perdizione dell'uomo.
2) Non esiste una doppia
predestinazione, Non vi è un solo passo della Scrittura, dove si affermi che
Dio abbia predestinato alcuni uomini alla perdizione. Dio non ha prenotato dei
posti, né in cielo, né all'inferno.
3) Non esiste passo biblico
che indichi che l’uomo è incapace di percepire la chiamata di Dio e di
rispondere ad essa.
4) La parola predestinazione
è applicata, eccetto che per la vita di Cristo, e per il piano di Dio, solo a dei credenti.
5) Dio ha predestinato i
credenti, che lo vogliano o no, a certe benedizioni eterne, quali: diventare
figli di Dio, essere eredi, essere conformi a Cristo, a conoscere la sapienza
di Dio.
6) Sostenere che Dio abbia
predestinato alcuni uomini alla perdizione, o alla salvezza, è elaborare un
discorso che vada oltre le intenzioni degli autori biblici. E' applicare un
termine in modo errato. Sarebbe come voler applicare la parola
"santificazione" a coloro che non sono cristiani, o la parola
glorificazione a dei demoni. E questo, a mio avviso, è l'errore fondamentale di
interpretazione, a causa del quale si giunge a conclusioni che non sono neppure
sfiorate nella Parola di Dio.
Non è quindi la parola
"predestinazione", e tutto il pensiero conseguente, a creare
difficoltà. La responsabilità di aver reso questa parola tristemente famosa per
la sua problematica, è da imputare a coloro che le fanno dire ciò che essa non
stabilisce. Lo studio della predestinazione non presenterebbe alcuna
possibilità di errore, se l'inconcepibile e ridicolo pregiudizio dei teologi di
ogni tempo non lo avesse imbrogliato, rendendolo tanto irto di difficoltà al
punto che la maggior parte dei cristiani indietreggia impaurita. Sono convinto
che se nel corso della storia, i cristiani avessero applicato la parola
"predestinazione" correttamente, la chiesa avrebbe lodato e adorato
Dio, anziché cadere in tristi dispute e nocive divisioni.
Che il
sacrificio di Cristo sia valevole per tutti, lo afferma, categoricamente, anche
Giovanni nella sua prima lettera: "Figlioli
miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi
abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il
sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma
anche per quelli di tutto il mondo" (1Gv 2:1-2). "Queste
parole", scrive John Stott, "non possono essere forzate così da
significare che tutti i peccati sono automaticamente perdonati per la
propiziazione di Cristo, ma che un perdono universale è offerto per i peccati
di tutto il mondo intero ed è goduto da coloro che ne colgono
l'opportunità". Se Dio facesse preferenze per la salvezza, dovremmo
concludere che il messaggio dell'Evangelo non è per tutti gli uomini, non è più
universale, perché non tutti sarebbero chiamati alla salvezza. La salvezza è
considerata, nella Parola di Dio come un'offerta che Egli fa a tutti
gli uomini; e questi sono liberi di accettare o rifiutare. E’ difficile
se non impossibile spiegare come possa la volontà dell’uomo essere veramente
libera per quanto concerne l’accettazione o il rifiuto del vangelo della
grazia, se Dio ha preordinato un tipo di elezione alla salvezza che prescinda
dalla responsabilità dell’uomo. Se non ci fosse questa libertà, Dio non si
rivolgerebbe all'uomo in termini di scegliere o di volere ((Deuteronomio 30:19;
Giovanni 5:40; Matteo 23:37); e non sarebbe dispiaciuto della morte dell'empio
(Ezechiele 8:23 e 32; Ezechiele 33:11). Gesù disse: "Voi investigate le Scritture,
perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che
testimoniano di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita"
(Giovanni 5:40). Gesù non disse a coloro che lo ascoltavano che erano
predestinati alla perdizione, ma mise in evidenza la loro responsabilità del
rifiuto.
...............Continua..........
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