Translate

La predestinazione 1°parte

 










La predestinazione

Il soggetto della predestinazione è un bellissimo argomento; ma il Diavolo, spesso, lo trasforma in un problema per turbare la vita dei figli di Dio. Vi sono vari modi per affrontare l'argomento della predestinazione: leggere e studiare che cosa altri hanno esposto su quest’argomento, e poi pronunciarsi su ciò di cui si è più convinti; oppure, lasciare da parte ogni interpretazione, più o meno giusta, e leggere e rileggere la Parola di Dio, chiedendo a Lui la luce per comprendere i Suoi propositi. Nell'esporre quanto dirò, seguo la seconda strada; anche, perché mi sembra la più saggia. Un giorno, un giovane andò in una capitaneria di porto, e chiese di guidare un traghetto che faceva servizio lungo un fiume. Il capitano del traghetto gli chiese se conosceva tutti gli scogli, e i luoghi, dove l'acqua era bassa. Il giovane rispose: "No, ma so dove non ci sono ostacoli, e passo di lì". Il capitano l'assunse. Molti credenti, forse, conoscono i vari ostacoli intorno all'argomento della predestinazione, forse conoscono varie interpretazioni; ma ne conosco pochissimi che, messisi in preghiera davanti a Dio, avendo chiesto a Lui la sapienza, abbiano ricevuto, in seguito, una chiara rivelazione intorno a quest’argomento.

 

Perché, l'argomento della predestinazione, diventa un problema per molti credenti?

            a) Il principale motivo, a mio avviso, è perché troppe persone ne parlano in modo sbagliato. Per alcuni, la predestinazione non è altro che la scelta di Dio di compiere ciò "che Egli prevede che l'essere umano metterà in atto". Ma, tale opinione, presenta molte lacune.

            b) La seconda ragione è che, parlando di predestinazione, vi sono dei pregiudizi. Infatti, ad una domanda su questo argomento, ho sentito rispondere: "Per comprendere il tema della predestinazione, bisogna essere in cielo", oppure: "La predestinazione è un mistero". Con questo pregiudizio, è chiaro che si precluda la possibilità di ottenere una risposta.

c) La terza ragione, proviene dalla parola stessa "predestinazione". Essa deriva dalla parola greca Prohorizo, cioè predestinare, decidere prima, decidere in antecedenza. Questo verbo, quindi, implica la sovranità di Dio il quale decide ogni cosa, indipendentemente dal volere dell'uomo. Anche quest’aspetto è da collocare nel giusto posto.

 

Che Dio sia sovrano, che regni, e faccia ciò che vuole, sia in cielo sia in terra, è una verità lampante nella Scrittura (Salmo 115:3 e Daniele 4:34-35). E' Dio che decide per l'uomo, se questo debba nascere alto o basso, bianco o nero; se nascere in una famiglia ricca o povera; se nascere in campagna o in città; se nascere sano o malato, ecc... Il credente accetta tutto questo, perché si è sottomesso alla sovranità di Dio il giorno stesso nel quale è diventato un Suo figlio. Ma, quando questa sovranità si applica al piano dalla salvezza dell'uomo, espressa nel concetto "che Dio è sovrano nella creazione", l'argomento posto in questi termini interessa ognuno di noi. E non sono pochi coloro che rimangono turbati o perplessi.

Prima di entrare nel merito dell'argomento valutiamo quali, e quanti, siano i passi della Scrittura, che si riferiscono alla predestinazione. Sono esattamente sei: due in Romani, due in Efesini, uno in Corinzi e uno in Atti. E' da tenere presente che non tutte le Bibbie traducono dal greco la parola Prohorizo con la parola predestinazione. Ecco per esteso i versetti.

1) Efesini 1:5 - " ...avendoci predestinati nel suo amore ad essere adottati per mezzo di Gesù Cristo".

2) Efesini 1: 11 - "In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della sua volontà".

3) 1Corinzi 2:6-8 - " ...ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria".

4) Romani 8:29 - " Perché quelli che ha preconosciuti li ha pure predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo".

5) Romani 8:30 - "E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati".

6) Atti 4:28 - "...per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano predestinato che avvenissero".

Prima di spiegare questi passi, occorre fare una premessa.

Quando, nella Scrittura vi sono asserzioni per noi difficili da comprendere, è saggio interpretarle alla luce delle verità più evidenti, e le conclusioni alle quali giungiamo non devono essere contraddittorie. Per esempio, leggendo: "la donna sarà salvata partorendo figli" (1Timoteo 2:15), qualsiasi interpretazione dessimo a questa locuzione, essa non deve demolire la dottrina della salvezza per grazia mediante la fede. Infatti, Paolo afferma, semplicemente, che la donna eviterà molti errori accudendo ad una famiglia. Oppure, leggendo: "la donna deve stare in silenzio" (1Timoteo 2:11-12), qualsiasi interpretazione attribuissimo al testo, non ci potrà in ogni modo permettere di togliere alle donne la possibilità di pregare o profetizzare (1Corinzi 11:5). Così, prima di interpretare i testi menzionati precedentemente, leggiamo ciò che afferma la Scrittura riguardo alla salvezza.

a) Giovanni 6:40 - Gesù disse: "Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che chiunque viene alla conoscenza del Figlio e crede in Lui abbia vita eterna".

b) 1Timoteo 2:1-4 - Paolo scrive "..Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità".

c) 2Pietro 3:9 - Pietro scrive "Il Signore...è paziente verso noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento".

Queste tre asserzioni, fatte da tre persone diverse, hanno in comune un concetto, che esprime tre verità indiscutibili:

1) Si parla della volontà di Dio.

2) Questa volontà è per tutti gli uomini.

3) Questa volontà, per tutti gli uomini, è che siano salvati.

Quindi, per quanto riguarda la salvezza Dio non fa differenze, né distinzioni per nessuno. "..la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo (Giovanni 1:9).

 

Fatta questa premessa, prendiamo in esame i testi in questione. La più elementare domanda per una corretta interpretazione biblica, è chiedersi a chi siano rivolte queste affermazioni. E' proprio per questa elementare regola dell'ermeneutica che i seguaci della "Torre di guardia", e del cattolicesimo, hanno commesso un errore fondamentale nella loro fede. Infatti, i Testimoni della Torre di Guardia quando leggono in Isaia "voi siete i miei testimoni" (43:10), attribuiscono questa asserzione a loro stessi, ma dimenticano che tale promessa è rivolta agli ebrei. Così, i religiosi cattolici romani quando leggono che Gesù disse a Pietro: "Tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo 16:19), interpretano che a Pietro sia stata data una particolare autorità. Dimenticano però che Gesù rivolse le stesse parole a tutti gli uomini (Matteo 18:18); e che questa frase sia citata nel contesto di una relazione personale con il prossimo.

 

Rileggendo quindi i versetti che si riferiscono alla predestinazione, notiamo che quattro di essi sono rivolti ai credenti, uno si riferisce al mistero di Dio, e uno è riferito a Cristo.

Il passo riferito a Cristo è quello degli Atti. Luca riconosce che le sofferenze di Cristo fossero state predestinate da Dio, prima che Egli nascesse. Ciò si accorda con le riflessioni sopraccitate: Dio predestina certe tappe della vita di ogni uomo. Infatti, Salomone ebbe una vita più pacifica che suo padre Davide. Il passo degli Atti non costituisce un problema per ciò che riguarda la salvezza o la perdizione dell'uomo.

In Corinzi, la parola predestinazione non interessa gli individui, ma il mistero che Dio ha voluto rivelare al momento opportuno.

La seconda volta in cui Paolo usa la parola predestinazione nella lettera ai Romani, è per mettere in evidenza che Dio chiama coloro che sono già predestinati. Anche questo testo, quindi, non serve per la ricerca del nostro studio. A questo punto notiamo che i passi in questione per affrontare l’argomento della predestinazione, SONO SOLAMENTE TRE.

 

Poiché i restanti tre versetti sono rivolti a dei salvati, a dei figli di Dio, la seconda domanda che sorge spontanea è: "A che cosa sono stati predestinati i figli di Dio?".

In Efesini 1:5 sono stati "predestinati a essere adottati";

In Efesini 1:11 sono stati "predestinati a essere eredi";

In Romani 8:29 sono stati "predestinati a essere conformi all'immagine di Cristo".

Nulla che abbia a che fare con la salvezza, o la perdizione dell’anima.

Ecco, quindi, le conclusioni che possiamo trarre.

Dopo esserci chiesti quante volte la parola predestinazione si trovi nella Parola di Dio, e a chi fossero rivolte le promesse, ed il loro contenuto, possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che:

1) Nella Parola di Dio, la predestinazione non è mai riferita alla salvezza e tantomeno alla perdizione dell'uomo.

2) Non esiste una doppia predestinazione, Non vi è un solo passo della Scrittura, dove si affermi che Dio abbia predestinato alcuni uomini alla perdizione. Dio non ha prenotato dei posti, né in cielo, né all'inferno.

3) Non esiste passo biblico che indichi che l’uomo è incapace di percepire la chiamata di Dio e di rispondere ad essa.

4) La parola predestinazione è applicata, eccetto che per la vita di Cristo, e per il piano di Dio, solo a dei credenti.

5) Dio ha predestinato i credenti, che lo vogliano o no, a certe benedizioni eterne, quali: diventare figli di Dio, essere eredi, essere conformi a Cristo, a conoscere la sapienza di Dio.

6) Sostenere che Dio abbia predestinato alcuni uomini alla perdizione, o alla salvezza, è elaborare un discorso che vada oltre le intenzioni degli autori biblici. E' applicare un termine in modo errato. Sarebbe come voler applicare la parola "santificazione" a coloro che non sono cristiani, o la parola glorificazione a dei demoni. E questo, a mio avviso, è l'errore fondamentale di interpretazione, a causa del quale si giunge a conclusioni che non sono neppure sfiorate nella Parola di Dio.

 

Non è quindi la parola "predestinazione", e tutto il pensiero conseguente, a creare difficoltà. La responsabilità di aver reso questa parola tristemente famosa per la sua problematica, è da imputare a coloro che le fanno dire ciò che essa non stabilisce. Lo studio della predestinazione non presenterebbe alcuna possibilità di errore, se l'inconcepibile e ridicolo pregiudizio dei teologi di ogni tempo non lo avesse imbrogliato, rendendolo tanto irto di difficoltà al punto che la maggior parte dei cristiani indietreggia impaurita. Sono convinto che se nel corso della storia, i cristiani avessero applicato la parola "predestinazione" correttamente, la chiesa avrebbe lodato e adorato Dio, anziché cadere in tristi dispute e nocive divisioni.

Che il sacrificio di Cristo sia valevole per tutti, lo afferma, categoricamente, anche Giovanni nella sua prima lettera: "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" (1Gv 2:1-2). "Queste parole", scrive John Stott, "non possono essere forzate così da significare che tutti i peccati sono automaticamente perdonati per la propiziazione di Cristo, ma che un perdono universale è offerto per i peccati di tutto il mondo intero ed è goduto da coloro che ne colgono l'opportunità". Se Dio facesse preferenze per la salvezza, dovremmo concludere che il messaggio dell'Evangelo non è per tutti gli uomini, non è più universale, perché non tutti sarebbero chiamati alla salvezza. La salvezza è considerata, nella Parola di Dio come un'offerta che Egli fa a tutti gli uomini; e questi sono liberi di accettare o rifiutare. E’ difficile se non impossibile spiegare come possa la volontà dell’uomo essere veramente libera per quanto concerne l’accettazione o il rifiuto del vangelo della grazia, se Dio ha preordinato un tipo di elezione alla salvezza che prescinda dalla responsabilità dell’uomo. Se non ci fosse questa libertà, Dio non si rivolgerebbe all'uomo in termini di scegliere o di volere ((Deuteronomio 30:19; Giovanni 5:40; Matteo 23:37); e non sarebbe dispiaciuto della morte dell'empio (Ezechiele 8:23 e 32; Ezechiele 33:11). Gesù disse: "Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita" (Giovanni 5:40). Gesù non disse a coloro che lo ascoltavano che erano predestinati alla perdizione, ma mise in evidenza la loro responsabilità del rifiuto.

                    ...............Continua..........

Nessun commento:

Posta un commento