Ho fiducia che questo lungo cammino non abbia stancato il lettore.
Questo è l'ultimo studio della serie riguardante "La DIVINITA' "
Prossimo anno- a Dio piacendo ci dedicheremo ad altri studi teologici.
Uno studio del genere ha comportato un impegno non indifferente, perché si è trattato, non di comprendere alcune verità su Dio, ma di cercare di comprendere la Natura stessa del Dio Trino, di capire le Tre Persone sussistenti nell’unica Natura Divina rivelata ad Israele e ai cristiani.
In questa ricerca sono emerse alcune verità fondamentali, senza le quali tutto il nostro sapere su Gesù Cristo è compromesso.
Infatti, la nascita di nuove religioni e errate dottrine basate sulla Bibbia è dovuta ad una inesatta comprensione della Persona di Gesù.
Considerato che l’Antico Patto presenta la Persona del Cristo prima della sua incarnazione, le religioni, che si rifanno alla Scrittura, devono enunciare ogni dottrina partendo da questo presupposto.
Abbiamo dimostrato che Gesù afferma, in modo inequivocabile, di essere il Dio dell’Antico Patto.
Questo per alcuni è sconvolgente, anche se non si tratta di una novità.
Fino al quarto secolo, ciò era considerato una verità ovvia. In seguito, è stato dimenticato, anche se molti dipinti del XIV, XV e XVI secolo, mostrano la Persona di Cristo che crea Adamo, o che detta i comandamenti a Mosè. (Vedi: «Anonimo maestro lombardo» nella «Creazione di Adamo» e «Mosè e le tavole della Legge» una miniatura del XIV secolo). Forse la novità più sorprendente del Nuovo Patto è che JHWH, il Dio dell’Antico Patto, avesse un Padre.
Alla luce della nostra cultura cristiana, non stupisce più di tanto affermare che Gesù avesse un Padre; ma asserire che JHWH avesse un Padre è un’altra cosa.
A stupire e aprire il nostro cuore, è che l’incarnazione di JHWH in Gesù, la sua morte e resurrezione non siano servite solo alla salvezza dell’uomo dalla perdizione, ma che la Sua opera di redenzione e di propiziazione ci abbia dato la possibilità di avere accesso al Padre.
Se consideriamo che nell’Antico Patto il credente nell’adorazione si avvicinava a JHWH e serviva JHWH, dobbiamo dire che con la Sua opera di riconciliazione, Gesù sia la porta per avvicinarci al Padre di Lui.
«Ed egli venne per annunziare la pace a voi che eravate lontani e a quelli che erano vicini, poiché per mezzo di lui abbiamo entrambi accesso al Padre in uno stesso Spirito.» (Efesini 2:18)
Paolo mette in evidenza che l’accesso al Padre è possibile mediante Gesù Cristo. Ciò significa che prima dell’incarnazione di Cristo, il Padre non fosse accessibile.
A sfuggire ai cristiani è che, rompendosi la cortina del tempio alla morte di Gesù, fu aperta la porta che dà accesso non tanto a Dio quale JHWH, quanto alla Persona di Abbà, la prima Persona della Trinità e a tutta la Deità stessa.
Oggi, noi possiamo dunque, parlare, pregare, chiedere e presentarci, direttamente, alla Maestà (Ebrei 8:1), tramite
Gesù. «Giustificati dunque per fede abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.» (Romani 5:1-2)
Il cristiano, mediante il nuovo Patto, ha avuto la grazia di accedere alla presenza della Deità in pace, cosa non possibile prima della venuta di Cristo.
Il cristiano ha ora comunione con l’Elohim, con tutta la pluralità della Divinità. La venuta di Gesù Cristo sulla terra ha avuto un duplice scopo: quello di dare all’uomo l’accesso al Padre e quello di indicargli l’unica via per avere accesso alla Maestà.
Il dono, di avere la possibilità di entrare in comunione direttamente con la Deità, non deve essere sottovalutato, perché solo il cristianesimo insegna tale verità. Un vescovo indiano testimoniò di essere stato una persona molto religiosa prima di convertirsi al cristianesimo.
Una sola parola lo aveva fondamentalmente spinto verso la fede in Cristo: «accesso». Nella sua espressione religiosa non aveva mai trovato, entrando in tutti quei templi, accesso ai suoi dèi, benché fossero miriadi. Aveva, infine, trovato accesso a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Il concetto chiave del Nuovo Patto è che abbiamo accesso alla Divinità trina.
Dobbiamo considerare cosa comporti avere accesso alla Maestà.
Nell’Antico Patto, JHWH aveva ordinato l’osservanza di prescrizioni ferree per avvicinarsi a Lui. Senza certi presupposti, l’uomo non era accettato.
Il credente doveva ricorrere ad un intermediario stabilito da JHWH: il sacerdote. Il sacerdote, a sua volta, doveva lavarsi e vestirsi in un certo modo; doveva osservare vari rituali ogni giorno e, una volta all’anno, poteva entrare nel luogo santissimo. Non solo. Se il sacerdote non eseguiva i rituali secondo le prescrizioni della legge, poteva anche morire. Pensiamo ai figli di Aaronne, i quali offrirono un fuoco non secondo i parametri di JHWH e morirono sull’istante. Ricordiamo anche Uzzah, che stese la mano per «salvare» l’arca e morì.
Gli scrittori del Nuovo Patto hanno messo in evidenza che tutti gli apparati sacerdotali e rituali fossero ombra di futuri beni, cioè esprimessero verità realizzate e spiegate solo con la venuta di Gesù Cristo e della Persona dello Spirito Santo. Il credente si è soffermato quasi esclusivamente sull’opera di salvezza di Gesù, trascurando tanti altri benefici ricevuti dall’opera di redenzione. Per comprendere il valore del sacrificio di Gesù Cristo, dobbiamo prendere in prestito delle immagini che ci pervengono dalle parole di Gesù stesso. Nella parabola del re che prepara le nozze di suo figlio, troviamo un uomo, che era entrato nella sala dove si celebravano le nozze senza indossare l’abito adatto, quello nuziale. Il re lo fa legare e gettare fuori nelle tenebre.
Questa parabola ci mostra fondamentalmente due cose.
1. Davanti alla Maestà, non ci si può presentare con l’abbigliamento comune di tutti i giorni.
2. L’inosservanza di certe regole, suscita l’esclusione dalla presenza della Maestà.
Questi due principi sono esposti dagli apostoli nelle loro lettere.
L’uomo è una creatura invitata alle nozze di Gesù Cristo. Avendo una natura corrotta (non ha l’abito da nozze), non può presentarsi davanti alla Maestà e, per questo, Dio ha provveduto a rigenerarlo e a rivestirlo della giustizia di Gesù Cristo.
«Poiché la sua divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà, per mezzo della conoscenza di colui che ci ha chiamati mediante la sua gloria e virtù, attraverso le quali ci sono donate le preziose e grandissime promesse, affinché per mezzo di esse diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza.» (2Pietro 1:4)
«Perché siete stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio vivente e che dura in eterno.» (1Pietro 1:23)
Il cristiano, benché sia una creatura, è stato fatto partecipe della stessa natura divina del DIO Trino: di Dio Padre, di JHWH e della Persona dello Spirito Santo (In Ebraico ruah, femminile). Egli è stato reso degno di accedere alla presenza della Deità. Se Gesù Cristo con la Sua morte e resurrezione ci avesse salvati dalla sola perdizione, noi saremmo più disperati di prima. Saremmo come quello che è stato salvato da un naufragio, ma non ha dove posare il piede sulla terra ferma. Oppure, come Absalom, figlio del re Davide, al quale, sebbene ne avesse ricevuto il perdono, fu comunque impedito di recarsi alla presenza del padre. Dopo due anni, Absalom disse a Joab: «Sarebbe meglio per me se fossi rimasto dov’ero prima»(2Samuele 14:32).
Proprio perché l’opera di salvezza di Gesù Cristo è completa, chi crede in Lui, non solo è stato reso figlio di Dio, ma è anche stato reso degno di accedere alla presenza della Maestà.
Questa nuova relazione derivante dal nuovo Patto (Luca 22:30), comporta da parte del credente nuovi atteggiamenti spirituali ed esteriori.
Alcuni nuovi atteggiamenti spirituali sono descritti nel libro di Geremia (Geremia 31:31-34).
«“Ecco, i giorni vengono”, dice JHWH, “in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d’ Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore”, dice JHWH; “ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni”, dice JHWH: “io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: ‘Conoscete JHWH!’ poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande”, dice JHWH. “Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato.”»
In questo brano profetico, per i credenti vi sono almeno sette vantaggi derivanti dal nuovo patto:
1. La legge di JHWH è scritta nelle loro menti
2. La legge di JHWH è scritta sui loro cuori
3. JHWH è il loro Dio
4. JHWH li fa partecipi del popolo di Dio
5. Il credente è istruito direttamente da JHWH
6. Tutti conoscono personalmente Cristo quale JHWH
7. JHWH non si ricorda più dei peccati dell’uomo
Avendo i peccati perdonati, il credente ha la libertà di entrare, senza sensi di colpa, alla presenza del Dio trino; una grazia, così palesata nella lettera agli ebrei:
«Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.» (Ebrei 10:19-22)
Atteggiamenti esteriori: come il sacerdote doveva presentarsi a Dio lavato e vestito in un certo modo, con abiti adatti per andare alla presenza della Deità, così, è pure per il credente del nuovo Patto. Purtroppo, avendo compreso che l’abbigliamento sacerdotale era figura di realtà celesti, certi credenti sono finiti con il passare dalla parte opposta, privando l’esteriorità del proprio giusto valore. In questo modo, quando la chiesa si riunisce per rendere un culto a Dio pubblicamente, vi sono credenti che non danno valore al decoro e all’ordine. Mantenere l’ordine ed essere vestiti con decoro alla presenza di Dio può essere ritenuto una forma, una pesante usanza tramandata, un’esteriorità inutile, perché tanto Dio guarda al cuore.
Ma che Dio non guardi all’esteriore, è una conclusione del tutto arbitraria.
Paolo ordina, alla chiesa di Corinto che «ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine» (1Corinzi 14:40), mentre a Timoteo ordina che le donne, vestendosi decorosamente, si adornino con pudore e riservatezza (1Timoteo 2:8).
Per essere accettati da Dio, quando si raduna la chiesa, occorre guardare non solo alle motivazioni, ma anche alla forma.
La parabola delle nozze esprime un’altra verità: il credente che non si presenterà davanti al tribunale di Cristo vestito di buone opere (Efesini 2:10; 1Timoteo 2:10; Tito 2:7; 3:8; Ebrei 10:14) sarà svergognato. «Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui affinché, quando egli apparirà, noi possiamo avere fiducia e alla sua venuta non veniamo svergognati davanti a Lui» (1Giovanni 2:28. Vedi anche Apocalisse 3:18; 7:13; 16:15). Chi si gloria della certezza della salvezza (1Corinzi 1:31), deve preoccuparsi anche di non essere confuso e svergognato nel giorno di Gesù Cristo, perché non tutti i credenti regneranno con Gesù (2Timoteo 2:12), anche se faranno parte del suo regno.
Dopo la morte e la resurrezione di Gesù, il credente è stato reso degno di entrare alla presenza della Deità, ricevendo la natura divina per mezzo della Persona dello Spirito Santo. Come Gesù è stato fatto partecipe della natura umana (Giovanni 1:14), così, il credente è reso partecipe della natura divina (2Pietro 2:4). Questo fatto ha indotto Paolo a formulare tutta quella teologia di Cristo in voi. Nel credente abita la natura della Persona del Consolatore, della Persona di Cristo, della Persona di Abbà, il Padre, poiché tutti e Tre sono partecipi della stessa Natura.
In merito a Cristo leggiamo:
«Ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria.» (Colossesi 1:27)
In merito al Padre leggiamo:
«Gesù rispose e gli disse: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui.”» (Giovanni 14:23)
In merito allo Spirito Santo leggiamo:
«Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1Corinzi 3:16)
Poteva, un unico DIO Trino, onorare la sua creatura in modo migliore?
Giovanni, nella sua prima lettera è ancora più ardito:
«Dio è amore… quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo.» (1Giovanni 4:17)
La creatura è innalzata al livello della Deità e ciò suscita irresistibilmente la nostra adorazione. Non solo. Secondo la Sua promessa, vedremo Dio, in Cristo.
«Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.» (1Giovanni 3:2)
E ancora. Chi ama DIO, tramite Gesù, ha delle prospettive immense.
«Or noi parliamo di sapienza fra gli uomini maturi, ma di una sapienza che non è di questa età né dei dominatori di questa età che sono ridotti al nulla, ma parliamo della sapienza di Dio nascosta nel mistero, che Dio ha preordinato prima delle età per la nostra gloria, che nessuno dei dominatori di questa età ha conosciuta; perché, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma come sta scritto: “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano.”» (1Corinzi 2:6-9)
Riposiamo in questa promessa, per indagare ogni giorno i pensieri di Dio.
«È gloria di DIO nascondere una cosa, ma è gloria dei re investigarla.» (Proverbi 25:2)
Tra le tante verità da ricordare, una in particolar modo non deve essere dimenticata.«Voi siete di quaggiú, mentre io sono di lassú; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, perché se non credete che Io Sono, voi morirete nei vostri peccati.» (Giovanni 8:24)24
In un mondo intriso di pluralismo religioso, occorre passare non solo dal Teocentrismo al Cristocentrismo, ma proclamare anche una Cristologia Jahwehista.
Presentare al mondo Gesù, come JHWH, l’IO SONO, l’unico Signore, diventa il messaggio indispensabile e insostituibile per una nuova evangelizzazione del terzo millennio
«affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti e terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, [JHWH] alla gloria di Dio Padre.» (Filippesi 2:10)
RIEPILOGO E CONCLUSIONE
La Scrittura attribuisce alla Divinità d’Israele tre nomi: Adonaj, Elohim, JHWH.
JHWH, Elohim e Adonaj, non sono sinonimi indicanti la stessa personalità divina.
Solo JHWH è il vero nome proprio della Divinità d’Israele.
La Parola di Dio usa una pluralità di termini per indicare lo stesso ed unico Dio.
JHWH è il nome che il Creatore si è dato e che ha rivelato, per la prima volta, a Mosè.
La fede dei santi dell’Antico Patto non era in un Elohim vago, ma in JHWH.
Il Dio rivelato ad Israele è pluripersonale.
Dio ha uno Spirito.
JHWH ha uno Spirito.
Lo Spirito sia di Dio, sia di JHWH, è una Persona.
Gli israeliti, prima della diaspora, credevano in una Divinità espressa al plurale e che l’espressione di questa pluralità fosse in JHWH.
JHWH ha caratteristiche antropomorfiche e antropopatiche. Egli ha un corpo e si è rivelato nell’Angelo dell’Eterno.
L’Angelo dell’Eterno era l’immagine sostanziale di Elohim, la Persona nella pluralità dell’Elohim, alla quale l’essere umano può accedere.
L’Antico Patto è l’annuncio (vangelo) dell’opera e del messaggio dell’Angelo dell’Eterno.
Giovanni il battista attesta che Gesù sia il Tetragramma.
Gesù Cristo attesta di essere JHWH con l’espressione: «Io sono»
Gesù e gli apostoli testimoniano della presenza di Cristo nella Torah.
Quando i primi cristiani attribuivano a Gesù il titolo di «Signore» confessavano che Gesù Cristo è JHWH, il Dio dell’Antico Patto.
Il Nuovo Patto conferma la pluralità della Divinità d’Israele, confessando un Dio unico in Tre Persone: Padre, Figlio, Spirito Santo.
Gesù Cristo, JHWH, rivela di avere un Padre e dà al credente la possibilità e la dignità di accedere alla Deità.
Il credente riceve per la fede lo Spirito Santo, che lo rende partecipe della stessa Natura di Dio JHWH.
Dio continua a benedirci e farci capire chi veramente stiamo adorando e servendo.
Buon Anno a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento