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IL TRIBUNALE DI JHWH

 IL TRIBUNALE DI JHWH

Continuazione dello studio: Gesù è il Signore.


In Romani 14:10-11 leggiamo:«… Poiché tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo.

Sta infatti scritto: “Come io vivo, dice il Signore [JHWH in ebraico], ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua darà gloria a Dio.”»

Il passo di Isaia al quale Paolo fa riferimento, dice: «Annunziatelo e presentate le vostre ragioni, sì, si consiglino pure insieme. Chi ha annunciato questo fin dai tempi antichi e l’ha predetto da lungo tempo? Non sono forse io, JHWH? Non v’è altro DIO fuori di me, un Dio giusto, un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me. Volgetevi a me e siate salvate, voi tutte estremità della terra.

Poiché io sono Dio e non c’è alcun altro. Ho giurato per me stesso, dalla mia bocca è uscita una parola di giustizia, e non sarà revocata: ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua giurerà per me.» (Isaia 45:21-23)

L’accostamento di Paolo è rivelatorio. JHWH afferma che ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui; Paolo vede in JHWH Cristo. Non solo. A volte Paolo traduce il nome proprio JHWH, direttamente con Cristo.

Confrontiamo Isaia 60:1 con Efesini 5:14.«Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta, e la gloria di

JHWH si è levata su te.» «Perciò la Scrittura dice: “Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te”»

Che poi Cristo sia il solo giudice degli uomini, lo ha detto Gesù stesso, in Giovanni 5:22-23

«Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre, chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha

mandato»

Queste riflessioni conducono alla seguente conclusione: quando i primi cristiani attribuivano a Gesù il titolo di «Signore», confessavano che Gesù Cristo fosse JHWH. Così, il credente confessando: «Gesù è il Signore», afferma che Egli sia la Divinità dell’Antico Patto. Perciò, quando nel

Nuovo Patto troviamo il termine «Signore» riferito alla Deità, dobbiamo attribuirla a Gesù Cristo.

«Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso.» (2Corinzi 3:16)

L’apostolo Paolo, riferendosi al popolo d’Israele, considera che l’israelita, leggendo l’Antico Patto, sia impedito a comprenderlo perché non ha fede in Cristo, quale JHWH. Il popolo di Dio comprenderà le Scritture solo quando si convertirà al «Signore». È evidente che qui il termine «Signore» si riferisca a Gesù Cristo perché, ancora oggi, il popolo d’Israele crede in Dio, nell’Elohim, ma non in JHWH quale Cristo.

Quando gli Israeliti crederanno che Gesù Cristo sia JHWH, Israele potrà dirsi «convertito», cioè avrà acquisito la giusta fede richiesta in tutte le Scritture.

Leggiamo nella lettera di Giacomo: «Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta

del Signore è vicina. Non lamentatevi gli uni degli altri, fratelli, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli miei, prendete come modello di sofferenza e di pazienza i profeti, che hanno parlato nel nome del Signore. Ecco, noi proclamiamo beati coloro che hanno perseverato; avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di misericordia e di compassione.» (Giacomo 5:8-11)

In questo brano, Giacomo nomina il Signore quattro volte. Poiché la venuta del «Signore» è riferita a Cristo, allora, i profeti parlarono da parte di Cristo e Cristo benedisse Giobbe.

Come si è detto, il nome proprio della divinità d’Israele, JHWH, è stato tradotto in greco dai Settanta con Kyrios, che nella nostra lingua è reso con Signore. Questo è anche il motivo, per il quale alcuni traduttori hanno preferito tradurre in italiano il Tetragramma con SIGNORE, anziché con Eterno: essi sono rimasti fedeli al greco. Purtroppo, anche questo atto di fedeltà al testo greco dei Settanta, non aiuta il lettore moderno e disinformato a comprendere che, ogni volta che nel testo è scritto SIGNORE, in realtà si dovrebbe leggere JHWH e scorgere, in tale gruppo consonantico, una Persona della trinità. Causa questa mancanza, il lettore sprovveduto discerne nel termine JHWH un termine comune riferito alla Divinità, oppure, una sorta di contenitore, nel quale è contenuta la trinità intera, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Se si voleva essere fedeli al greco, traducendo SIGNORE quando il testo rendeva JHWH, bisognava tradurre sempre con Padrone, termine corrispondente al plurale ebraico Adonaj, per differenziarlo dal primo.

In tal modo, sarebbe stata rispettata la distinzione tra Elohim, JHWH e Adonaj. In Amos 3:13, troviamo un esempio, indicante quanto la Scrittura diventi incomprensibile, se JHWH è tradotto con Signore.

La Nuova Riveduta rende: «“Ascoltate questo e testimoniatelo alla casa di Giacobbe”, dice Dio [Adonaj], il Signore [JHWH], Dio [Elohim] degli eserciti.»

La nuova Diodati rende: «“Ascoltate e attestatelo nella casa di Giacobbe”, dice il Signore, l’Eterno il DIO degli eserciti.» Mentre la Nuova Diodati ha distinto i tre nomi di Dio, la Nuova Riveduta, per non ripetere due volte «Signore», ha dovuto tradurre «Adonaj» con «Dio.» Il modo più corretto per riportare il nome proprio di Dio senza incorrere in alcun equivoco, sarebbe mantenerlo nella versione originale: JHWH. Così il lettore farebbe subito distinzione tra il nome proprio e i restanti nomi comuni generici del Dio d’Israele. Paolo ha racchiuso il messaggio cristiano in questo bellissimo brano Cristologico, ritenuto un inno dei primi cristiani: «Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù […] Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature [o cose] celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore[JHWH], alla gloria di Dio Padre.» (Filippesi 2:5-11)

Continua...


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