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L’antropomorfismo di YHWH (1°parte)

Poiché l’antropomorfismo è l’attribuire qualità umane, sia fisiche, sia intellettuali, sia morali alla divinità, nel nostro studio, usiamo questo termine in modo improprio perché, come si vedrà, JHWH possiede veramente caratteristiche fisiche, morali e organi di senso, quali udito e vista.

Per correttezza morale, non è mia abitudine portare il lettore a certe conclusioni, senza prima aver fatto un certo percorso logico. Porre dei presupposti iniziali in un ragionamento, spesso, è fonte di errore, anche per il pensiero più rigoroso. 

Considerato, però, che in questo studio dimostreremo che JHWH, il quale è Dio, ha un corpo, la prima reazione di chi legge è pensare che le seguenti riflessioni siano infondate, poiché nel Nuovo Patto è scritto che Dio è spirito. 

Su questa verità non ci sono dubbi, ma è l’interpretazione di questo assioma, che difetta. Affinché ciò che andremo ad esaminare sia comprensibile, premetto ciò che prenderemo in esame dal sesto studio in poi: cioè che JHWH, il Dio dell’Antico Patto non è, come comunemente si pensa, la prima Persona della trinità, cioè il Padre, ma Cristo. Una verità questa riconosciuta anche da Calvino, nel suo primo volume dell’opera «Istituzione della religione Cristiana» (Capitolo XIII, punto 27).

Poiché Gesù Cristo è Dio e, come tale, si è fatto carne (Gv1:14), ha assunto un corpo umano (1Timoteo 3:16), è stato visto e toccato, le seguenti riflessioni sono una preparazione ad accettare «il grande mistero della pietà: Dio manifestato in carne» (1Timoteo 3:16). Se nelle riflessioni teologiche si inizia a dire che Dio è spirito e non può avere un corpo, se questo è il primo messaggio che ricevono i musulmani, come possono in seguito questi, assieme ad altri religiosi di altre fedi, accettare che Dio si è fatto carne? Una chiarezza su questo aspetto farà tacere, una volta per sempre, i testimoni di Geova e tutti coloro che possiedono una divinità puramente intellettuale.








Abbiamo considerato che il nome proprio del Creatore è composto da quattro consonanti: JHWH. Il Tetragramma non è una parola, né solo un insieme di lettere, ma una Persona. 

Questo è il motivo, per cui l’Antico Patto non si riferisce mai a JHWH senza attribuirgli delle caratteristiche umane. 
Di per sé questo non è un fenomeno particolare. Le Divinità degli altri popoli semiti erano personificazioni di forze naturali e di realtà sociali: ad esse erano attribuite caratteristiche e comportamenti umani. 

È difficile trovare, nell’Antico Patto, un antropomorfismo che non abbia paralleli in un’altra antica letteratura semitica, anche se è significativo che certe qualità ascritte agli dèi greci (come la sessualità), non siano mai attribuite a JHWH nell’Antico Patto. Eppure, attraverso gli antropomorfismi è possibile una comprensione di Dio, altrimenti irraggiungibile mediante discorsi più astratti e raffinati. Dopo tutto, la parola umana non dispone di nessun altro mezzo, adatto a enunciare la realtà ineffabile della Divinità.

Dio, attraverso la cultura dell’uomo, si esprime con concetti intelligibili aventi un senso compiuto.

JHWH è Dio. Non è un Dio astratto, vago, ma è un essere che parla, vede, sente e ha contatti con gli uomini. È il Dio dell’incontro, della familiarità e che, come tale, è conosciuto. Esaminiamo una serie di versetti, tratti dalla Genesi, funzionali alla riflessione in ordine all’antropomorfismo, considerando se si tratti solo di espressioni atte a riferirsi ad una Divinità irreale, come quella dei romani o greci.
«Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati, nel giorno che l’Eterno DIO fece la terra e i cieli» (Genesi 2:4)
«Allora l’Eterno Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi l’Eterno DIO piantò un giardino in Eden, ad oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato» (Genesi 2:7-9)
«Poi l’Eterno DIO disse: Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui. E l’Eterno DIO formò dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli dei cieli e li condusse dall’uomo per vedere come li avrebbe chiamati; e in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ogni essere vivente, quello doveva essere il suo nome» (Genesi 2:18-19)
«Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una parte di esso, e rinchiuse la carne al suo posto. Poi l’Eterno DIO con la parte che aveva tolta all’uomo ne formò una donna e la condusse all’uomo» (Genesi 2:21-22)

Noi siamo abituati a leggere il racconto della creazione in senso figurato; sia perché pensiamo che questo accostamento non ci esponga a grossi problemi teologici, sia perché alcuni padri della chiesa hanno preferito questo tipo di lettura. 

Inoltre, vi è una scuola teologica, che preferisce ostinatamente ritenere i primi capitoli della Genesi come scritti per una mentalità primitiva. Ma questo è un esempio di cattiva metodologia storica, ermeneutica e teologica, perché tutta questa serie di verbi citati nei versetti risultano tipicamente adatti ad una realtà fisica concreta e non si addicono ad un Dio astratto, vago, senza alcuna corporeità. 

Leggere la creazione e la disubbidienza di Adamo ed Eva soltanto ed esclusivamente alla luce del linguaggio figurato, impedisce un approfondimento della teologia che sottende al brano biblico. L’antropomorfismo nel testo biblico non è mitigato o nascosto; è proprio grazie a questo «stile forte» dell’antropomorfismo che si può conoscere il Creatore, JHWH.
«Tu solo sei JHWH! Tu hai fatto i cieli dei cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi. Tu conservi in vita tutte queste cose, e l’esercito dei cieli ti adora» (Neemia 9:6)

Continuiamo la nostra lettura in Genesi 3:8.
«Poi udirono la voce di JHWH Elohim che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di JHWH Elohim fra gli alberi del giardino»

Il passeggiare, è attribuibile solo ad una persona avente una propria fisicità e non ad una entità indefinita. Purtroppo, sono addolorato nel leggere in testi di teologia, utilizzati nelle scuole bibliche, che si parla «in modo figurato di Dio, che cammina nel giardino dell’Eden con Adamo ed Eva» (6)

6 Aggiungi alla fede la conoscenza, Edizioni GBU 1994, 
pag 61.


Continueremo L’antropomorfismo di YHWH nel prossimo studio-
Dio vi benedica


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