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Chi è L'Angelo di YHWH ? Seconda parte

Che l’Angelo di JHWH sia JHWH stesso, non è una esclusiva di questa ricerca. 

Molti studiosi, velatamente, o apertamente, lo ammettono. 

Nel commentario dell’Antico Testamento, «Investigate le Scritture», edizione italiana 2001, edito «La Casa della Bibbia», a pagina 59, in relazione all’incontro di Agar con l’angelo, leggiamo: 
«Questo Angelo si identifica con JHWH… L’Angelo del Signore potrebbe essere una teofania del Cristo preincarnato.» (A pagina 574, lo ammette con sicurezza). 

A pagina 405, e 406, quando l’Angelo dell’Eterno sale da Ghilgal a Bochim, leggiamo
il seguente commento: «L’Angelo del Signore non era semplicemente “un angelo”; era una teofania - un’apparizione della seconda Persona della Trinità in forma visibile e corporea prima dell’incarnazione.
L’Angelo del Signore era JHWH e Dio, e aveva gli attributi e le prerogative divine… Le allusioni del N.T. indicano che l’Angelo del Signore dell’A.T. era Gesù Cristo (cfr. Giovanni 12:41; 1Corinzi 10:4; Giovanni 8:56; Ebrei 11:26).»

Suonano strani, perciò, i commenti che seguono «L’Angelo del Signore ovviamente parlò come se fosse Dio stesso… Poi l’Angelo parlando come JHWH...»

Credono o non credono i commentatori che l’Angelo di JHWH sia
JHWH stesso? 

Più specifico è, invece, Myer Pearlman, nel suo libro Le dottrine della Bibbia: «Non si può fare a meno di concludere che questo angelo misterioso non sia altri che il Figliuolo di Dio, il Messia (…) è in realtà un Essere non creato.»
*10

Molto significative sono le parole del profeta Isaia (Isaia 63:9) il quale espressamente dichiara la salvezza del popolo d’Israele da parte di JHWH e non tramite un angelo. 

Mentre il Diodati e la nuova Diodati rendono: «L’Angelo della sua presenza li salvò», la Bibbia di Fulvio Nardoni, di Salvatore Garofalo, di Bonaventura Mariani, la Nuova Riveduta, la Bibbia Oscar Mondadori, e altre ancora, traducono: «Non un messaggero, o un angelo, ma la sua presenza li salvò.» Non è stato un essere angelico a salvare il popolo d’Israele dal paese d’Egitto, ma JHWH stesso.

Molto probabilmente, a molti studiosi della Bibbia è sfuggita la testimonianza, proveniente dai Sadducei, che l’Angelo dell’Eterno non fosse.....

*10 M. Pearlman, Le dottrine della Bibbia, a cura di A. Piraino con prefazione di R.
Bracco, Ed. Scuola Domenicale, Tip. ADI, Roma, 1957

.....un essere creato da Dio. Essi sostenevano che non vi fosse resurrezione, né angelo (Atti 23:8). Se non partiamo dal presupposto che fossero sempre in mala fede, sempre incompetenti, la domanda che si pone è: «Com’era possibile sostenere tali tesi, quando la loro legge dichiarava esplicitamente l’esistenza di angeli e, soprattutto, dell’Angelo dell’Eterno?» L’unica risposta possibile è che essi ritenessero l’Angelo dell’Eterno un essere non creato ma, come stiamo dimostrando, JHWH stesso. Che, poi, non avessero
capito l’identicità di persona fra JHWH e Cristo, niente di particolare: non è forse così anche oggi per molti credenti e studiosi della Bibbia.



5. UNA PROVA INCONFUTABILE
Il profeta Osea toglierà ogni dubbio circa la «corporeità» dell’Angelo dell’Eterno. 

Ricordando l’episodio del patriarca Giacobbe, (che, preliminarmente, leggeremo in Genesi 32:24-30), il profeta afferma categoricamente che l’Angelo è un uomo-Dio.

«Così Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo
spuntar dell’alba. Quando quest’uomo vide che non lo poteva
vincere, gli toccò la cavità dell’anca; e la cavità dell’anca di
Giacobbe fu slogata, mentre quello lottava con lui. 

E quegli disse:

“Lasciami andare, perché sta spuntando l’alba.” Ma Giacobbe
disse: “Non ti lascerò andare, se non mi avrai prima benedetto!” L’altro gli disse: “Qual è il tuo nome?” Egli rispose:“Giacobbe.” 

Allora quegli disse: “Il tuo nome non sarà più Giacobbe,
ma Israele, poiché tu hai lottato con DIO e con gli uomini, ed hai vinto.” Giacobbe gli disse: “Ti prego, dimmi il tuo nome.” Ma quello rispose: “Perché chiedi il mio nome?” E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: “Ho visto Dio faccia a faccia, e la mia vita è stata risparmiata”»

Così, commenta il profeta Osea, questo episodio:

«JHWH è pure in lite con Giuda e punirà Giacobbe per la sua
condotta; lo ripagherà secondo le sue opere. Nel grembo materno
prese il fratello per il calcagno e nella sua forza lottò con DIO.
Si lottò con l’Angelo e vinse, pianse e lo supplicò. Lo trovò a Bethel,e là egli parlò con noi, cioè JHWH, il DIO degli eserciti, il
cui nome è JHWH» (Osea 12:3-6)

Giacobbe non lottò con un essere angelico, ma con JHWH elohim. 

Fu JHWH stesso a benedirlo (1Re 18:31) e non un ipotetico angelo. 
Se JHWH avesse avuto un corpo immateriale, non avrebbe avuto senso la «lotta» corpo a corpo. Se anche questi brani della Scrittura fossero da considerarsi in modo allegorico, o figurativo, mi chiederei allora che ermeneutica possederemmo.

Inoltre, al fine di stabilire che tipo di corporeità dovesse avere quell’Angelo per riuscire a slogare l’anca del patriarca, sono stati versati «fiumi d’inchiostro». 

Afferma, a tal proposito, l’apostolo Paolo: «Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra la carne dei pesci, altra la carne degli uccelli. 

Vi sono anche dei corpi celesti, e dei corpi terrestri, ma altra è la gloria dei celesti, altra quella dei terrestri» (1Corinzi 15:39-40). Nulla di strano, quindi, all’idea che JHWH
(definito in ebraico «Angelo JHWH», o semplicemente «Angelo»), possa manifestare la sua sostanza in modo concreto e visibile. 

Vi è una corporeità eminente da quella che conosciamo, una corporeità, o meglio, una materialità reale che sfugge alla scienza a noi nota. Le testimonianze bibliche ed extra bibliche, sono tante in proposito. Basti pensare al corpo di Gesù Cristo risorto: esso era composto di carne ed ossa (Luca 24:39), Maria e i discepoli non lo riconobbero (Giovanni 20:15; 21:4), Gesù mangiò (Luca 24:41-43), camminò
(Luca 24:15), si presentò ai discepoli con le porte chiuse (Giovanni
20:19), si poteva toccare (Giovanni 20:27; Luca 24:39), prendeva con le mani degli oggetti (Giovanni 21:13; Luca 24:30). Gesù Cristo risorto era un uomo a tutti gli effetti, anche se la fisicità della resurrezione non si può paragonare alla fisicità mostrata prima dell’incarnazione. 

Non possiamo, quindi, limitarci a considerare la materia soltanto nel nostro ordine di cose.


Nel prossimo studio continueremo su questo Angelo e il suo incontro con Mosè.


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