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Con Cristo o contro Cristo?


 

Due affermazioni di Gesù rendono perplessi molti credenti sia cercandone la giusta interpretazione, sia perché apparentemente sembrano contraddittorie; perciò è molto utile prenderle in esame, soprattutto all’inizio del ventunesimo secolo dove regna la massima confusione religiosa. La prima è "Chi non è con me è contro di me" (Lc 11.23), mentre la seconda, rivolta ai discepoli, è: ".. chi non è contro di voi è per voi." (Lc 9.50) Dunque, per Gesù chi non è dalla sua parte è contro di lui, mentre quando si rivolge ai discepoli la formulazione è rovesciata, e cioè chi non è contro è a favore. Perché questa differenza? Cosa voleva dire esattamente Gesù? La prima cosa che balza agli occhi è la mancanza di neutralità per quello che riguarda Gesù: o si è con lui, o si è contro. Non vi è una via di mezzo. Non è troppo ricordare quanto Dio odi l’indifferenza nei suoi confronti sia ch’essa provenga dagli increduli, sia da parte dei credenti, al punto che, per mezzo di Giovanni, alla chiesa di Laodicea fa dire: "Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca." (Ap 3.15-16) Questo discorso colpisce direttamente forse un terzo della popolazione mondiale, appagata solo di vivere a suo piacimento, trascurando ciò che riguarda il regno di Dio. La cosa è molto seria. Dunque, Gesù esige che nei suoi confronti si prenda una decisione a favore, una scelta da rendersi pubblicamente nota, altrimenti come Egli ha enunciato: "Or io vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio. Ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio." (Lc 12.8-9) Se si prendono sul serio queste parole non si può rimanere nella neutralità o nell’ignoto. Cosa occorre fare, dunque, per essere chiaramente dalla parte di Gesù? Per prima cosa –secondo le parole di Gesù – occorre dirlo agli altri; occorre riconoscerlo tanto nel proprio cuore, quanto palesarlo pubblicamente, come il Padrone e il Salvatore della propria vita. Essere dalla parte di Cristo significa confessare agli altri la gioia di essere perdonati da tutti i peccati perché si crede fermamente che Gesù ha cancellato per l’eternità ogni colpa; e con la gioia del perdono, appena se ne ha l’opportunità si dedica del tempo per parlare di Cristo agli altri. Non tutti siamo certamente chiamati a lasciare ogni cosa per dedicare la vita esclusivamente alla predicazione dell’evangelo, ma tutti abbiamo la possibilità di testimoniare a parenti, amici, conoscenti e estranei increduli. Chi non fa questo vive nell’ignoto, una posizione che Gesù considera contro di lui.

 

Essere con Cristo significa pure non seguire le comuni abitudini religiose che Dio disapprova, e questo perché è quasi impossibile riconoscere gli errori basandosi solamente sulla morale comune. Come può un induista comprendere che i trecentomilioni di dei da lui adorati fin da bambino sono un errore? Come può un cattolico romano comprendere che sbaglia quando venera e prega Maria e invoca altri centinaia di santi? Quando una cosa la fanno tutti come è possibile sapere se è giusto o sbagliato? Quando ero giovane, avere rapporti sessuali prima del matrimonio era ritenuto un peccato, ma ora che è diventata una pratica normale tra i giovani, chi ne prova un senso di colpa? Chi lo ritiene una disubbidienza alla legge di Dio? Questi casi da me citati come esempi, trattano di persone che sicuramente "credono" all’esistenza di Cristo, alcune crederanno pure alla sua morte e resurrezione e persino che egli sia Dio, ma restano comunque contro di Lui perché ne ignorano la volontà. Ecco perché bisogna conoscere il volere di Cristo! Perché solo dopo averlo conosciuto si può essere dalla sua parte, cioè rivolgersi in preghiera solo a Gesù, non avere rapporti sessuali prima del matrimonio, come non rubare, non mentire, non fare del male al prossimo. Dunque, non si è dalla parte di Cristo solo facendo ciò che lui ha detto, ma anche evitando ogni forma di male. Infatti, al termine della sua vita Paolo ha racchiuso il messaggio di Cristo in questa proposizione. "… il saldo fondamento di Dio rimane fermo avendo questo sigillo: "Il Signore conosce quelli che sono suoi", e: "Si ritragga dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo". (2Tm 2.19) Gesù ha detto che chi non è con lui è contro di lui, non ha detto che chi non è contro di lui è con lui. Chi è in grado di afferrare questa differenza deve fare molta attenzione, infatti troppi sono coloro che si sentono a posto davanti a Dio solo perché non hanno nulla contro Cristo. Si può vivere sereni e tranquilli, non avere nulla contro Cristo e il suo messaggio, pur essendo nella stessa posizione di Giuda, che lo tradì è andò in perdizione. Occorre ripeterlo. Gesù non ha detto che chi non è contro di lui è con lui, ma che chi non è con lui è contro di lui. E’ stato radicale, estremista, perché la sua persona non è né negoziabile, né tantomeno accomodante. Gesù è Dio, e come tale esige tutto; diversamente, dare poco è dare niente. Gesù è come una moneta. Se perdi cento euro non possiedi almeno 10, 20 0 30 euro, ma perdi tutto. Così, se non sei totalmente dalla parte di Cristo, non puoi esserci solo per il 10 o 20 per cento, non ci sei proprio per nulla. La persona di Gesù Cristo va presa in blocco.

 

La seconda affermazione di Gesù è, sì, apparentemente una formulazione rovesciata, ma in verità Gesù sta dicendo totalmente altro. Infatti, Gesù non si sta riferendo a se stesso, ma ai suoi discepoli; e per questo ora può parlare in modo contrario. Se nel parlare di sé stesso Gesù non ammette mezze misure, parlando dei suoi discepoli non può essere così radicale perché anche gli uomini migliori sbagliano, di conseguenza dichiara: "chi non è contro di voi è per voi" . Ma per comprendere esattamente cosa ha voluto dire il nostro Salvatore, è necessario prendere in esame il contesto storico nel quale Gesù ha calato la frase. "Or Giovanni prese la parola e gli disse: "Maestro, noi abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo proibito, perché non ti segue con noi". Ma Gesù gli disse: "Non glielo proibite, perché chi non è contro di voi è per voi". Giovanni era discepolo di Gesù, quindi seguiva la Verità, e vedendo una persona che usava il nome del suo Maestro per scacciare i demoni senza esserne un diretto discepolo, glielo proibì. Possiamo essere indispettiti di questa posizione radicale, ma ancora al giorno d’oggi fra coloro che hanno posto fede in Cristo vi è una certa rivalità. E’ molto facile vedere nell’errore chi si comporta diversamente. Questa malattia c’era al tempo dell’apostolo Paolo e sembra che non ci sia rimedio per guarirla. Gesù rimproverò Giovanni e fece presente che chi non era contro di loro, operava comunque sempre a loro favore, anche se non vi era una comunione di intenti nel loro cammino. Come spesso faceva, Gesù colse l'occasione in questo episodio per mettere in guardia i suoi seguaci dal bloccare l'operato di coloro che credono in Lui e, anzi, comandò ad ogni credente di guardarsi dal fare qualsiasi cosa che risultasse un eventuale danno al prossimo. I cristiani sono il sale della terra, cioè coloro che danno sapore alla vita, coloro che producono la sete di Dio, coloro che sono una fonte di benedizione, ma se si fanno guerra o opposizione come possono essere una testimonianza di Dio? L’unità dei cristiani – unità tanto invocata – non consiste nel camminare tutti nella stessa maniera, ma nel non mettere ostacoli a chi la pensa diversamente e, soprattutto, non vederlo come nemico. La tunica di Cristo viene strappata non dalle opinioni diverse dei credenti, ma dall’ignoranza unita all’orgoglio. L’ignoranza è un limite che tutti abbiamo; ma unita all’orgoglio, essa non vede il danno che procura. Il binomio verità-amore rimane uno dei traguardi più difficili da raggiungere.

 

Proprio perché l’armonia tra i credenti è difficile, Gesù non si limitò a dire che chi non è contro di voi è per voi, ma aggiunse "Il sale è buono, ma se il sale diviene insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri". (Mr 9.50) Quando Gesù dà un ordine è perché per una inclinazione naturale noi siamo tentati a disubbidirlo, così se Gesù ha ordinato di stare in pace gli uni con gli altri, significa che questa realtà è molto difficile da realizzare. Dalla Scrittura risulta evidente che la discordia, l’ira, le contese, le divisioni sono il risultato della carne, e cioè peccato, eppure … eppure i credenti continuano a creare divisioni, discordie e contese convinti che questo sia il risultato dell’amore e della fedeltà a Dio. E’ incredibile come si possa essere più sicuri delle proprie opinioni che della volontà di Dio espressa nella sua Parola! Con la bocca i credenti confessano di credere al Dio della Parola, ma di fatto negano ciò che sostengono. Non è certamente una novità perché anche al nascere della chiesa l’apostolo Paolo riferendosi a persone che si professavano credenti scrisse "Essi fanno professione di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le opere, essendo abominevoli, disubbidienti, e incapaci di ogni opera buona." (Tito 1:16) Perciò, se è vero che chi non è con me è contro di me", è anche vero che chi non è contro di voi è per voi". Dobbiamo accettare per fede non solo la prima espressione di Gesù, ma anche quella riferita alla comunione fraterna. Il credente deve essere quindi radicale per quello che riguarda la persona di Gesù; di conseguenza, in un conflitto di posizioni nei suoi confronti non è possibile essere neutrali. Mentre in merito agli altri figli di Dio, il criterio di valutazione che dobbiamo adottare è esattamente all’opposto: una neutralità in merito alla comunione fraterna va ritenuta positiva. Termino con un'affermazione fatta a Manila, nelle Filippine, in occasione del secondo congresso Internazionale sull'evangelizzazione del mondo tenuto tra l'11 e 20 Luglio 1989. "Vi sono stati e vi sono ancora molti ostacoli all'evangelizzazione del mondo. Il più grande ostacolo non è rappresentato però dall'attività di Satana, dalla chiusura di certe nazioni, dalla mancanza di mezzi finanziari, dal propagarsi di sette o dal progresso dell'Islam, bensì dalle barriere che i credenti pongono di continuo sul cammino dei propri fratelli (Maldicenza, gelosia, invidia e pregiudizi, quando non si tratta di peggio). Il principale compito del Cristiano non è quindi quello di cercare di far cambiare denominazione ad un suo fratello in fede, ma quello di predicare Cristo quale unico Signore e Salvatore. Gesù ordinò: "Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri". Nessun programma evangelistico sarà in grado di rivelare chi è Dio, quanto il nostro amore per i fratelli in fede.

 

 


 

 


Morì di venerdì ?

 



Avendo già trattato questo argomento nella mia pagina facebook- 
Gesù morì di venerdì ?

Ho voluto aggiornare alcuni aspetti.

Da secoli, la religione cattolica, molto probabilmente condizionata dall'opinione che Agostino esprime nel suo libro "De Trinitade", insegna che Gesù morì il venerdì della settimana di pasqua e risuscitò la domenica, il primo giorno della settimana ebraica. Ma questo insegnamento è in forte contraddizione con le parole di Gesù, il quale affermò che sarebbe rimasto tre giorni e tre notti nella tomba. “Allora alcuni scribi e farisei, lo interrogarono, dicendo: "Maestro, noi vorremmo vedere da te qualche segno". Ma egli, rispondendo, disse loro: "Questa malvagia e adultera generazione chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell'uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (Matteo 12:38-40). Se Gesù avesse parlato solo di tre giorni, era anche possibile vederla diversamente, ma poiché ha chiaramente detto che sarebbe rimasto nella tomba tre giorni e tre notti, per forza di cose devono essere trascorsi tre giorni completi prima della sua resurrezione, cioè più di 72 ore. Questo è in contrasto con l’insegnamento tradizionale del cattolicesimo romano, il quale vuole che Gesù muoia il venerdì, per risuscitare prima di 48 ore. La ragione che ha indotto la religione cattolica a ritenere che Gesù sia morto il venerdì, scaturisce dalla affermazione della Scrittura secondo la quale Egli morì prima del sabato. “E, dopo averlo tirato giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, dove nessuno era ancora stato sepolto. Era il giorno della Preparazione, e il sabato stava per cominciare. Le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea seguendolo da vicino osservarono il sepolcro e come vi era stato deposto il corpo di Gesù; poi esse tornarono a casa e prepararono gli aromi e gli unguenti, e durante il sabato si riposarono, secondo il comandamento. Ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto esse, e altre donne con loro, si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato” (Luca 23:53 - a 24:1; Marco 15:42). Poiché quando morì Gesù il sabato stava per cominciare, se ragioniamo secondo la nostra cultura, il giorno precedente al sabato è il venerdì, perciò, il cattolicesimo romano ha concluso che Gesù è morto di venerdì. Ma, ancora una volta, il cattolicesimo è stato vittima di una errata interpretazione. Esaminiamo i fatti.

 

Secondo l’evangelo di Marco (16:1-2), le donne comprarono gli aromi dopo il sabato, mentre, secondo il racconto di Luca (23:56), esse li comprarono prima del sabato. Come mai questa contraddizione? Questo non dimostra una discordanza nei racconti dei quattro vangeli? Questa apparente dissonanza è data dal fatto che, per noi che non siamo ebrei, il sabato è solo un giorno della settimana, mentre per gli ebrei il sabato, cioè shabbat, è definito anche qualsiasi giorno, o addirittura anche ad un anno festivo consacrato all’Eterno. Ecco un esempio nella legge di Dio: "Parla ai figli d'Israele e di' loro: Quando entrerete nel paese che io vi do, la terra osserverà un sabato di riposo per l'Eterno. Per sei anni seminerai il tuo campo, per sei anni poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti; ma il settimo anno sarà un sabato di riposo per la terra, un sabato in onore dell'Eterno; non seminerai il tuo campo ne poterai la tua vigna” (Levitico 25:2-4). Israele, dunque, aveva un anno di riposo per la terra che veniva chiamato sabato. Inoltre, per la nostra cultura, noi siamo abituati a pensare a un solo sabato alla settimana, mentre, per il calendario ebraico, era abbastanza comune avere più sabati, cioè feste, nella stessa settimana. Infatti, nella settimana degli azzimi, che iniziava con la Pasqua, facevano festa sia il quattordicesimo giorno che il quindicesimo, cioè due sabati di Pasqua consecutivi. “Nel quattordicesimo giorno del primo mese sarà la Pasqua in onore dell'Eterno. E il quindicesimo giorno di quel mese sarà festa. Per sette giorni si mangerà pane senza lievito” (Numeri 28:16-17). L’evangelista Giovanni, notando che il giorno che stava per iniziare era un gran giorno, si riferiva appunto al quindicesimo giorno. “Or i Giudei, essendo il giorno di Preparazione, affinché i corpi non rimanessero sulla croce il sabato, perché quel sabato era un giorno di particolare importanza, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via” (Giovanni 19:31). Tenendo presente che le donne non potevano comprare gli aromi il quindicesimo giorno perché era festa, cioè un sabato, esse li comprarono il giorno dopo, cioè il sedicesimo. Il giorno successivo, il diciassettesimo, era il sabato settimanale, il giorno che seguiva il venerdì, e le donne si riposarono (Luca 23-56). Solo il giorno seguente, il diciottesimo giorno del mese, esse poterono andare al sepolcro per ungere il corpo di Gesù. Noi siamo abituati a considerare gli eventi che leggiamo nei vangeli, come episodi consecutivi uno all’altro, ma nella settimana in cui morì Gesù, ci furono tre giorni festivi, cioè tre sabati, il sabato della pasqua, il sabato del giorno dopo, e il sabato del giorno della settimana, divisi da un giorno lavorativo. E’ in quel giorno lavorativo che le donne comprarono gli aromi. Questa è la ragione per cui nei vangeli leggiamo che le donne comprarono gli aromi sia prima del sabato che dopo il sabato. In effetti, gli evangelisti in greco, riferendosi al sabato, usano il plurale. Ecco come rendono alcune traduzioni. “Ora, alla fine dei sabati, all'alba del primo giorno dopo i sabati, Maria Maddalena e l'altra Maria, andarono a vedere il sepolcro” (Matteo 28:1). I tre sabati sono dunque il bandolo di una apparente contraddizione dei vangeli.

 

Per comprendere meglio gli avvenimenti della settimana di pasqua, facciamo i conti a ritroso.

- Il 18mo giorno era domenica, cioè il primo giorno della settimana.

- Il 17mo giorno era il sabato settimanale, giorno di riposo.

- Il 16mo giorno era venerdì, giorno feriale.

- Il 15mo giorno era giovedì, giorno festivo, di riposo, quindi un shabbat secondo la cultura ebraica.

- Il 14mo giorno era Mercoledì, quando Gesù morì.

Una simile prospettiva, ci induce a pensare che passarono quattro giorni dalla morte alla resurrezione di Gesù. Ma, ancora una volta, dobbiamo fare i conti con le usanze ebraiche. Poiché gli ebrei iniziavano a contare i giorni dalle 18 di sera per terminare alle 18 di sera del giorno successivo (Levitico 23:32), facciamo i conti dei giorni alla luce di questa usanza. Gesù celebrò la Pasqua il primo giorno degli azzimi, alla sera verso le ore 18 (Matteo 26:17,20). A notte inoltrata fu tradito, al mattino andò da Pilato (Matteo 27:1-2), a mezzogiorno fu crocifisso (Matteo 27:45), al pomeriggio, alle ore tre, cioè alle 15, morì (Matteo 27:45-50), e fu sepolto prima di sera, cioè prima delle 18. Tutto questo avvenne in uno stesso giorno, il quattordicesimo, cioè il Mercoledì, il quarto giorno della settimana. Gesù, quindi, morì nel giorno della pasqua ebraica.

 

Ora facciamo i conti dei giorni in cui Gesù rimase nel sepolcro. Gesù morì alle ore 15 del Mercoledì, il quarto giorno della settimana, e fu sepolto prima di Giovedì ore 18.

Inizio Giovedì ore 18, fino inizio del Venerdì ore 18                                              Primo giorno

Inizio Venerdì ore 18, fino inizio del Sabato ore 18                                                Secondo giorno.

Inizio Sabato ore 18, fino inizio del primo giorno della settimana ore 18              Terzo giorno.

Quando Gesù risuscitò, erano passati tre giorni e tre notti, come egli aveva profetizzato. Morendo il quarto giorno della settimana, cioè il mercoledì, e risuscitando il settimo, cioè il sabato, i conti tornano.

 

Ancora una volta la Scrittura è superiore ad ogni autorità religiosa, e a ogni interpretazione di persona autorevole, come può essere quella di Agostino. Egli scrisse, in "De trinitade", che Gesù non stette tre giorni e tre notti nella tomba concludendo: "Le ragioni che da parte mia ho presentato le ho desunte dall'autorità della Chiesa - tali quali ce l'hanno tramandate gli antichi - dalla testimonianza della Scrittura, dalle leggi dei numeri e delle proporzioni. Ora nessun saggio vorrà andare contro la ragione, nessun cristiano contro la Scrittura, e nessun uomo pacifico contro la chiesa". L'acume, l'intelligenza, lo spirito dei padri della chiesa sono da ammirare, ma la chiesa stessa, rappresentata dalla Tradizione dei Padri è soggetta a sbagliare, perché la Verità è solo una persona: Gesù Cristo e la Sua Parola. Se noi siamo abituati a sottomettere i nostri ragionamenti e la nostra logica alla Parola di Dio, se riteniamo la Scrittura più autorevole delle nostre opinioni, allora saremo in grado di afferrare il messaggio contenuto nella Parola di Dio. Possiamo avere dei dubbi in merito alla nostra comprensione, ma non dobbiamo mai dubitare ciò che la Scrittura afferma. Se Gesù ha detto che sarebbe stato sepolto tre giorni e tre notti, qualsiasi interpretazione che diamo ai fatti storici dei vangeli, deve concordare con ciò che Gesù ha detto.

 

Alla luce di quanto fin qui sostenuto, la religione cattolica dovrebbe umilmente ammettere che oltre ad affermare cose vere perché conformi alla Scrittura, essa persiste anche in tante cose false. Ma dovrebbe soprattutto riconoscere che l’autorità di cui si vanta non le è data da Dio. L’esortazione di Agostino che nessun uomo pacifico dovrebbe andare contro la chiesa è molto pericolosa, per almeno due motivi. Il primo è racchiuso in una frase di Mill, in “Essays on Liberty”, che trovo assai perspicace. “Se tutta l’umanità fosse dello stesso parere, e una sola persona fosse di parere contrario, l’umanità non potrebbe essere giustificata se mettesse a tacere quella persona, più della persona stessa se, avendone la possibilità, mettesse a tacere tutta l’umanità”. La seconda ragione per la quale è assurdo ritenere sbagliato contestare la presunta autorità del cattolicesimo romano, è che grandi uomini di Dio si sono scagliati contro il cattolicesimo romano, e, mentre molti di questi sono condannati al rogo o uccisi, alcuni di essi sono stati riconosciuti giusti, altri dichiarati santi. Proprio perché la storia ci insegna questo, come è stato detto, il potere assoluto corrompe chi lo possiede perché, nel momento in cui l’uomo ha in mano questo potere assoluto, nutre anche la convinzione di essere infallibile e di essere uno strumento dello Spirito Santo. Quindi, per non far cadere il prossimo in un simile, diabolico errore, è opportuno, saggio e giusto, riconoscere il potere assoluto solo a Dio.

 

Gesù Cristo, dunque, per quanto se ne dica, non è morto il Venerdì, ma il Mercoledì, e stette nel sepolcro tre giorni e tre notti per risuscitare il primo giorno della settimana. Poiché non è mia intenzione focalizzare l’attenzione solo sul giorno in cui morì Gesù, dobbiamo ricordare che la resurrezione di Cristo è un episodio unico. Dopo duemila anni, si parla ancora di questo straordinario evento; evento, che dovrebbe scuotere anche gli scettici più radicali. Gesù è risorto per testimoniare della sua Divinità, e per attestare davanti al mondo che, coloro che hanno posto fede in Lui, hanno ragione. Chi crede in Buddha, in Maometto o in qualsiasi altro profeta, non ha nessuna prova che la sua fede sia vera, mentre la resurrezione di Gesù Cristo è una testimonianza e una prova eterna che il cristiano si porta nel cuore e che l’accompagna fino al giorno in cui comparirà davanti a Dio. “Questa è la parola della fede, che noi predichiamo; poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza, perché la Scrittura dice: "Chiunque crede in lui non sarà svergognato" (Romani 10:8-11).

Proverbi 8- Gesù, Sapienza o Torah ?


 

Proverbi 8- Gesù, Sapienza o Torah ?

I proverbi fanno parte di un genere letterario antico che gli studiosi moderni chiamano "letteratura sapienziale"   per via della sua attenzione alla saggezza, חכמה in ebraico.

 Tra i testi della Saggezza nell'antico Vicino Oriente aiutano a chiarirne le caratteristiche. 

 I tre punti in comune più importanti sono:

1.      Individualista : la saggezza è accessibile all'individuo come individuo, per mezzo delle sue facoltà umane. Gli argomenti dei testi della Saggezza sono descritti come impegnati personalmente a indagare sulla via del mondo.

2.     Cosmopolita : la saggezza trascende i confini della comunità; non è proprietà esclusiva di nessun singolo gruppo. Questo è legato alla prima comunanza: poiché la saggezza è accessibile all'individuo, è accessibile a  tutti

3.     Pratico : la saggezza si occupa dei risultati pratici della condotta di una persona. 

  Un flusso dominante di saggezza, a volte chiamato saggezza "stabilita", incoraggia un buon comportamento affermando che, di regola, il bene va bene e il male.. male. 

 

 

Il libro dei Proverbi ha due serie di autori secondo 2 Pietro 1: 20-21. Lo Spirito Santo è il primo autore che muove e porta con sé il secondo autore..” cioè “lo scrittore. Per questo libro c'era un gruppo di autori tra cui il re Salomone. 

Quello che hanno scritto era divinamente ispirato e, quindi, accurato.

La maggior parte del libro è stata scritta dal re Salomone secondo Proverbi 1: 1. 

Il libro dei Proverbi contiene 915 versetti e il re Salomone ne scrisse 769, ovvero l’84% del libro. 

Le sezioni che il re non ha scritto sono Proverbi 22: 17-24: 34 e i capitoli 30 e 31.

Secondo Proverbi 22:17, i capitoli 22: 17-24: 34 furono scritti da alcuni "saggi" non identificati. 

Il re Salomone è l'autore di Proverbi 25: 1-29: 27, ma questo è stato trascritto dal re Ezechia di Giuda. 

Proverbi 30 è stato scritto da Agur, il figlio di Iaken, un profeta, e Proverbi 31 è stato composto dal re Lemuele, un altro profeta.

1 Re 4:29 ci dice che Dio diede al re Salomone grande saggezza.

Ora  Dio diede a Salomone sapienza e grandissimo discernimento e ampiezza di  mente, come la sabbia che è sulla riva del mare.   1 Re 4:29 (Luzzi)

La sua saggezza data da Dio si riflette nel libro dei Proverbi. In sintesi, il libro dei Proverbi è verità divinamente ispirata.

Proverbi 8:22 parla di Gesù?

Proverbi 8: 22-31 è un passaggio molto interessante della Scrittura. 

Quando lo leggiamo, scopriamo che Yahweh, il nostro Dio Gesù, non sta parlando. 

La domanda che le persone hanno cercato di capire è: chi sta parlando nel versetto 22? 

E’ il Tetragramma  che sta parlando o sta parlando la Sapienza? Ecco l'intero passaggio.

 L'Eterno mi formò al principio de' suoi atti, prima di fare alcuna delle opere sue, ab antico.  Fui stabilita ab eterno, dal principio, prima che la terra fosse.  Fui generata quando non c'erano ancora abissi, quando ancora non c'erano sorgenti rigurgitanti d'acqua.  Fui generata prima che i monti fossero fondati, prima ch'esistessero le colline,  quand'egli ancora non avea fatto né la terra né i campi né le prime zolle della terra coltivabile.  Quand'egli disponeva i cieli io ero là; quando tracciava un circolo sulla superficie dell'abisso,  quando condensava le nuvole in alto, quando rafforzava le fonti dell'abisso,  quando assegnava al mare il suo limite perché le acque non oltrepassassero il suo cenno, quando poneva i fondamenti della terra. Proverbi 8: 22-29 (Luzzi)

La prima cosa che dobbiamo notare è che l'oratore dice: "L’ETERNO mi formò", "Sono STATA STABILITA dall'eternità", "Sono STATA GENERATA", "Quando creava  i cieli, ero lì", "Allora io era accanto a Lui "e" Ero ogni giorno la sua gioia ". Queste dichiarazioni non si riferiscono a Gesù.. perché non sono d'accordo con Colossesi 1: 16-17 che afferma che Gesù Cristo creò tutte le cose ed era prima di tutte le cose.

 poiché in lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui; ed egli è avanti ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui.  Colossesi 1: 16-17 (Luzzi)

Oltre al fatto,è da notare che è scritto al femminile,ed esclude in automatico l’essere di Cristo.

Alcuni per difendersi,dicono: Ma il verbo “Parola” è al femminile- Purtroppo fanno confusione,perché la Parola in greco è LOGOS -al maschile.

Le dichiarazioni in Proverbi 8: 22-31 non possono riferirsi alla creazione di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, perché Colossesi 1: 16-17 dice che Egli creò tutte le cose ed era prima di tutte le cose. 

La parola greca greca "tutto" è pas,  include tutte le cose, che include Lui. Ciò significa che Proverbi 8:22 non può riferirsi a Gesù Cristo.

 

Il secondo fatto importante è che la parola ebraica tradotta come "Possedette" e non “Formò” nel verso 22 nelle varie Bibbie della traduzione Italiana sono in errore (nella Diodati porta: possedette) che è (qana) . Mentre si discute sul significato di qana , bisogna ricordare che in ebraico קנה ricorre 84 volte in 75 versetti dell'Antico Testamento, Il significato più diffuso di קנה si riferisce al concetto di acquisto, che si verifica 64 volte.

 Ad esempio, il narratore della Genesi spiega che quando Giacobbe si stabilì nella città di Sichem, "comprò (קנה) il pezzo di terra" (Gen. 33:19 .

 Tuttavia, il significato comune non si adatta al contesto di Proverbi 8:22, che afferma: "Il Signore קָ֭נָ me (saggezza)". 

Esistono numerose alternative. Il verbo קנה sembra avere la connotazione di "acquisire" 14 volte, 11 delle quali sono in Proverbi, ed è spesso usato nel contesto dell'acquisizione di saggezza e comprensione (Prov. 4: 5, 15:32). 

Tuttavia, tradurre קנה come "acquisito" suggerisce che Dio ha scoperto la saggezza e si traduce nella conclusione illogica che, a un certo punto prima della scoperta, Dio mancava di saggezza.

 Certo, si potrebbe acquisire un oggetto creandolo (vedere la discussione su "creare" di seguito), ma tradurre קנה come "acquisire" in questo caso potrebbe portare a confusione. 

Di conseguenza, altre opzioni devono essere esplorate.

 

Alcune volte la parola viene tradotta come proprietario o posseduto . 

Ecco solo alcuni esempi: Genesi 25:10; 33:19; 39: 1; 47:19; Levitico 22:11; 25: 14-15; Deuteronomio 28:68; 32: 6; Giosuè 24:32; Ruth 4: 8, 10; Proverbi 4: 5, 7; 15:32; 17:16; 20:14; 23:23).

 Il significato predominante della parola ha il senso di un possessore o di un proprietario e il contesto in cui questa parola è tradotta argomenta per "possessore" o "proprietario" e non per creatore. Il contesto è la fonte ultima per determinare il significato di una parola. Il modo in cui viene usato qana fornisce la corretta comprensione del suo significato. Pertanto, sarebbe incoerente tradurre qana  come creato o formato.

Ciò significa che la traduzione  di Proverbi 8:22 è quella preferita. 

Cioè, che  Yahweh possedeva già l'oratore. 

Questo suggerisce che Yahweh  sia il Padre che già “possedesse il Figlio ”? 

Oppure, questo verso sostiene il concetto di una trinità sbagliata? 

Oppure, applicate che Gesù è la sapienza di Dio, quindi è applicabile a Lui stesso? No! Perché Gesù, sapienza di Dio è un attributo come lo è l’Onnipotenza e l’Onniscienza.

Proverbi 8:22 parla della sapienza?

Ancora una volta il contesto ci aiuta a capire il significato di Proverbi 8:22. 

Poiché l'oratore in Proverbi 8:22 è chiamato "io", dobbiamo scoprire se il contesto rivela l'identità dell'oratore. 

Lo fa. L'identità di "me" è data in Proverbi 8:12.

 Io, la saggezza, sto con l'accorgimento e ho trovato la scienza della riflessione.
Proverbi 8:12   ( N. Riveduta)

Quindi la saggezza si riferisce a se stessa come "io", "me" e "mio" in ogni verso (v 13-21) prima del verso 22.

A volte la saggezza si riferisce a se stessa più volte in ogni verso. 

Nel versetto 22, la saggezza si riferisce a se stessa come "me" e poi "io" nei versetti 23, 24, 25, 27 e 30.

Quindi, dopo Proverbi 8: 22-31, la saggezza si riferisce di nuovo a se stessa come "me" nei versi 32, 34, 35 e 36.

Quindi in Proverbi 9: 1 la saggezza si chiama "saggezza". Dobbiamo ricordare che capitoli e versetti furono aggiunti dopo che il libro dei Proverbi fu scritto. 

Ciò significa che il capitolo 9 è una continuazione del capitolo 8.

Allora qual è il punto? Proverbi 8:22 parla della saggezza. 

Non si tratta del Figlio di Dio.

Allora, chi è la saggezza o sapienza?

 

Alcuni versi per comprendere meglio.

Proverbi 7 : 1 Figlio mio, custodisci le mie parole,fa' tesoro dei miei precetti.
2 Osserva i miei precetti e vivrai; custodisci il mio insegnamento come la pupilla degli occhi.3 Lègateli alle dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.


4 Di' alla sapienza: «Tu sei mia sorella»,e chiama l'intelligenza amica tua. (NR)

Proverbi 3: 18 -Essa è un albero di vita per quei che l'afferrano, e quei che la ritengon fermamente sono beati. 19 Con la SAPIENZA l'Eterno fondò la terra, e con l'intelligenza rese stabili i cieli. 

 

Proverbi 4:2  כִּ֤י לֶ֣קַח ט֭וֹב נָתַ֣תִּי לָכֶ֑ם תּֽוֹרָתִ֗י אַֽל־תַּעֲזֹֽבוּ:  perché io vi do una buona dottrina; non abbandonate il mio insegnamento.

In questo contesto, " torati " (insegnamento) si riferisce sia al rotolo fisico della Torah depositato nell'arca sia alla tradizione che rappresenta. Nel suo contesto biblico originale, tuttavia, si riferisce agli insegnamenti personali dell'autore dei Proverbi.

Confrontare con Deuteronomio 4:1 שְׂרָאֵ֗ל וְעַתָּ֣ה  שְׁמַ֤ע אֶל הַֽחֻקִּים֙ וְאֶל הַמִּשְׁפָּטִ֔ים אֲשֶׁ֧ר אָֽנֹכִ֛י מְלַמֵּ֥ד  אֶתְכֶ֖ם לַעֲשׂ֑וֹת ... E ora, o Israele,  presta attenzione  alle leggi e alle regole che ti  sto insegnando  a osservare ...

 

Ho messo questi versi per far capire che la saggezza di Dio è la Torah…

Essa era nel pensiero di Dio per l’uomo. E lo è tutt’ora.

Provate ad immaginare Dio che crea senza sapienza…oppure che la doveva comprare o creare…

Che Dio sarebbe?

 

Conclusione:

Il messaggio di Proverbi 8:22 è che Dio aveva saggezza sin dall'inizio! 

Non l'ha acquisitò qualche tempo dopo. Il mondo è stato creato dalla saggezza divina.

Il SIGNORE mi ha posseduto all'inizio della sua via. . . Proverbi 8:22

I proverbi personificano la saggezza. 

È una presentazione straordinaria e potente che ci sfida a desiderare la saggezza che solo Dio può fornire.

 Non vuoi la saggezza divina? 

La saggezza ci chiama, ci spinge a venire e imparare. Nota i versetti che seguono Proverbi 8: 22-31 che ci esortano a desiderare la saggezza. Desiderare la Torah.

 Ed ora, figliuoli, ascoltatemi; beati quelli che osservano le mie vie!  Ascoltate l'istruzione, siate savi, e non la rigettate!  Beato l'uomo che m'ascolta, che veglia ogni giorno alle mie porte, che vigila alla soglia della mia casa!  Poiché chi mi trova trova la vita, e ottiene favore dall'Eterno. Ma chi pecca contro di me, fa torto all'anima sua; tutti quelli che m'odiano, amano la morte'.

 

Amici e fratelli nella grazia- voglio solo dirvi che in questo blog desidero spiegare in grande dettaglio che Gesù era Dio nell'Antico Testamento, nei Vangeli e nel resto del Nuovo Testamento. Gesù era ed è Dio. Non è mai stato creato.

Perché Egli è Il Tetragramma che parla con Mosè, mangia con Abramo,e fa vedere la sua Gloria da Isaia.(Giovanni 12)

 

Il tema di questo soggetto trattato è stato discusso agli albori della chiesa.

Al concilio di Nicea  ci fu una battaglia contro le eresie di Ario,che sosteneva attraverso questo passo biblico che Gesù era creato e non Dio stesso.

Fratelli,allontaniamoci dalle false ideologie pseudo cristiane e accettiamo ciò che realmente la Parola di Dio ci conferma-

Oggi abbiamo il grande privilegio di andare a recuperare la verità che ci è stata nascosta da secoli- Torniamo alla Parola,ma soprattutto al Tetragramma Gesù. Senza il  quale, non c’è salvezza.

Egli è YHWH dopo essersi incarnato e fatto uomo,  nel N.Testamento  ci rivela di avere un Padre che è Dio come Lui e uno Spirito Santo che è Dio come Lui:  SANTA E' INDIVISA TRINITA'.

Giovanni 8:24- Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che IO SONO, morirete nei vostri peccati»

Dio è stato manifestato in carne


E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria

(1Timoteo 3:16)

 

Scrive Timothy J. Keller nel suo saggio “La missione che fa la differenza”  la seguente riflessione.

“La via maestra per  raggiungere i “religiosi” è solo quella della predicazione, la quale deve necessariamente: essere Cristocentrica, puntare alle radici auto-giustificanti di qualsiasi comportamento corrotto, condurre all’adorazione piuttosto che uno sterile nozionismo.

A questo punto è utile domandarsi cosa significa “proclamare l’evangelo”. Come lo si può fare efficacemente, in modo che i religiosi si convertano o si risveglino e che le persone secolari vengano raggiunte? La risposta è: per mezzo dell’interpretazione cristocentrica e della predicazione. Bisogna sempre predicare sui testi biblici con lo scopo di far emergere la persona di Gesù e la sua opera salvifica. Se comunichiamo un particolare testo biblico senza inserirlo nella storia principale della rivelazione di Dio (cioè Cristo), stiamo sicuramente cambiando il senso che quel medesimo brano ha per noi. Diventa un’esortazione di tipo moralistico, più che una chiamata a vivere per la fede nell’opera di Cristo. Alla fin fine, esistono solo due modi per leggere la Bibbia: applicandola a noi stessi, ovvero applicandola a Gesù. Qual è la finalità della Parola di Dio? Quella di dire cosa l’uomo deve fare, oppure quella di testimoniare ciò che Cristo ha fatto? Se per esempio leggo la storia di Davide e Goliat in un certo modo, sarò portato a vedere che la fede e il coraggio aiutano a combattere i “giganti” della mia vita; ma se lo leggo credendo che esso voglia mostrarmi soprattutto la salvezza di Cristo, il risultato sarà ben diverso. Finché non capirò che il Signore ha combattuto i giganti veri (= il peccato, la legge, la morte), non avrò mai abbastanza coraggio per oppormi a quelli ordinari. La Bibbia non è una raccolta di favole, come quelle di Esopo, né un libro di virtù. Essa contiene la storia di come Dio ci salva. Qualunque esposizione di testo che non guardi a Cristo e che si limiti a spiegare principi biblici, sarà un “sermone da sinagoga”, tendente solo a spronare le persone affinché esercitano la propria volontà con lo scopo di vivere in modo conforme a un determinato modello. Al posto dell’evangelo che dà vita, il sermone offre agli ascoltatori soltanto un ulteriore paradigma etico sotto cui rimanere schiacciati. Ma come proclamare verbalmente l’evangelo alle persone? Abbiamo appena detto che ogni riferimento biblico deve condurre a Gesù Cristo, altrimenti il nostro essere moralisti non ci farà raggiungere religiosi e secolari.

(Da – Il codice del vangelo – Edizioni GBU 2006) 

 

Mi capita sempre più spesso di leggere che i credenti nelle troppe e tanto inutili quanto infinite discussioni teologiche, stanno ricuperando la persona, ormai quasi dimenticata, di Gesù. Questo è certamente positivo. E per dare un contributo alla ricerca della vera identità di Cristo Gesù, desidero in poche parole dimostrare che Gesù Cristo è la divinità citata più di seimila volte nell’Antico Testamento, cioè JHWH, e ripresa dagli scrittori del Nuovo Testamento nei vangeli e nelle loro lettere. Confrontare ciò che è scritto nell’Antico e nel Nuovo Testamento riguardo a JHWH serve per comprendere che opinione avevano i primi ebrei cristiani in merito alla propria divinità; opinione dalla quale noi dopo duemila anni non dobbiamo scostarci. In merito alla divinità degli ebrei, cioè JHWH, si possono dire tante cose, ma una sola fra queste rimane certamente lapidaria: nessuno si può paragonare a JHWH. Senza tenere ben presente questa verità non è possibile costruire nessun ragionamento conforme a quello di Dio. E’ la stessa divinità degli ebrei a dichiararlo. Ricordate le cose passate di molto tempo fa, perché io sono Dio e non c’è alcun’altro; sono DIO e nessuno è simile a me (Isaia 46:9). Se accettiamo seriamente questa affermazione che JHWH fa di se stesso, è impossibile cercare qualcuno che possa anche in modo vago assomigliare a Lui, eppure… eppure Cristo Gesù non solo assomiglia a JHWH, ma è JHWH stesso. Credo che dopo aver valutato queste riflessioni, non sia possibile trarre altre conclusioni, conclusioni del resto approvate da tanti studiosi delle Scritture.

 

  1. Cristo Gesù è il Creatore come JHWH

·   Isaia 42:5 - Così dice Dio, JHWH, che ha creato i cieli e li ha spiegati, che ha disteso la terra e le cose che essa produce, che dà il respiro al popolo che è su di essa e la vita a quelli che in essa camminano. (Isaia 45:12 e 18 - Salmo 96:5; 115:15 - Isaia 44:24; 51:13; 54:5 - Geremia 51:15)

·   Efesini 3:9 - Dio ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 1:1-3 - Colossesi 1:16)

A ogni religione è comune il concetto che ogni cosa sia creata da un dio, termine questo che esprime qualcosa di vago e impersonale. Secondo la Bibbia, invece, il Creatore è una Persona ben precisa, che si è presentata con il nome proprio JHWH e si definisce Elohim, cioè una divinità, o un Dio. Di conseguenza, quando i cristiani dicono che Dio ha creato ogni cosa esprimono una verità che deve essere spiegata. Poiché il termine Dio in ebraico ha per lo più il significato di una pluralità, e poiché nella pluralità della Divinità vi è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, occorre specificare che il Creatore o l’esecutore effettivo di ogni cosa, secondo l’Antico Testamento è JHWH, il quale nel Nuovo Testamento viene definito la Parola, vale a dire Cristo.

 

  1. Cristo Gesù è il Salvatore come JHWH

·   Isaia 43:11 - Io, io sono JHWH, e all’infuori di me non c'è Salvatore (Isaia 43:3; 45:11,15,21; 49:26; 60:16- Osea 13:4)

·   Giovanni 4:42 - (I Samaritani) dicevano alla donna: "Non è più a motivo delle tue parole che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che costui è veramente il Cristo, il Salvatore del mondo". (Luca 2:11- Atti 4:12; 13:23 - Filippesi 3:20 - 1Timoteo 4:10 - Tito 1:4; 3:4 - 1Giovanni 4:14)

Chi può salvare l’uomo, colui che è l’unico Salvatore, è solo JHWH. Non c’è nessun’altro Salvatore. Eppure, secondo i primi cristiani ebrei sabra, chi ha potuto salvare l’umanità dai suoi peccati, l’unico salvatore è Gesù Cristo. Poiché anche Gesù è partecipe della Natura Divina trinitaria, la scrittura afferma che Dio ha mandato suo Figlio, ma l’esecutore della salvezza è solo Cristo Gesù, cioè JHWH.

 

  1. Cristo Gesù è il primo e l’ultimo come JHWH

·   Isaia 44:6 - Così dice JHWH, il re d’Israele e suo Redentore, JHWH degli eserciti: "Io sono il primo e sono l’ultimo, e all’infuori di me non c’è DIO. (Isaia 41:4; 48:12)                     

·   Apocalisse 1:17 - Quando lo vidi,(Gesù Cristo) caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli mise la sua mano destra su di me, dicendomi: "Non temere! Io sono il primo e l’ultimo. (Apocalisse 1:17; 2:8; 22:13)

Non vi può essere altro essere vivente umano e divino che sia primo e ultimo oltre JHWH. Eppure, Gesù Cristo si è autodefinito il primo e l’ultimo. O è partecipe della stessa natura divina eterna e immutabile della Deità, oppure ha detto la più grande menzogna che un uomo poteva dire.

 

  1. Cristo Gesù è il buon pastore come JHWH

·   Salmo 23:1 - JHWH è il mio pastore, nulla mi mancherà.

·   Giovanni 10:11 - Io sono il buon pastore; il buon pastore depone la sua vita per le pecore. (Giovanni 10:44 - Ebrei 13:20 - 1Pietro 5:4)

Non vi sono dubbi che in tutto l’Antico Testamento JHWH si attribuisca la definizione di essere il pastore di ogni anima. Eppure, Gesù ha detto si essere Lui il buon pastore che avrebbe deposto la sua vita per le pecore. Nessun altro essere vivente ha mai sostenuto di essere il pastore di tutti gli uomini. Anzi, ha detto ai discepoli: “Né fatevi chiamare guida, perché uno solo è la vostra guida: Il Cristo”. (Matteo 23:10)

 

  1. Cristo Gesù ha l’autorità di risuscitare chi vuole, esattamente come JHWH

·   1Samuele 2:6 - JHWH fa morire e fa vivere; fa scendere nello Sceol e ne fa risalire.

·   Giovanni 5:21- (Gesù disse) .. come il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole. (Matteo 25:31-46)

Solo il Creatore ha il potere sulla morte delle sue creature e su tutto l’universo, e questo è JHWH. Eppure, Gesù ha detto di avere la stessa autorità del Padre. Nessuno può essere paragonabile al Padre, a meno che questo non sia JHWH.

 

  1. Cristo Gesù è il giudice, come JHWH

·   Salmo 9:7-8 - Ma l'Eterno rimane per sempre; egli ha stabilito il suo trono per far giudizio. Egli giudicherà il mondo con giustizia giudicherà i popoli con rettitudine. (Gioele 3:11-12 - Salmo 96:10,13; 98:9)

·   Giovanni 5:27 - Poiché, come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha anche dato l’autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo. (Matteo 25:31-46 - Atti 17:31)

Nessun essere angelico o divino che sia, può giudicare gli uomini all’infuori di JHWH. Gesù ha detto espressamente che il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio (Giovanni 5:22), perciò sarà Lui che giudicherà gli uomini perché nel consiglio eterno (Geremia 23:18 - Isaia 28:29) si è e deciso che il Figlio di Dio sia il giudice. Come avrebbe potuto consigliarsi JHWH se era solo? Avrebbe potuto JHWH consigliarsi con delle creature angeliche create da lui? La risposta è che JHWH, cioè Cristo Gesù il Figlio di Dio, nella relazione trinitaria si sia consigliato con il Padre e la Persona dello Spirito Santo.

 

  1. Cristo Gesù è la luce, come JHWH

·   Isaia 60:19-20 - Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né la luna ti illuminerà più col suo chiarore; ma JHWH sarà la tua luce eterna e il tuo DIO la tua gloria

·   Giovanni 8:12 - E Gesù di nuovo parlò loro, dicendo: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita".

Solo JHWH può essere la luce degli uomini, la luce eterna. Eppure Gesù ha detto di essere la luce del mondo, cioè di tutti, e non solo di qualcuno, come potrebbe sostenere chi si ritiene un profeta. La luce è ciò che ci fa vedere e comprendere. Come si potrebbe comprendere la Deità senza JHWH? Ecco perché l’evangelista Giovanni ha scritto nel suo evangelo “Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). JHWH e Gesù Cristo sono la stessa Persona.

  1.  
  2. Cristo Gesù è l’io sono come JHWH

·   Esodo 3:14 - DIO disse a Mosè: "IO SONO COLUI CHE SONO". Poi disse: "Dirai così ai figli d'Israele: "L'IO SONO mi ha mandato da voi". (Isaia 42:8; 45:6; 45:18; 48:12 e 17; 51:15

·   Giovanni 8:58 - Gesù disse (ai giudei): "In verità, in verità io vi dico: Prima che Abrahamo fosse nato, io sono". (Giovanni 4:26; 6:20; 6:35; 6:41; 6:48; 6:51; 8:12; 8:18; 8:24; 828; 10:7; 10:9; 10:11; 10;14; 11:25; 13:19; 14:6; 15:1 - Atti 9:5; 18:10; 22:8: 26:15 - Apocalisse 1:8; 1:17; 2:23; 22:16.

JHWH ha usato un’espressione per definire se stesso che nessun’altra divinità ha mai pronunciato e neppure pensato, cioè “Io sono”. Nessuno, sia esseri angelici che uomini, ha attribuito a se stesso tale espressione. Eppure, Gesù decine e decine di volte ha definito se stesso “Io sono” per far comprendere che Lui era JHWH incarnato. (Isaia 9:6) Alcuni studiosi affermano che il nome YaHWeH viene dal verbo essere e include i tre tempi di tale verbo, cioè il passato, presente e futuro. Pertanto questo nome significa “Colui che era, che è, e che sarà”, in altre parole, l’Eterno. Chi ha una certa dimestichezza delle Scritture, per associazione di idee, avrà subito pensato a ciò che l’autore della lettera agli ebrei ha scritto, non a caso, riguardo a Gesù Cristo. “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8 conf. Apocalisse 1:4,8; 4:8). Di nessun essere umano è stato detto questo, e a nessuno è stato fatto l’accostamento con JHWH se non a Cristo Gesù.

 

  1.  Cristo Gesù riceve la gloria come JHWH

·   Isaia 42:8 - Io sono JHWH, questo è il mio nome; non darò la mia gloria ad alcun altro né la mia lode alle immagini scolpite. (48:11)

·   Giovanni 17:1 e 5 - Queste cose disse Gesù, poi alzò gli occhi al cielo e disse: "Padre, l'ora è venuta; glorifica il Figlio tuo, affinché anche il Figlio glorifichi teOra dunque, o Padre, glorificami presso di te della gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Una divinità per essere tale deve essere glorificata. JHWH ha una gloria che non può essere condivisa a nessun’altra creatura. Eppure Gesù chiese al Padre di glorificarlo di quella gloria che aveva prima della fondazione del mondo. Nessun essere inferiore al Padre avrebbe chiesto questo, se non JHWH, cioè Cristo, che è partecipe della stessa Natura Divina.

 

  1. Cristo Gesù è il redentore, come JHWH

·   Isaia 41:14 - Non temere, o verme di Giacobbe, o uomini d’Israele! Io ti aiuto dice JHWH; Il tuo Redentore è il Santo d’Israele. (Salmo 19:14 - Isaia 43:14; 44:6; 44:24; 47:4; 48:17; 49:7; 49:26; 54:5 e 8; 60:16; 63:16 - Geremia 50:34 - Osea 13:14)

·   1Pietro 1:18-19 - sapendo che non con cose corruttibili, come argento od oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come di Agnello senza difetto e senza macchia.

Il redentore è colui che riscatta o libera qualcuno da una condizione di infelicità. Non vi è dubbio che JHWH sia il redentore per eccellenza, che ha liberato il popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto. Eppure i primi cristiani attribuivano a Gesù il loro riscatto, la loro liberazione da una vita insulsa e piena di errori.

 

  1. Cristo Gesù è lo sposo, come JHWH

·   Isaia 54:5 - Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è JHWH degli eserciti, il tuo Redentore è il Santo d’Israele, chiamato DIO di tutta la terra. (Osea 2:16)

·   Matteo 9:15 - E Gesù disse loro: "Possono gli amici dello sposo essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. (Matteo 25:1- Giovanni 3:29 - 2Corinzi 11:2 – Efesini 5:22-32 - Apocalisse 21:2)

JHWH si è attribuito il termine di sposo del popolo d’Israele, attribuzione che nessun’altra divinità si è mai data rivolgendosi agli uomini. Eppure, Gesù ha detto più volte di essere lo sposo di coloro che avrebbero posto fede in lui, di essere lo sposo della chiesa. Vi possono essere due mariti per la chiesa? Se Cristo è JHWH allora vi è un unico sposo.

 

  1. Cristo Gesù è la roccia, come JHWH

·   Deuteronomio 32:30-31 - Come potrebbe uno solo inseguirne mille e due metterne in fuga diecimila, se non perché la loro Roccia li ha venduti e JHWH li ha consegnati al nemico? Poiché la loro roccia non è come la nostra Roccia; i nostri stessi nemici ne sono giudici. (Deuteronomio 32:4; 32:15 e 18 - Isaia 8:13-14; 26:4)

·   1Corinzi 14:4 - … tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva; or quella roccia era Cristo. (Matteo 16:18 - Luca 6:48 - Romani 9:33 - 1Pietro 2:7)

Il termine roccia non è un sostantivo rivolto alla parte più dura della crosta terrestre, ma è un nome proprio, appellativo di JHWH. I primi cristiani ebrei, proprio perché erano coscienti di questo, definivano Gesù, la Roccia, identificandolo con JHWH.

 

  1. Cristo Gesù perdona i peccati, come JHWH

·   Geremia 31:34 - Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: Conoscete JHWH! perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande", dice JHWH. "Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato". (Numeri 14:20 - Isaia 43:25 - Daniele 9:9)

·   Marco 2:7 e 10 - Perché mai costui parla in questo modo? Egli bestemmia. Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo? (Marco 2:5 - Luca 7:48)

Nessuna creatura umana ha mai pensato di perdonare i peccati perché questi li poteva perdonare solo JHWH. Cristo Gesù, per far comprendere di essere JHWH, perdonava i peccati nonostante i religiosi del suo tempo ne fossero scandalizzati. Il cattolicesimo, attribuendosi falsamente il diritto di perdonare i peccati per ordine e nel nome di Cristo Gesù, conferma indirettamente che il figlio di Dio è JHWH.

 

  1. Cristo Gesù è adorato dagli uomini e dagli angeli, come JHWH

·   Salmo 29:2 - Date a JHWH la gloria dovuta al suo nome adorate JHWH nello splendore della sua SANTITÀ.(Genesi 24:26 - Esoso 24:1- Salmo 99:9; 148:1-2)

·   Ebrei 1:6 - E ancora, quando introduce il Primogenito nel mondo, dice: "E lo adorino tutti gli angeli di Dio".

·   Matteo 28:16-17 - Ora gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato e, vedutolo, lo adorarono. Alcuni però dubitarono. (Matteo 8:2; 15:26 - Giovanni 9:38)

E’ fuor di dubbio che l’adorazione spetti solo a JHWH, eppure Gesù fu adorato come Dio. Se Gesù non fosse JHWH, lasciando che lo adorassero, si sarebbe macchiato del crimine più grande che un uomo potesse commettere, e a loro volta i giudei suoi discepoli del peccato più grave imputabile a un credente. Ma quando i primi giudei sabra cristiani adoravano Cristo sapevano che stavano adorando anche il Padre e la Persona dello Spirito Santo.

 

  1. Cristo Gesù è invocato in preghiera, come è invocato JHWH

·   Salmo 99:6 - Mosè ed Aaronne furono fra i suoi sacerdoti, e Samuele fra quelli che invocarono il suo nome, essi invocarono JHWH ed egli rispose loro. (Salmo 86:5; 145:18)

·   1Corinzi 1:1-2 - Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo, per volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla chiesa di Dio che è in Corinto ai santificati in Gesù Cristo, chiamati ad essere santi, insieme a tutti quelli che in qualunque luogo invocano il nome di Gesù Cristo, loro Signore e nostro. (Atti 7:59; 9:14,21; 22:16 -  2Timoteo 2:22; - Romani 10:13

Era normale che grandi uomini di Dio come Mosè, Aaronne, Samuele, Davide, invocassero JHWH nelle loro difficoltà e nel culto, ma non è normale che altri giudei invocassero nella loro espressione religiosa e nelle loro difficoltà Cristo Gesù. A meno che i primi cristiani sapessero che Gesù Cristo è JHWH, cioè lo stesso Dio che invocavano i santi dell’Antico Testamento! I primi cristiani ebrei sabra invocando Gesù Cristo testimoniavano che la loro fede non solo era sempre la stessa, ma anche il proseguimento della fede ebraica.

 

  1. Cristo Gesù è il creatore degli angeli, come JHWH

·   Salmo 148:1-5 - Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo voi tutti suoi eserciti… Tutte queste cose lodino il nome dell’Eterno, perché egli comandò, ed esse furono create.

·   Colossesi 1:15 - (Cristo) è l'immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui, Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.

E’ normale che JHWH nel dare origine a ogni cosa abbia creato anche gli angeli, e i primi cristiani vedevano l’esecutore di ogni cosa nella persona di Cristo Gesù, quale agente del Dio Trino.

 

  1. Cristo Gesù è confessato “Signore”, come JHWH

·   Isaia 45:22-23 - Volgetevi a me e siate salvate, voi tutte estremità della terra. Poiché io sono Dio e non c’è alcun altro. Ho giurato per me stesso, dalla mia bocca è uscita una parola di giustizia, e non sarà revocata: ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua giurerà per me.

·   Filippesi 2:9-11 - Perciò anche Dio ha sovranamente innalzato (Cristo) e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Che JHWH dica di essere Dio, l’unica Divinità, e che ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui è conforme alla Sua rivelazione; ma che ogni ginocchio si piegherà davanti a Gesù Cristo è possibile solo se Gesù è JHWH. Diversamente, abbiamo due persone diverse alle quali l’uomo piegherà il suo ginocchio.

 

  1. Cristo Gesù è il santo d’Israele come JHWH

·   Isaia 30:15 - Poiché così dice il Signore, JHWH, il Santo d'Israele: "Nel tornare a me e nel riposare in me sarete salvati; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza". Ma voi non avete voluto. (Isaia 1:4; 5:24; 10:20; 12:6; 30:12, 15; 37:23; 41:14,16,20; 43:3,14; 54:11- Salmo 99:3,5,9)

·   Apocalisse 3:7 - E all’angelo della chiesa in Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Verace, colui che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre. (Marco 1:24 - Luca 1:35; 4:34 - Giovanni 8;46 -Atti 2:27; 3:14; 4:27)

Nessuno può mettere in dubbio che JHWH è santo, tre volte santo, come nessuno può mettere in dubbio che Gesù non ha mai commesso un peccato e viene chiamato il santo. O Gesù Cristo è stato migliore e più santo di JHWH perché egli era anche un uomo e nessun essere umano può essere perfetto, oppure Cristo Gesù uomo è JHWH.

 

  1. Cristo Gesù è il re come JHWH

·   Isaia 43:15 - IO sono JHWH, il vostro Santo, il creatore d'Israele, il vostro re. (Zaccaria 9:9; 14:9, 16)

·   Apocalisse 17:14 - Essi combatteranno contro l'Agnello e l'Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati, eletti e fedeli. (Matteo 2:2; 27:11 - Giovanni 12:13-15; 19:19 - Apocalisse 19:16)

E’ normale che JHWH sia il santo, il creatore e il re d’Israele. Eppure Gesù ha detto di essere sia il santo, sia il Creatore, sia il re del popolo d’Israele. O il popolo d’Israele ha due re, oppure Gesù è JHWH.

 

  1. Gesù Cristo è la pietra di inciampo come JHWH

·    Isaia 8:13-14 - JHWH degli eserciti, lui dovete santificare. Sia lui il vostro timore, sia lui il vostro spavento. Egli sarà un santuario, ma anche una pietra d'intoppo, una roccia d'inciampo per le due case d'Israele, un laccio una trappola per gli abitanti di Gerusalemme.

·   1Pietro 2:2-7 - Nella Scrittura si legge infatti: "Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa, e chi crede in essa non sarà affatto svergognato". Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per coloro che disubbidiscono: "La pietra, che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d' angolo, pietra d' inciampo e roccia d'intoppo che li fa cadere".

Non vi è ombra di dubbio che la pietra angolare alla quale si riferisce la Scrittura sia Gesù Cristo (Efesini 2:20 – Atti 4:10-11), mentre Isaia si riferisce a JHWH. Dato che non vi possono essere due pietre viventi e di intoppo, per forza di cose JHWH è Cristo Gesù.         

 

  1. Cristo Gesù è colui che tornerà e metterà il piede sul monte degli ulivi come JHWH

·   Zaccaria 14:3 - Poi JHWH uscirà a combattere contro quelle nazioni, come combatté altre volte nel giorno della battaglia. In quel giorno i suoi piedi si fermeranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme, a est, e il monte degli Ulivi si spaccherà in mezzo da est a ovest, formando così una grande valle; una metà del monte si ritirerà verso nord e l’altra metà verso sud.

·   Atti 1:11 - Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che è stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo.

Non tutti hanno compreso che JHWH scenderà di persona sul monte degli ulivi posandovi i suoi piedi. In nessun altro libro religioso viene detto che un altro Dio poserà i suoi piedi sul monte degli ulivi, in conformità a ciò che affermano i primi cristiani nei loro scritti. Essi hanno testimoniato più volte che Gesù Cristo tornerà dal cielo posando i suoi piedi sul monte degli ulivi. Gesù Cristo è dunque JHWH che dovrà tornare con un corpo umano glorioso.

 

  1. Cristo Gesù è il Signore dei Signori come JHWH
  • Deuteronomio 10:17 - … poiché l'Eterno, il vostro DIO è il DIO degli dèi, il Signor dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non usa alcuna parzialità e non accetta regali..
  • Apocalisse 17:14 - Essi combatteranno contro l'Agnello e l'Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e coloro che sono con lui sono chiamati, eletti e fedeli" (19:16)

Mosé chiama espressamente JHWH “Signori dei signori”, che in Apocalisse viene riferito a Cristo quale Agnello di Dio e Parola di Dio. Di “signori” ce ne sono tanti, ma uno solo è “Signore dei signori”: JHWH.

 

  1. Cristo Gesù è la voce del deserto come JHWH
  • Isaia 40:3 - La voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via dell'Eterno, raddrizzate nel deserto una strada per il nostro DIO.
  • Luca 3:4  - …come sta scritto nel libro delle parole del profeta Isaia, che dice: "Ecco la voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.

La via che Giovanni il battista ha preparata era di JHWH, e che gli evangeli attribuiscono a Gesù Cristo.  Per i primi cristiani, JHWH è Gesù Cristo.

 

25.  Gesù Cristo è stato trafitto come JHWH

  • Zaccaria 12:10  -"Riverserò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; ed essi guarderanno a me, a colui che hanno trafitto faranno quindi cordoglio per lui, come si fa cordoglio per un figlio unico, e saranno grandemente addolorati per lui, come si è grandemente addolorati per un primogenito
  • Giovanni 19:36-37  - Queste cose infatti sono accadute affinché si adempisse la Scrittura: "Non gli sarà spezzato alcun osso". E ancora un'altra Scrittura dice: "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto".

Il profeta Zaccaria dice che JHWH sarebbe stato crocifisso (Isaia 53:5), e questo si è realizzato in Cristo Gesù. E’ evidente che chi vede nel Tetragramma solo un nome per definire la Trinità non riesce a conciliare le cose, ma dato che JHWH è il nome proprio di una delle tre persone della Trinità, i conti tornano che JHWH è stato crocifisso.

 

  1. Gesù Cristo è salito, ha fatto prigionieri, e ha dato doni agli uomini come JHWH
  • Salmo 68:18 - Tu sei salito in alto, hai fatto prigioniera la prigionia, hai ricevuto doni fra gli uomini anche fra i ribelli, affinché tu, o Eterno DIO, possa dimorare là.
  • Efesini 4:8  - Per la qual cosa la Scrittura dice: "Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei doni agli uomini".

Il salmo si riferisce chiaramente a JHWH, mentre l’apostolo Paolo attribuisce la citazione a Gesù Cristo. 

 

Dunque, Cristo Gesù non solo assomiglia a JHWH, ma sia Lui che i primi cristiani ebrei sabra hanno sostenuto che JHWH è Cristo. Vi è forse ancora qualche dubbio che JHWH non sia Gesù Cristo? Qualcuno potrebbe pensare che è una verità assodata perché molti testi di teologia sostengono che Gesù Cristo è anche JHWH, ma non è la stessa cosa che dire che JHWH è Cristo Gesù. Se io affermo che Isaia è un profeta questo non esclude che anche Geremia o Zaccaria siano dei profeti, ma se dico che il profeta è Isaia, questa dichiarazione esclude che ci siano altri profeti oltre Isaia. L’ultima dichiarazione è radicale. Così, per affermare la divinità di Gesù Cristo non è sufficiente trovare alcuni brani tipologici della Parola di Dio e individuarvi la figura di Gesù, mettere in evidenza la presenza occasionale di Cristo in certe apparizioni, o dichiarare che vi è piena identità fra la figura di JHWH e la figura di Gesù, ma è indispensabile dimostrare che il nome proprio della divinità degli ebrei, cioè JHWH, non è un semplice nome per identificare le tre persone della Trinità, ma è il nome proprio di una delle tre Persone della Trinità, cioè Gesù Cristo. Non è neppure possibile trovare nel nome proprio di JHWH la persona del Padre di Gesù Cristo, perché Gesù lo ha detto chiaramente.

Giovanni 11:27 Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo. Se nessuno conosce chi è il Padre se non il Figlio, come è possibile che i santi dell’Antico Testamento abbiano conosciuto la Persona del Padre prima di Cristo Gesù, se Gesù non lo aveva ancora rivelato? Per forza di cose JHWH non è il Padre.

Giovanni 5:37-39 - E il Padre, che mi ha mandato, ha egli stesso testimoniato di me; voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete in colui che egli ha mandato. Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. Gesù afferma molto chiaramente che i giudei non avevano mai sentito la voce del Padre, né visto il suo volto perché non credevano in Lui. Come poteva dire questo Gesù, quando sapeva che i giudei erano a conoscenza che i santi dell’Antico Testamento avevano sentito la voce nel giardino dell’Eden (Genesi 3:8), sul monte Sinai (Deuteronomio 4:33,36; 5:22-26) e hanno visto JHWH? (Esodo 24:10-11). Evidentemente Colui che si era rivelato non era il Padre di Gesù Cristo, ma Cristo stesso.

 

Giovanni 1:18 - Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere. (1Giovanni 4:12) Anche l’evangelista Giovanni sostiene che nessuno ha mai visto Dio, nonostante la Scrittura affermi il contrario. L’unica spiegazione è che l’apostolo Giovanni faccia differenza tra il termine Dio e la Persona di JHWH. Non vi sono dubbi che JHWH sia Dio, ma con il termine Dio gli autori del Nuovo Testamento il più delle volte indicano le tre Persone della Trinità che sussistono in una unica Natura. Perciò, secondo Giovanni, nessuno ha mai visto la Trinità, ma Cristo Gesù è colui che l’ha rivelata. Se la Trinità ci è stata rivelata, allora l’uomo può comprendere il Dio Trino, anche se non nel senso totale. Questo studio potrebbe avere l'apparenza di adombrare la prima Persona della Trinità, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, ma invece è esattamente il contrario. Innanzitutto perché Gesù lo ha detto. “Il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre, chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato” (Giovanni 5:22-23). Dunque, non si può onorare il Padre se non si onora il Figlio. Inoltre, Gesù ha sempre sostenuto che il Padre è identificabile in Lui e solo in Lui. L’apostolo Giovanni non lascia altre alternative.

§ E il Padre, che mi ha mandato, ha egli stesso testimoniato di me; voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete in colui che egli ha mandato (5:37).

·   (Gesù disse ai farisei) Sono io che testimonio di me stesso, ed anche il Padre che mi ha mandato testimonia di me. Gli dissero allora: "Dov'è tuo Padre?". Gesù rispose: "Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio" (8:18-19)

·   Parlando delle pecore Gesù disse: Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti; e nessuno le può rapire dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo uno (10:29-30)

·   Gesù gridò e disse: "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato. E chi vede me, vede colui che mi ha mandato (12: 44).

·   Filippo disse a Gesù: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gesù gli disse: "Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: "Mostraci il Padre?" Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere. Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me, se no, credetemi a motivo delle opere stesse (14: 8-11).

·   Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio. Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio (2 Giovanni 1:9).

 

Anche il profeta Isaia aveva profetizzato che Gesù Cristo sarebbe stato dichiarato Padre eterno mettendo in enfasi che Cristo Gesù in quanto Dio è partecipe della Natura paterna della trinità.

·    Isaia 9:5 - Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno. Principe della pace.

O il figlio al quale si riferisce Isaia non è Cristo, oppure Cristo Gesù, quale JHWH, ha in comune con la prima persona del Padre la stessa Natura divina ed eterna. In effetti, anche se in modo velato, Pietro si riferisce a questo.

E se invocate come Padre colui che senza favoritismi di persona giudica secondo l'opera di ciascuno, conducetevi con timore per tutto il tempo del vostro pellegrinaggio (1Pietro 1:17).

E’ fuori di dubbio che chi giudicherà gli uomini sarà Cristo Gesù, perciò l’apostolo Pietro riconosce che i connazionali ebrei invocavano Cristo come Padre anche se non era il Padre. 

Dunque, anche se il Padre e il Figlio sono due Persone distinte, le caratteristiche del Padre sono state rivelate, o manifestate, tramite la Persona di Cristo. Perciò, chi ha visto Cristo ha visto il Padre (Giovani 14:8); chi crede in Cristo crede nel Padre (Giovanni 5:37); chi chiede a Cristo chiede al Padre (Giovanni 14:14); chi onora Cristo onora il Padre (Giovanni 5:24); chi professa il Figlio professa il Padre (1Giovanni 2:23); chi dimora nella dottrina ha sia il Figlio che il Padre (2Giovanni 1:9); chi odia Cristo odia il Padre (Giovanni 5:24). In Cristo Gesù sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza (Colossesi 2:3), in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità (Colossesi 2:9). Per questo motivo Cristo Gesù non è solo un uomo o solo Dio, ma ambedue, essendo il corpo umano del Dio Trino. Dio è stato manifestato in carne (1Timoteo 3:16).