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IL NOME DIO (THEOS)

 

IL NOME DIO (THEOS)

Continuazione dello studio: Gesù è il Signore.

Abbiamo preso atto che il nome generico della Divinità di Israele, Elohim, sia stato tradotto in greco con Theos, cioè Dio. Anche in italiano il termine Dio è generico, anche se automaticamente lo si associa alla Persona del Padre di Gesù Cristo. Non che questo sia sbagliato, ma non è detto che tutte le volte che troviamo in greco la parola Theos, questo termine si riferisca solo alla Persona di Dio Padre. Essendo Dio sia Gesù, sia il Padre, sia la Persona dello Spirito Santo, il termine Theos è attribuibile a tutte e tre le Persone della Trinità. Prendiamo in esame alcune affermazioni.

 A VOLTE IL TERMINE THEOS È ATTRIBUITO ALLA PERSONA DI GESÙ CRISTO, PER ATTESTARNE LA DIVINITÀ

«Ma noi sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intendimento, affinché conosciamo colui che è il Vero; e noi siamo nel Vero, nel suo Figlio Gesù Cristo; questo è il vero Dio [Theos] e la vita eterna.» (1Giovanni 5:20)

Questa affermazione sulla Divinità di Gesù è inequivocabile. Si potrebbe dedurre che il vero Dio sia la Persona del Padre, ma occorre tener presente che, secondo la premessa di Giovanni, la vita eterna è il Figlio (1Giovanni 5:11- Conf. Giovanni 14:6); perciò, l’affermazione di essere il vero Dio non può essere riferita che a Gesù Cristo.

«Nel principio era la Parola, la Parola era verso Dio, e Dio era la Parola.» (Giovanni 1:1-3)

In questa traduzione letterale dal greco, risalta con evidenza la Deità di Gesù.

«Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia.» (Romani 4:3)

In Genesi 15:6, leggiamo che Abramo credette a JHWH. Quindi, il nome proprio del Dio dell’Antico Patto, JHWH, a volte, in greco è tradotto anche con Dio.

A VOLTE IL TERMINE THEOS ACQUISTA IL SIGNIFICATO DI «TRINITÀ»

Si afferma che la parola Trinità non esista nella Bibbia, perché è stata coniata nel quarto secolo; ma i primi cristiani hanno definito l’insieme delle tre Persone della Trinità con una parola molto comune: Dio. «E infatti, anche se vi sono i cosiddetti dèi sia in cielo che in terra (come vi sono molti dèi e molti signori), per noi c’è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui.» (1Corinzi 8:5-6)

«Vi è un unico corpo e un unico Spirito, come pure siete stati chiamati nell’unica speranza della vostra vocazione. Vi è un unico Signore, un’unica fede, un unico battesimo, un Dio unico e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in voi tutti.» (Efesini 4:4-6) Paolo riconosce che in questo mondo vi sono molti dei e molti signori.

Come cristiano però, testimonia che vi sia un solo Dio, un solo Padre, e un solo Signore. Dal momento che il termine «Signore» è un nome attribuito a Dio, come può Paolo fare distinzione tra Dio, e Signore? Vi è forse un Dio maggiore e, poi, un signore inferiore? Alla luce di quanto abbiamo considerato, comprendiamo ciò che Paolo voleva comunicare: per i cristiani vi è un solo Dio, nel senso che vi è un solo Elohim, una sola Deità, cioè la Trinità.

Se l’affermazione «vi è un solo Dio» fosse presa nel senso comune e attribuita esclusivamente al Padre, bisognerebbe concludere che Gesù non sia Dio e che lo Spirito Santo non sia Dio. Questo contraddirebbe il resto della Scrittura. Stabilito che vi sia una sola Deità, o Trinità, Paolo distingue le Persone in seno alla Divinità: vi è un solo Padre e un solo Signore, cioè un solo JHWH, Gesù Cristo, al quale il Padre ha dato ogni cosa (Matteo 11:27) e sottoposto ogni cosa (1Corinzi 15:27). Per questo Gesù Cristo ora è il SIGNORE a tutti gli effetti.

Queste riflessioni chiariscono alcune affermazioni della Parola di Dio interpretate erroneamente.

Quando la Scrittura afferma che Dio non si può vedere (Esodo 33:20; Giovanni 1:18- 4:12; 1Timoteo 6:16; 1Giovanni 4:12), dal momento che il Padre è Dio, lo Spirito Santo è Dio, Gesù Cristo è Dio, a quale Persona di Dio si riferisce? Normalmente, questa affermazione è attribuita a Dio Padre; ma essa non può che riferirsi alla Trinità. Questa è la logica conclusione del nostro studio. Se JHWH, che è Dio, è stato visto e toccato (Genesi 32:30; Giudici 13:22), se Gesù che è Dio, è stato visto e toccato, se del Padre si può udire la voce e vedere il suo volto (Giovanni 5:37; 14:9), è evidente che l’impossibilità di vedere Dio non può essere riferita, né a JHWH, né a Gesù, né al Padre, ma alla Trinità. Quando la Scrittura afferma che Dio è Spirito (Giovanni 4:24), tale definizione non è riferita al Padre, come se Egli fosse incorporeo, in contrapposizione a Gesù, che è sempre Dio e ha un corpo. Il termine «spirito» significa di natura spirituale. Anche il corpo di Gesù risorto è «spirituale», come quello del credente quando risusciterà (1Corinzi 15:44), eppure Egli è stato visto e toccato. Così, quando leggiamo «Dio èspirito», dobbiamo intendere che tutta la Trinità sia di natura spirituale.

A VOLTE IL TERMINE THEOS È ATTRIBUITO TANTO ALLA TRINITÀ, QUANTO A GESÙ

«Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio, nostro Salvatore e del Signore Gesù Cristo, nostra speranza.» (1Timoteo 1:1 e 2:3)

Il riferimento è alla Trinità. «… che egli ha copiosamente sparso su di noi, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore.» (Tito 3:6)

Il riferimento è a Cristo.

Nella lettera a Tito, Paolo non fa alcuna distinzione tra la Trinità e Cristo: Tito 1:3-4. «e che nei tempi stabiliti ha manifestato la sua parola mediante la predicazione che mi è stata affidata per comando di Dio, nostro Salvatore, a Tito, mio vero figlio nella comune fede: grazia, misericordia e pace da Dio il Padre e dal Signor Gesù Cristo, nostro Salvatore.»

Nella sua lettera a Tito Paolo fa riferimento a «Dio nostro salvatore», tre volte (Tito 1:3; 2:10; 3:4), e a «Gesù nostro salvatore», due volte (1:4;3:6). Non stupisce, quindi, ciò che Paolo ha dichiarato davanti agli anziani di Efeso, in Atti 20:28 (Conf. Ebrei 9:12)

«Badate dunque a voi stessi e a tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata col proprio sangue.»

In questo caso, nel termine Dio possiamo scorgere Gesù Cristo, ma anche l’unica Divinità.

Queste valutazioni ci costringono a fare alcune precisazioni in merito a perché il vocabolo Dio sia impersonale, vago. Quando sentiamo affermare che un uomo crede in Dio, al massimo comprendiamo che egli non sia ateo, che è un religioso; ma non abbiamo nessuna nozione per identificare questa divinità. Il Cristiano, il Musulmano, l’Ebreo, credono in Dio, ma da un esame anche non approfondito scopriamo che non si tratta dello stesso Dio. Quindi, affermare di credere in Dio, equivale a fare solo una vaga professione di fede religiosa. Così, vale anche per ciò che concerne il popolo ebraico. Dichiarando che i santi dell’Antico Patto credessero in Dio, rendiamo una testimonianza impropria, imprecisa. I santi dell’Antico Patto non credevano in Dio come intendiamo noi oggi, ma in JHWH. (Cosa che mi fu fatta capire dopo 40 anni di lettura biblica) «Poiché…si appoggiano sul DIO d’Israele, il cui nome è JHWH degli eserciti» (Isaia 48:2; Esodo 3:8; 5:3; 7:6: 9:1,13; 10:3). Che JHWH fosse il loro Dio è fuori discussione (Deuteronomio 26:17; 1Cronache 16:36 - «Benedetto sia JHWH, il DIO d’Israele»), ma dichiarare che gli ebrei credessero in Dio, senza specificarne l’identità, equivarrebbe a spersonalizzare la loro fede. JHWH è una precisa Persona della Trinità: Gesù Cristo. DIO è la Deità dei cristiani, nella quale sussistono Tre Persone. I santi dell’Antico Patto non credevano consapevolmente in Dio Padre, perché l’esistenza del Padre, come prima Persona della trinità, è stata rivelata solo da Gesù Cristo. (Giovanni 1:18) La stessa problematica sorge riguardo a Chi abbia creato il mondo e l’uomo. Affermando che Dio ha creato l’uomo, facciamo una dichiarazione incompleta e, da un certo punto di vista, deviante. Colui che ha creato l’uomo e ogni cosa, è riconosciuto con il nome di JHWH, una delle Tre Persone della Trinità, cioè Cristo e non un indentificabile generico Dio.

«Il mondo fu fatto per mezzo di lui» (Giovanni 1:10; Colossesi 1:16; Ebrei 1:2). Che JHWH sia Dio, abbiamo detto, è indiscutibile, ma affermare che Dio abbia creato l’uomo, porta l’ascoltatore a ritenere che anche il Padre, o lo Spirito Santo siano il «Creatore». Distinguere le Tre Persone della Trinità, nella loro opera ad extra, è indispensabile. La predicazione del cristiano non ha tanto lo scopo di infondere nell’ascoltatore la fede in Dio, ma piuttosto in JHWH, in Gesù Cristo. L’uomo è disposto anche a credere in un Dio che lo ha creato, che lo ama, che si cura di lui, perché nel profondo del nostro cuore, si sa che «Qualcuno» esiste. Ma quando diamo a questo «Qualcuno» il volto preciso di Gesù Cristo, quando Gesù chiede all’uomo in modo specifico di perdere la propria vita per amor Suo, quando afferma che essere religiosi non basta per accedere a Dio, quando sostiene di essere solo Lui la speranza e la salvezza dell’uomo, allora, davanti ad un DIO specifico con un messaggio altrettanto specifico, l’uomo sente, per natura, tutto l’impulso del rifiuto.

Quello stesso rifiuto che Adamo ed Eva hanno manifestato nel giardino dell’Eden.


Continua....

IL TRIBUNALE DI JHWH

 IL TRIBUNALE DI JHWH

Continuazione dello studio: Gesù è il Signore.


In Romani 14:10-11 leggiamo:«… Poiché tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo.

Sta infatti scritto: “Come io vivo, dice il Signore [JHWH in ebraico], ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua darà gloria a Dio.”»

Il passo di Isaia al quale Paolo fa riferimento, dice: «Annunziatelo e presentate le vostre ragioni, sì, si consiglino pure insieme. Chi ha annunciato questo fin dai tempi antichi e l’ha predetto da lungo tempo? Non sono forse io, JHWH? Non v’è altro DIO fuori di me, un Dio giusto, un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me. Volgetevi a me e siate salvate, voi tutte estremità della terra.

Poiché io sono Dio e non c’è alcun altro. Ho giurato per me stesso, dalla mia bocca è uscita una parola di giustizia, e non sarà revocata: ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua giurerà per me.» (Isaia 45:21-23)

L’accostamento di Paolo è rivelatorio. JHWH afferma che ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui; Paolo vede in JHWH Cristo. Non solo. A volte Paolo traduce il nome proprio JHWH, direttamente con Cristo.

Confrontiamo Isaia 60:1 con Efesini 5:14.«Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta, e la gloria di

JHWH si è levata su te.» «Perciò la Scrittura dice: “Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te”»

Che poi Cristo sia il solo giudice degli uomini, lo ha detto Gesù stesso, in Giovanni 5:22-23

«Poiché il Padre non giudica nessuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre, chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha

mandato»

Queste riflessioni conducono alla seguente conclusione: quando i primi cristiani attribuivano a Gesù il titolo di «Signore», confessavano che Gesù Cristo fosse JHWH. Così, il credente confessando: «Gesù è il Signore», afferma che Egli sia la Divinità dell’Antico Patto. Perciò, quando nel

Nuovo Patto troviamo il termine «Signore» riferito alla Deità, dobbiamo attribuirla a Gesù Cristo.

«Ma quando Israele si sarà convertito al Signore, il velo sarà rimosso.» (2Corinzi 3:16)

L’apostolo Paolo, riferendosi al popolo d’Israele, considera che l’israelita, leggendo l’Antico Patto, sia impedito a comprenderlo perché non ha fede in Cristo, quale JHWH. Il popolo di Dio comprenderà le Scritture solo quando si convertirà al «Signore». È evidente che qui il termine «Signore» si riferisca a Gesù Cristo perché, ancora oggi, il popolo d’Israele crede in Dio, nell’Elohim, ma non in JHWH quale Cristo.

Quando gli Israeliti crederanno che Gesù Cristo sia JHWH, Israele potrà dirsi «convertito», cioè avrà acquisito la giusta fede richiesta in tutte le Scritture.

Leggiamo nella lettera di Giacomo: «Siate pazienti anche voi; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta

del Signore è vicina. Non lamentatevi gli uni degli altri, fratelli, affinché non siate giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli miei, prendete come modello di sofferenza e di pazienza i profeti, che hanno parlato nel nome del Signore. Ecco, noi proclamiamo beati coloro che hanno perseverato; avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di misericordia e di compassione.» (Giacomo 5:8-11)

In questo brano, Giacomo nomina il Signore quattro volte. Poiché la venuta del «Signore» è riferita a Cristo, allora, i profeti parlarono da parte di Cristo e Cristo benedisse Giobbe.

Come si è detto, il nome proprio della divinità d’Israele, JHWH, è stato tradotto in greco dai Settanta con Kyrios, che nella nostra lingua è reso con Signore. Questo è anche il motivo, per il quale alcuni traduttori hanno preferito tradurre in italiano il Tetragramma con SIGNORE, anziché con Eterno: essi sono rimasti fedeli al greco. Purtroppo, anche questo atto di fedeltà al testo greco dei Settanta, non aiuta il lettore moderno e disinformato a comprendere che, ogni volta che nel testo è scritto SIGNORE, in realtà si dovrebbe leggere JHWH e scorgere, in tale gruppo consonantico, una Persona della trinità. Causa questa mancanza, il lettore sprovveduto discerne nel termine JHWH un termine comune riferito alla Divinità, oppure, una sorta di contenitore, nel quale è contenuta la trinità intera, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Se si voleva essere fedeli al greco, traducendo SIGNORE quando il testo rendeva JHWH, bisognava tradurre sempre con Padrone, termine corrispondente al plurale ebraico Adonaj, per differenziarlo dal primo.

In tal modo, sarebbe stata rispettata la distinzione tra Elohim, JHWH e Adonaj. In Amos 3:13, troviamo un esempio, indicante quanto la Scrittura diventi incomprensibile, se JHWH è tradotto con Signore.

La Nuova Riveduta rende: «“Ascoltate questo e testimoniatelo alla casa di Giacobbe”, dice Dio [Adonaj], il Signore [JHWH], Dio [Elohim] degli eserciti.»

La nuova Diodati rende: «“Ascoltate e attestatelo nella casa di Giacobbe”, dice il Signore, l’Eterno il DIO degli eserciti.» Mentre la Nuova Diodati ha distinto i tre nomi di Dio, la Nuova Riveduta, per non ripetere due volte «Signore», ha dovuto tradurre «Adonaj» con «Dio.» Il modo più corretto per riportare il nome proprio di Dio senza incorrere in alcun equivoco, sarebbe mantenerlo nella versione originale: JHWH. Così il lettore farebbe subito distinzione tra il nome proprio e i restanti nomi comuni generici del Dio d’Israele. Paolo ha racchiuso il messaggio cristiano in questo bellissimo brano Cristologico, ritenuto un inno dei primi cristiani: «Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù […] Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature [o cose] celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore[JHWH], alla gloria di Dio Padre.» (Filippesi 2:5-11)

Continua...


TENTARE JHWH

 TENTARE JHWH E IL PERDONO DI JHWH

In Deuteronomio 6:16, sta scritto di «Non tenterete JHWH Dio tuo.»

In Matteo 4:7, lo stesso versetto è tradotto: «Non tentare il Signore Dio tuo.»

Anche questa citazione è una prova che Gesù sia JHWH. I testimoni di Geova, per restare fedeli all’ebraico, traducono il passo di Matteo: «Non devi mettere alla prova Geova il tuo Dio.» Non vi è dubbio che, in quel momento, il Diavolo stesse tentando Gesù (Matteo 4:1). Citando il passo dell’Antico Patto, Gesù attesta di essere JHWH.

Che poi Gesù sia JHWH, è confermato da tanti altri testi. Sempre al momento della tentazione, Gesù rispose al Diavolo di adorare solo JHWH (Matteo 4:10). Quando Gesù nacque, lo adorarono gli angeli (Ebrei 1:6), i magi (Matteo 2:11) e divenuto adulto, i discepoli (Matteo 14:33). 

Gesù lasciò che gli uomini lo adorassero, perché Egli è JHWH; diversamente, si sarebbe contraddetto con quanto precedentemente proferito al Diavolo.

PERDONATI DA JHWH

Nel Salmo 32:2, leggiamo «Beato l’uomo a cui JHWH non imputa l’iniquità.»

In Romani 4:8, leggiamo «Beato l'uomo a cui il Signore non imputerà il peccato.»

Perdonare i peccati è una prerogativa esclusiva di JHWH. 

Quando era sulla terra, Gesù ha più volte rimesso i peccati (Matteo 9:2; Luca 7:48) per dimostrare che egli è JHWH e, quindi, che la sua non è semplicemente una vaga natura divina.