Il Dio che prova i suoi figli
Non c’è nella vita esperienza più brutta della delusione. Due sposi che per 30 o 40 anni convivono armoniosamente insieme e poi ad un tratto si divorziano; un figlio nubile che ad un tratto prende una sbandata affettiva e va a convivere con una donna sposata con dei figli; un amico al quale confidavi ogni cosa e ad un tratto ti tradisce; un affare del quale ti avevano assicurato l’esisto che ad un tratto fallisce, sono delusioni da non poco. La vita è imprevedibile.
Tutto è possibile.
Perché queste delusioni?
Le risposte potrebbero essere tante, ma la Parola di Dio le riassume con una sola valutazione. Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno; chi lo può conoscere? Io, l’Eterno, investigo il cuore, metto alla prova la mente per rendere a ciascuno secondo le sue vie secondo il frutto delle sue azioni. (Geremia 17:9-10)
Il cuore, che rappresenta la sede della volontà e dei desideri, è terribilmente maligno e senza possibilità di guarigione, perciò inevitabilmente le valutazioni e le scelte sono spesso sbagliate. Questo spiega perché nella vita l’essere umano spesso si illude di fare un bella scelta per poi rimanerne deluso.
Come è possibile evitare gli errori di una delusione?
Agli uomini è impossibile perché solo Dio conosce veramente la sua creatura, e questo è normale perché solo Dio è onnisciente. Però, nonostante che il Dio trino sappia ogni cosa, il profeta Geremia presenta l’Eterno come il Dio che investiga la volontà e i desideri dell’uomo e mette alla prova i suoi pensieri per retribuirlo adeguatamente.
Questo modo di agire dell’Eterno non deve essere sottovalutato perché la divinità degli ebrei e dei cristiani, pur essendo trascendente, onnipotente e onnisciente, agisce a livello umano mettendo alla prova l’uomo, come se egli non sapesse ciò che già sa.
In definitiva, l’Eterno
Dio si compiace di verificare con i fatti il suo giudizio. E questo non tanto
per se stesso, ma per l’uomo. Se io affermo con competenza che un corda non può
sollevare più di dieci chili dimostrerò a chi mi ascolta che sostengo la verità
appendendo alla corda venti chili. L’esperienza non l’ho fatta per me, ma per
chi mi ascolta. Così, il Dio trino delle Scritture mette del continuo l’uomo
alla prova affinché si conosca. Giobbe ne sapeva qualcosa. Ecco il suo lamento.
Che cosa è l’uomo perché tu lo renda grande e presti a lui attenzione, e lo
visiti ogni mattina mettendolo alla prova ad ogni istante? (Giobbe
7:17-18)
In che modo il Dio trino mette alla prova l’uomo?
Certamente in mille modi e in mille maniere, ma
noi esamineremo sette aspetti, e cioè 1) chiedendoci le cose più preziose, 2)
mediante il bisogno che vediamo, 3) ci prova mediante l’afflizione della vita,
4) mediante la sofferenza a causa di Cristo, 5) per mezzo della lode, 6)
mediante i falsi profeti, 7) e mediante la società nella quale viviamo.
Che il Dio trino chieda agli uomini le cose che ritengono più preziose lo vediamo per esempio attraverso un episodio della vita di Abrahamo.
Dopo queste cose DIO mise alla prova Abrahamo e gli disse: "Abrahamo!". Egli rispose: "Eccomi". E DIO disse: "Prendi ora tuo figlio, il tuo unico figlio, colui che tu ami, Isacco, va’ nel paese di Moriah e là offrilo in olocausto sopra uno dei monti che io ti dirò". (Genesi 22:1)
Non vi è dubbio che per Abrahamo la cosa più
preziosa fosse suo figlio Isacco perché in lui erano poste tutte le promesse
del suo casato e delle benedizioni che l’Eterno aveva fatte, eppure l’Eterno
gli chiese di uccidere in sacrificio suo figlio. Perché Cristo fece questa
richiesta così apparentemente insensata? Perché voleva vedere (anche se
ovviamente lo sapeva), se Abrahamo amava il suo Dio più dei doni ricevuti. Non
è forse così anche per noi? La salute, il lavoro, la famiglia, il rapporto con
il prossimo, non sono beni inestimabili? Eppure, essi sono strumenti di prova
per dimostrare se sono messi al secondo posto rispetto all’ubbidienza di
Cristo.
Che Dio provi l’uomo tramite le necessità altrui, lo vediamo nell’episodio della moltiplicazione dei pani.
Dopo queste cose, Gesù se ne andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade. E una grande folla lo seguiva, perché vedevano i segni che egli faceva sugli infermi. Ma Gesù salì sul monte e là si sedette con i suoi discepoli. Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una grande folla veniva da lui, disse a Filippo: "Dove compreremo del pane perché costoro possano mangiare?". Or diceva questo per metterlo alla prova, perché egli sapeva quello che stava per fare. (Giovanni 6:1-6)
Gesù voleva che Filippo
fosse cosciente della necessità del prossimo. E’ di moda e molto più facile
dare del denaro a gente sconosciuta, adottare bambini a distanza, ma il Dio
delle Scritture vuole che noi ci occupiamo del nostro prossimo che si trovi nel
bisogno, come gli orfani e delle vedove a noi vicini. Le vere necessità del
nostro prossimo sono una continua prova dell’amore che dichiariamo di avere per
Dio.
L’Eterno Dio ci prova mediante l’afflizione della vita.
Lo disse Lui stesso tramite il profeta Isaia.
Per amore del mio nome differirò la mia ira, e per amore della mia gloria la frenerò per non sterminarti. Ecco, io ti ho raffinato, ma non come l’argento; ti ho provato nel crogiuolo dell’afflizione. Per amore di me stesso, per amore di me stesso faccio questo; come potrei infatti lasciar profanare il mio nome? Non darò la mia gloria ad alcun altro". (Isaia 48:9-11)
Non vi è verifica più certa
delle nostra fede e del nostro amore di quando ci si trova nel crogiolo
dell’afflizione. Quando si aggiunge afflizione al dolore, quando si è
stanchi di gemere, quando non vi è riposo, (Geremia 45:3) sembra proprio che ogni
professione di fede, di amore e di speranza vengano meno. In quei momenti si
prova una debolezza estrema, ma nonostante tutto, questa è la prova più
salutare che ci sia.
Oltre alle afflizioni normali della vita, vi è la prova della nostra fede causa la nostra fedeltà a Cristo.
Ne sapevano qualcosa i primi ebrei cristiani.
Carissimi, non lasciatevi disorientare per la prova di fuoco che è in atto in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Se siete vituperati per il nome di Cristo, beati voi, poiché lo Spirito di gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi; da parte loro egli è bestemmiato, ma da parte vostra egli è glorificato. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore, o perché si impiccia negli affari degli altri; ma, se uno soffre come cristiano, non si vergogni, anzi glorifichi Dio a questo riguardo. (1Pietro 4:12-19)
Pietro era ebreo, i destinatari
della lettera erano ebrei, e dato che avevano abbandonato costumi e riti
millenari venivano perseguitati e scherniti. Chi sono quei cattolici,
protestanti, ortodossi, musulmani, buddisti che decidono di essere scherniti,
disprezzati, e perseguitati perché obbediscono senza riverse alla volontà di
Cristo? Una prova che si ama Cristo sopra ad ogni cosa non è solo quello di
confessarlo, ma anche quella di rifiutare costumi e riti millenari come le
preghiere dei morti e ai santi, come rifiutare ogni espressione di venerazione a
Maria, la madre di Gesù, come il rosario, il mese mariano, le processioni.
Forse, per qualcuno l’abbandono di certi riti e costumi è la prova più dura, ma
vale la pena di essere vittoriosi perché vi è la promessa della vita
eterna.
Anche essere lodati è una prova da parte di Dio.
Il crogiolo è per l’argento e la fornace per l’oro, così l’uomo è provato dalla lode che riceve. (Proverbi 27:21)
Se si credesse a quanto è scritto nella Parola di Dio,
sarebbero pochi coloro che cercherebbero la lode. Eppure, quanti si vantano di
essere lodati!
Un’altra prova difficile da superare è quella dei falsi profeti.
"Se sorge in mezzo a te un profeta o un sognatore di sogni che ti proponga un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti ha parlato si avvera e dice: "Seguiamo altri dèi che tu non hai mai conosciuto e serviamoli", tu non darai ascolto alle parole di quel profeta o di quel sognatore di sogni, perché l’Eterno, il vostro DIO, vi mette alla prova per sapere se amate l’Eterno, il vostro DIO, con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima. Seguirete l’Eterno, il vostro DIO, lui temerete, osserverete i suoi comandamenti, realmente ubbidirete alla sua voce, lo servirete e rimarrete stretti a lui. (Deuteronomio 13:1-4)
Spesse volte ci si lamenta perché ci sono troppe religioni, si trova la scusa che ci sono troppi pulpiti che dichiarano di parlare da parte di Dio.
E’
vero, ma questa confusione di religioni è una prova di Dio per vedere se
veramente chi lo ama è disposto ad ubbidire a ciò che è scritto costi quello
che costi.
Infine, dalla Scrittura comprendiamo che Dio ci prova mediante la società nella quale viviamo. Così troviamo scritto nel libro dei Giudici in merito al popolo d’Israele.
Perciò l’ira dell’Eterno si accese contro Israele, ed egli disse: "Poiché questa nazione ha violato il patto che avevo stabilito con i loro padri ed essi non hanno ubbidito alla mia voce, anch’io non scaccerò più davanti a loro alcuna delle nazioni che Giosuè lasciò quando mori; così per mezzo loro metterò alla prova Israele per vedere se si atterranno alla via dell’Eterno e cammineranno per essa come fecero i loro padri, o no". (Giudici 2:20-22)
Il popolo d’Israele non sostenne la prova di non imitare gli errori religiosi degli altri popoli e alla fine, come vediamo anche oggi, è stato messo da parte.
Per quanto leggiamo la Bibbia vi è un solo discorso, un solo canto, una sola musica: l’Eterno Dio prova l’uomo in mille modi e in mille maniere, e noi abbiamo visto alcune di queste: tramite le cose più preziose, mediante le necessità altrui, mediante l’afflizione della vita, mediante la sofferenza causa Cristo, per mezzo della lode, mediante i falsi profeti e la società nella quale vive.
Ma, alla fine, tutte queste prove devono produrre un
solo effetto, e cioè quello di ubbidire a ciò che è scritto nella Parola eterna
di Dio. Se non abbiamo capito questo non abbiamo capito nulla del messaggio
centrale del vangelo.