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Qual'è la nostra condizione?
















Come mai non tutti hanno la stessa fede, lo stesso, zelo, lo stesso amore, nonostante che lo Spirito Santo non faccia differenze nella sua opera? 

Certamente vi sono delle ragioni oscure, nascoste alla nostra conoscenza, ma vi sono pure delle ragioni che noi possiamo conoscere. 

Sono queste che desidero considerare. 

Secondo la Scrittura non tutto si ottiene in modo automatizzato. 

Vi sono benedizioni che Dio dona a tutti gli essere umani gratuitamente come il sole, la pioggia, ma vi sono molte benedizioni che sono condizionate dal nostro comportamento. E per questo, noi non abbiamo benedizioni perché non vi sono i giusti presupposti o le condizioni per cui possiamo riceverle. Alcune domande possono aiutarci a riflettere riguardo alle condizioni per ottenere certe benedizioni di Dio. 

1) Qual’è una condizione per conoscere Dio? 

2) Qual’è una condizione per entrare nel regno di Dio? 

3) Qual’è una condizione per conoscere la volontà di Dio? 

4) Qual’è una condizione per essere esauditi nelle preghiere? 

5) Qual’è una condizione per essere perdonato da Dio?

 6) Qual’è una condizione per essere discepolo di Gesù?

 7) Qual’è una condizione per essere felice? 

Simili domande potrebbero far pensare che anche la salvezza sia il risultato di un’opera, ma se anche la salvezza si ottiene solo mediante un atto di fede, non è così per tutto il resto. 

Sta scritto che chi pratica la verità viene alla luce, perciò le nostre opere buone sono i presupposti per ricevere le cose che appartengono a Dio.


1)  Qual’è una condizione per conoscere Dio?

Nel profondo del cuore di ogni uomo dimora il desiderio di conoscere il suo Creatore. 

Lo dimostra il fatto che molti passano da una religione all’altra, mentre altri ancora sono religiosi ma hanno dentro si sé un vuoto incolmabile. 

Vi sono persone che si aspettano di conoscere Dio come si aspettano di innamorarsi; pensano che ciò gli capiti all’improvviso in modo distratto.

 Ma non è così. 

La riflessione che ne fa il libro dei Proverbi dovrebbe sempre essere tenuta in considerazione. "Figlio mio, se ricevi le mie parole e fai tesoro dei miei comandamenti, prestando orecchio alla sapienza e inclinando il cuore all' intendimento; sì se chiedi con forza il discernimento e alzi la tua voce per ottenere intendimento, se lo cerchi come l'argento e ti dai a scavarlo come un tesoro nascosto, allora intenderai il timore dell'Eterno, e troverai la conoscenza di DIO (Proverbi 2:1-5).

Dunque, Dio non si conosce guardando comodamente su di una poltrona la televisione, ma occorrono impegno, è necessario ricevere le Sue parole, essere attenti, occorre chiedere, cercare, investigare. Perciò, una condizione per conoscere Dio è dunque l’impegno.

Chi si lamenta perché Dio non si è ancora rivelato, rifletta se ha fatto tutto il possibile perché questo avvenga.

 

2) Qual’è una condizione per entrare nel regno di Dio?

Gesù lo ha detto chiaramente ad un religioso di nome Nicodemo. 

"Questi venne a Gesù di notte e gli disse: "Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". Gesù gli rispose e disse: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio". Nicodemo gli disse: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?". Gesù rispose: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d' acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito (Giovanni 3:2-6). 

E’ incredibile quanto le persone si perdano in discussioni inutili in merito a che cosa devono fare per essere salvati. Alcuni pensano che si debba appartenere ad una religione, altri che si debbano compiere delle opere, altri ancora pensano che sia sufficiente la fede, ma Gesù ha parlato di una esperienza unica con Cristo mediante la quale si nasce di nuovo.

Solo con la nuova nascita si può diventare figlio di Dio perché quelli che ricevono Cristo sono rinati non da sangue (cioè non mediante genitori cristiani), né da volontà di carne (cioè non mediante una volontà umana), né da volontà d'uomo (cioè non determinata dall’intervento dell'autorità di una persona religiosa), ma sono nati da Dio.


3) Qual’è una condizione per conoscere la volontà di Dio?

Vi è sempre stata confusione in merito alle volontà di Dio, anche al tempo di Gesù. Proprio per questo Gesù disse: "Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, oppure se io parlo da me stesso" (Giovanni 7:17). 

Per quanto gli uomini parlino di religione e di Dio, non tutti ne parlano con l’intento di conoscere la sua volontà. 

Una cosa è voler conoscere la volontà di Dio per curiosità, un’altra è farlo con l’intento di metterla in pratica.

 Dio rivela la Sua volontà a chi desidera metterla in pratica.

 Perciò, una condizione per conoscere la volontà di Dio è avere il desiderio ardente di praticarla.


4) Qual’è una condizione per essere esauditi nelle preghiere?


Ogni persona religiosa prega come atto di devozione, ma non tutti si aspettano di essere esauditi, perché l’esaudimento è riservato a pochi. 

A volte si intensificano le preghiere, altre volte si prega con più ardore, ma nulla cambia.

Gesù ha parlato molto della preghiera e spesso ha spiegato la ragione del suo esaudimento. "Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto" (Giovanni 15:5-7). 

In merito alla preghiera Gesù offre un assegno in bianco, domandate quel che volete e vi sarà fatto. 

O Gesù è un bugiardo, oppure qualcosa non va quando preghiamo. In effetti vi è una condizione per essere esauditi: che ciò che formuliamo sia secondo il volere di Dio. 

Quando Eliseo e l’apostolo Pietro risuscitarono rispettivamente un bambino e una bambina, prima pregarono. Non si misero in preghiera come atto religioso, ma senza ombra di dubbio per sapere se questa era la volontà di Dio. 

In seguito chiesero ciò che era la volontà di Dio. Perciò, una condizione per essere esauditi nelle preghiere è chiedere secondo il volere di Dio.


5) Qual’è una condizione per essere perdonato da Dio?

Poiché tutti sbagliamo in molti modi e in molte maniere, essere perdonati da Dio è una esperienza non solo utile ma indispensabile. 

Nella preghiera del Padre nostro Gesù ha parlato proprio del perdono dei peccati, ordinandoci di dire le seguenti parole: "E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori. E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno e la potenza e la gloria in eterno. Amen". E aggiunse: "Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre" (Matteo 6:8-15). 

E’ certamente vero che per essere perdonati dobbiamo accettare il perdono di Dio, ma vi è pure l’aspetto del prossimo che troppo spesso viene dimenticato. 

Gesù ci ha ricordato che il perdono di Dio – cioè il non portare la conseguenza dei nostri sbagli -  è condizionato anche dall’atteggiamento che  abbiamo verso il prossimo. 

Perciò, una condizione per non ricevere la conseguenze dei nostri errori da parte di Dio è che noi perdoniamo il prossimo, cioè non gli facciamo portare le conseguenze dei loro errori. 

Se il prossimo compie un torto nei miei confronti meriterebbe da parte mia una rivalsa, ma io non mi avvalgo di questo diritto. 

Lo perdono o gli rimetto il torto.     

 

6) Qual’è una condizione per essere discepolo di Gesù?

Sono molti coloro che dichiarano di essere discepoli di Cristo. 

E questo perché Gesù è un persona che ha lasciato in questo mondo un’impronta unica, perché ha parlato come nessuno ha mai parlato, perché ha fatto cose che nessuno ha mai fatto. 

E’ evidente che sia una emulazione di chi desidera essere unico e grande, di chi desidera seguire il più grande uomo della storia. 

Purtroppo, non tutti coloro che si dichiarano discepoli di Cristo lo sono, perciò è indispensabile sapere chi è un vero discepolo del Figlio di Dio. 

Anche al tempo di Gesù c’erano molte folle che lo seguivano, ma leggiamo nel vangelo di Giovanni "Gesù disse allora ai Giudei che avevano creduto in lui: "Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:31-32). 

Non si diventa discepoli di Cristo Gesù solo perché si ha un ardente desiderio di seguirlo, o perché si fa parte di una organizzazione che dichiara di basarsi su dei principi cristiani, ma perché si compie del continuo la Sua volontà. 

Conosco molte persone che si dichiarano cristiane, ma mi hanno confessato di non avere mai letto la Parola di Dio. 

Come è possibile? 

Una condizione per essere discepolo di Gesù è dunque quella di conoscere e fare ciò che lui ha detto.


 7) Qual’è una condizione per essere felice?

Il desiderio di essere felice è innato nel profondo di ogni essere umano, tanto è vero che anche chi compie il male lo fa perché pensa di soddisfare un suo interesse, interesse che gli darebbe la felicità. 

Eppure, se c’è un obiettivo al quale l’uomo fallisce è proprio quello di essere felice. 

Anche in merito alla felicità Gesù Cristo ha detto la sua. "In verità, in verità vi dico: Il servo non è più grande del suo padrone, né il messaggero più grande di colui che l' ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate" (Giovanni 13:16-17). 

Gesù ha ricordato ai suoi discepoli che non sarebbero stati trattati meglio di quanto è stato trattato Lui, e in seguito ha definito felici coloro che sapendo queste cose le realizzano. Per Gesù, la felicità dunque non consiste nell’essere ricchi o onorati, ma nell’assomigliare a Lui nelle sofferenze. 

Perciò, una condizione per essere felice è quella di realizzare una vita che rispecchi quella di Cristo.

Queste riflessioni mettono in evidenza che se anche la salvezza è per grazia mediante la fede, ci sono numerose benedizioni che non ci sono date automaticamente e che sono condizionate dal nostro modo di vivere. Avendo una reale volontà di realizzarle, a noi non resta che metterci tutto l’impegno, perché vi è una grande ricompensa per coloro che amano Dio.