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L'incontro di YHWH con Giosuè.

 








GIOSUÈ 5:13-15 
Anche l’episodio dell’incontro fra Giosuè e il capo dell’esercito di JHWH è significativo. 
«Or avvenne che, mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi e guardò, ed ecco un uomo gli stava davanti, con in mano la sua spada sguainata. Giosuè gli andò incontro e gli disse: “Sei tu per noi o per i nostri nemici?.” Egli rispose: “No, io sono il capo dell’esercito di JHWH; arrivo in questo momento.” Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: “Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?.” Il capo dell’esercito di JHWH disse a Giosuè: “Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove stai è santo.” E Giosuè fece così» 
Giosuè vede un uomo, che si presenta non solo come un semplice uomo.
 C’è chi in questo passo vede una visitazione angelica, ma quest’uomo, chiamato «il capo dell’esercito di JHWH», gli ordina di «togliere i calzari dai piedi perché il luogo è santo.» 
Un ordine del genere lo ricevette solo Mosè e, in quell’occasione, era JHWH a parlargli. 
Come leggiamo al capitolo 6, versetto 2, dell’omonimo libro, Giosuè aveva davanti JHWH, il quale gli impartiva tutta una serie di strategie per vincere la città di Gerico. 
Giosuè vede JHWH che si presenta come «un uomo che gli stava davanti con in mano la sua spada sguainata.» 
JHWH è definito nelle Scritture: «JHWH degli eserciti» (1Samuele 15:2; Isaia 6:3-5) più di 200 volte. Mentre in Esodo 15:3 è definito «Uomo di guerra». 
Si avvererà così la promessa fatta da JHWH, secondo la quale Egli sarebbe andato personalmente davanti al suo popolo (Deuteronomio 9:3; 31:3,6,8; 9:3). 
Una promessa che potrebbe anche essere interpretata in modo simbolico; ma che alla luce delle riflessioni fatte, risulta letterale. 
Proprio perché JHWH è un uomo, non vi sono dubbi che uno dei tre uomini incontrati da Abrahamo, nell’episodio citato al capitolo 18 della Genesi, sia JHWH, visibile in una sua propria fisicità. 
Già le espressioni: «JHWH apparve ad Abrahamo» e «Abrahamo rimase ancora davanti a JHWH», indicano che JHWH si lasciasse vedere e che Abramo parlasse con un uomo a tutti gli effetti. 
Inoltre, tutte e tre le persone «mangiano» (Genesi 18:8), sono definite uomini e camminano (Genesi 18:2, 16). 
Due di questi uomini, sono definiti dalla Scrittura messaggeri, cioè angeli (Genesi 19:1); mentre il terzo è riconosciuto come JHWH (Genesi 18:1 e 22), il quale «come ebbe finito di parlare ad Abrahamo, se ne andò» (Genesi 18:33). 
Proprio perché JHWH è un uomo, in Isaia è scritto che le sentinelle grideranno di gioia perché vedranno con i loro occhi JHWH ritornare da Sion (Isaia 52:8) e Giobbe, parlando della sua morte, dice: «Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio. Lo vedrò io stesso; i miei occhi lo contempleranno, e non un altro.» (Giobbe 19:26-27) 
Poiché è scritto che Dio non si può vedere (1Timoteo 6:16), ma che lo guarderemo come egli è (1Giovanni 3:2), non essendovi contraddizioni nella Scrittura, chi vedranno Giobbe e con lui tutti i redenti, dopo la loro morte? Non vi è dubbio: vedranno la fisicità di JHWH, cioè il Cristo risorto. 
Non stupiscono, quindi, le profezie messianiche riconosciute nei passi riguardanti il «Germoglio», cioè JHWH. «Quindi parla a lui, dicendo: Così dice JHWH degli eserciti: Ecco, l’uomo, il cui nome è il Germoglio, germoglierà nel suo luogo e costruirà il tempio di JHWH. 
Sì, egli costruirà il tempio di JHWH, si ammanterà di gloria e si siederà e regnerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono, e tra i due ci sarà un consiglio di pace» (Zaccaria 6:12-13) 
L’Angelo dell’Eterno è dunque la Presenza di JHWH, coglibile dai sensi dell’uomo, come un uomo a tutti gli effetti. Ma, Egli non è solo un uomo. Egli è un uomo Divino. È la Persona Divina alla quale l’essere umano può accedere. È JHWH, il Tetragramma, il Germoglio profetizzato dai profeti. Questo Uomo costruirà il tempio dell’Eterno, si sederà sul trono per regnare e sarà chiamato: «JHWH nostra giustizia» (JHWH Tsedakah, Geremia 23:6). 
«JHWH sarà re su tutta la terra; in quel giorno ci sarà soltanto JHWH e soltanto il suo nome» (Zaccaria 14:9). 
Qui termina la nostra ricerca, nell’Antico Patto, in merito all’identità di JHWH. 
Possiamo riassumere le riflessioni nel seguente modo:  JHWH non è un nome indicante le tre Persone della Trinità.  JHWH era ed è la Divinità del popolo d’Israele, nominato nelle Scritture più di 6000 volte. 
 JHWH non è una Divinità astratta; ha una fisicità. 
JHWH si è mostrato più volte e, specialmente, nella persona dell’Angelo di JHWH. 
 L’Angelo di JHWH era l’immagine sostanziale della Divinità; la Persona nella pluralità dell’Elohim al quale l’essere umano può accedere. 
L’Antico Patto è, dunque, la storia o il vangelo di JHWH: ipsissima verba Dei, rivelazione dal suo stesso essere. Una rivelazione rivolta inizialmente al suo popolo e, poi, a tutte le nazioni della terra. Queste riflessioni non sono state motivate dall’insano desiderio di voler speculare sui nomi della Divinità di Israele. Esse sono finalizzate a voler preparare ebrei, musulmani, sedicenti cristiani e chiunque altro, ad accettare la straordinaria storia riportata nei vangeli e cioè che l’Eterno Dio, JHWH, Colui che si era già precedentemente rivelato al Suo popolo con una fisicità umana, assume ora un corpo terreno nel seno della vergine Maria. 
Senza la premessa che la Divinità di Israele è una Persona con una fisicità, è comprensibile trovare chi, gridando allo scandalo, non accetta che Dio abbia e possa avere un corpo. 
Il cristiano non è certamente responsabile dell’atteggiamento di rifiuto dell’uomo nei confronti del vangelo, ma ha la responsabilità di esporre la verità rivelata in modo tale che sia, non solo in armonia con l’Antico Patto, ma anche sufficientemente chiara da far comprendere che la notizia del vangelo di Cristo, esposta nel Nuovo Patto, non è altro che il proseguimento della Sua opera dalla creazione in poi. 
Dobbiamo ripristinare l’ebraicità del vangelo. 

RIEPILOGO

La Scrittura attribuisce alla Divinità d’Israele tre nomi: Adonaj, Elohim, JHWH. JHWH, Elohim e Adonaj, non sono sinonimi indicanti la stessa personalità divina. 
Solo JHWH è il vero nome proprio della Divinità d’Israele. 
La Parola di Dio usa una pluralità di termini per indicare lo stesso ed unico Dio.
 JHWH è il nome che il Creatore si è dato ed ha rivelato, per la prima volta, a Mosè. 
La fede dei santi dell’Antico Patto non era in un Elohim vago, ma in JHWH. 
Il Dio rivelato ad Israele è pluripersonale. 
Dio ha uno Spirito. 
JHWH ha uno Spirito. 
Lo Spirito sia di Dio, sia di JHWH, è una Persona. 
Prima della diaspora, gli israeliti credevano in una Divinità espressa al plurale e che l’espressione di questa pluralità fosse in JHWH. 
JHWH ha caratteristiche antropomorfiche e antropopatiche. 
Egli ha un corpo e si è rivelato nell’Angelo dell’Eterno. 
L’Angelo dell’Eterno era l’immagine sostanziale di Elohim, la Persona nella pluralità dell’Elohim alla quale l’essere umano può accedere. 
L’Antico Patto è l’annuncio (vangelo) dell’opera e del messaggio di JHWH.